5 fattori che aiutano i dipendenti a lavorare meglio

Le ricerche dimostrano che i dipendenti più soddisfatti sono quelli che hanno in mente in maniera chiara ciò che ci si aspetta da loro

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Il successo di un’azienda passa anche, e soprattutto, dalla qualità del lavoro dei propri dipendenti. Da alcune ricerche svolte è emerso che i dipendenti più soddisfatti non sono quelli che, come si potrebbe erroneamente intuire, possiedono lo stipendio più elevato o dei benefit maggiori, bensì coloro che hanno in mente in maniera chiara ciò che ci si aspetta da loro.

Una volta appresa questa notizia, ho voluto verificarla su un campione di persone, riscontrando effettivamente che molte di esse, sia junior che senior, desiderano avere maggiori informazioni riguardo l’importanza dei progetti a cui lavorano e, più in generale, riguardo le strategie aziendali. È interessante sottolineare come questa richiesta non arrivi esclusivamente dal top management, ma anche, e soprattutto, da figure estremamente distanti, a livello professionale, dalla linea che effettivamente ha il compito di elaborare la strategia aziendale.

Di seguito trovate i cinque fattori che aiutano il dipendente a rendersi più collaborativo e più cosciente riguardo l’importanza del lavoro che sta svolgendo.

1) Obiettivi e target chiari. Come dice un vecchio detto, “non si può colpire ciò che non si vede”. Qualche tempo fa ho partecipato alla riunione del Leadership Team in una nota multinazionale farmaceutica, ovvero, in sintesi, un incontro a cui partecipano sia l’amministratore delegato che tutti i suoi diretti riporti, una dozzina di persone circa. A questa riunione mensile è stato invitato un manager esterno del settore marketing, il quale ha esposto una presentazione sintetica e brillante che è stata, tuttavia, poi criticata dall’amministratore delegato in quanto non restituiva ciò che realmente gli importava sapere. In un secondo momento è emerso come la responsabilità di quella presentazione fuori tema fosse da attribuire all’intero Leadership Team, il quale non aveva saputo fornire spiegazioni sufficienti al membro esterno di quel gruppo, facendo quindi perdere tempo a tutti i partecipanti e demotivando una buona risorsa.

2) Parametri e indicatori per misurare il successo. C’è una domanda che pongo sempre prima di accettare un lavoro: “Cosa accadrebbe nel caso in cui io riuscissi a raggiungere completamente l’obiettivo che mi è stato richiesto?”. Avere dei KPI (indicatori chiave di prestazione) o perlomeno qualche dato su cui valutare una prestazione è fondamentale, poiché tutto ciò che è misurabile si può ulteriormente migliorare.

3) Scadenze finali e intermedie. Occorre delimitare fin da subito il lasso temporale entro cui si può operare e quindi indicare una data precisa per il raggiungimento del fine prefissato: “l’obiettivo è un sogno con una data di scadenza”. In molti casi i progetti possono durare a lungo e proprio per questo motivo serve individuare degli incontri intermedi di aggiornamento sulla situazione, nell’eventualità in cui sia necessario ricalibrare la strategia precedentemente scelta. Uno strumento che reputo molto utile quando opero nelle multinazionali, in particolare riguardo contratti prolungati, ad esempio, della durata di un anno, è quello degli incontri mensili con la proprietà, durante i quali l’aggiorno sullo stato dell’arte e contemporaneamente recupero nuove informazioni eventualmente utili a migliorare la strategia già in essere. Non c’è niente di peggio, infatti, che affidare a un collaboratore un importante lavoro e poi non risentirlo per mesi: si sentirà demotivato e abbandonato a se stesso.

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4) Esempi di successo. Durante tutta la durata dei progetti occorre tenere costantemente vivo uno spirito di positività: a questo proposito è utile ricordare i successi riscontrati in passato da cui è inoltre possibile trarre continua ispirazione. Le persone risultano meno stressate quando svolgono un lavoro che sanno essere fattibile. Un complimento originale che mi è stato fatto da un amico con cui ho collaborato è il seguente: “quando lavorano con te i miei manager si sentono come se avessero già vinto”. Penso che questo sentimento di vittoria sia assolutamente necessario, infatti le persone risultano più attente e desiderose di dare il proprio contributo quando l’aspettativa sul progetto che stanno per intraprendere è positiva.

5) Riconoscimenti e ricompense. Una volta che il progetto è stato portato a termine rispettando tempi e target è giusto premiare i suoi protagonisti, non solo tramite incentivi economici ma anche, e soprattutto, attraverso tutte quelle attività che possono migliorare il loro stile di vita. Personalmente ho potuto constatare che il riconoscimento più apprezzato sia una prova di stima da parte del proprio team leader. Qualche tempo fa uno dei One to One che ho svolto mi ha permesso di ascoltare la testimonianza di un HR Director che aveva guidato un percorso di change management talmente complesso da dover richiedere un supporto esterno. La persona in questione mi confessò come l’abbraccio spassionato che il suo presidente gli aveva regalato alla fine del progetto lo avesse ripagato di tutti i sei mesi di lavoro svolto, mesi faticosi in cui aveva dormito una manciata di ore a notte.

Luca Brambilla

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