Elon Musk: dal Sudafrica a Marte

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Pensate ad un ragazzo qualunque di 12 anni. Pensate agli anni ’80. Pensate al Sudafrica, magari a Pretoria, capitale amministrativa ed una delle città più sviluppate del continente africano. Pensate adesso a cosa potrebbe fare quel ragazzino: può andare in una sala giochi, magari con nelle orecchie due cuffie collegate ad un walkman che riproduce la musica di un altro ragazzo di 25 anni dell’Indiana che va forte in quell’anno, un certo Michael Jackson; la canzone è Beat It (Darsela a gambe). Un dodicenne normale che gioca ai videogames e ascolta musica. Invece il ragazzo della nostra storia è tutto tranne che “normale”, tant’è vero che sempre a 12 anni e sempre in Sudafrica, vende il suo primo videogame, Blastar, dopo che due anni prima, a soli 10 anni, aveva sviluppato il suo primo programma, tutto da solo. Questo ragazzino, che comunque ascoltava Thriller, il suo album preferito, è Elon Musk.

Come dice la canzone di Jackson, nel 1989 se la dà a gambe e se ne va dalla sua Africa. Per un breve periodo in Canada, che tuttavia gli va un po’ stretto. E’ ambizioso il ragazzo, nemmeno la Queen University di Kingston va bene e si trasferisce all’università della Pennsylvania, negli USA, dove si laurea in Fisica ed Economia. Ora si, ora ci siamo, gli USA sono il posto perfetto per lui e la sua mente, qualcuno direbbe anche per i soldi. Vince una borsa di studio, a mani basse, a Stanford, ma dopo pochi giorni va a vivere a San Francisco, guarda caso, la futura culla della Silicon Valley.

Arriva internet, arrivano i motori di ricerca e arriva Musk nel web. Col fratello creano una sorta di elenco delle aziende distribuito per ogni zona, una specie di network con ragioni sociali e tipologia di prodotto da rivendere ad editori, venditori e multinazionali dei servizi alle imprese, nasce Zip2 che, non a gran fatica, rivende alla Compaq per la cifra assurda di 307 milioni di dollari. Devastante.

Elon deve sfruttare in qualche modo la sua laurea in Economia e la crescente potenza di internet nella vita di tutti. Il ragazzino sudafricano adesso ha 28 anni. È il 1999, nelle radio passa Blood on the Dancefloor del Re del Pop . I servizi finanziari online diventano la sua nuova casa, nasce X.com, nasce Paypal, uno degli strumenti di pagamento online più famoso ed utilizzato al mondo. Il connubio perfetto tra economia e internet, quello che Musk cercava e che, come è facile presagire, rivende ad un altro mostro sacro del business online, un tale Pierre Omidyar, CEO e founder di eBay.

Elon Musk: dal Sudafrica a Marte

Musk non è sazio, non si accontenta, è una di quelle figure mistiche che stanno sedute tra la fame di denaro, la fame di notorietà e la fame di un futuro sostenibile. Nel 2002, sempre con Michael Jackson nelle orecchie e stavolta con l’album Invicible (che caso), fonda SpaceX. Diventa così il primo proprietario di una società di trasporti spaziali al mondo. Il ragazzino che creava navicelle per i videogame se n’è creata una vera tutta sua, il Falcon 9, che rifornisce la Stazione Spaziale Internazionale nemmeno fosse un normale camion che porta approvvigionamenti ad una base militare sul terra. Il razzo Falcon 9 è riciclabile, può fare più viaggi senza fare rifornimento e non ha bisogno di un pilota per effettuare le tratte.

Mentre il sogno dichiarato rimane quello di popolare Marte, Musk nel 2003 costituisce la sua casa automobilistica completamente basata su auto full elettrico, nasce così la Tesla Motors. Il concetto di un futuro sostenibile ha sempre affascinato il sudafricano, andare nello spazio coi consumi ridotti al minimo e adesso andare per la cara e vecchia Terra, finora ancora l’unico pianeta abitabile, ad impatto ecologico praticamente nullo.

Riesce ad avviare in Nevada la prima fabbrica di batterie a litio ad accumulo, ufficialmente per tutti, ufficiosamente solo per la Tesla. Nel 2016 annuncia ai media la volontà di realizzare la batteria a ioni di litio più potente del mondo.

Alla fine dei conti, il ragazzino sudafricano, aveva il sogno che dovremmo avere tutti: far vivere meglio noi, il pianeta e poter andare in giro, per la Terra e per lo spazio, senza pericoli e senza inquinare. Dire che tutta la vita di Musk sia esattamente come nelle storie e leggende che si leggono e sentono non si può affermare. Sicuramente è una di quelle menti brillanti che nasce una volta ogni mille anni, ma per mettere in pratica quello che la mente crea ci vuole molta, moltissima fortuna. Di tutti i tipi.

“Quando la vita in ogni sua forma viene considerata divina, tutti possono spiccare il volo.”

(M. Jackson)

Carmelo Zambara