Leadership in tempo di crisi: il caso di AirBnb

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La lettera del co-founder e CEO dell’azienda unicorno AirBnb, Brian Chesky, ha fatto il giro del mondo, generando una serie di riflessioni analitiche e costruttive sulla leadership e la gestione della crisi. Proviamo ad analizzarla, per arrivare a comprenderne i punti di forza e l’origine della sua viralità.

Il discorso di Brian Chesky

Chesky comincia celebrando l’importanza della company mission: il sentimento d’appartenenza collettivo. Tutte le decisioni prese da un’azienda dovrebbero riflettere la loro mission ed è bene ricordarla, quando, durante una crisi, potrebbe essere facilmente dimenticata.

Successivamente decide di rendere chiaro ed esplicito il processo che ha portato alle decisioni finali riguardo la crisi; molti CEO non lo fanno, lasciando i propri dipendenti nell’incertezza e nella confusione, sia quelli che restano che quelli costretti ad abbandonare il lavoro, offuscando quindi il senso di tutto ciò che è stato costruito fino ad allora. Ha scelto quindi la trasparenza e l’onestà, ottime basi per ricominciare, poi, a ricostruire.

Chesky ammette anche di non sapere con esattezza ciò che avverrà in futuro (“Non sappiamo quando si potrà tornare a viaggiare”) e cerca quindi d’immedesimarsi nei suoi dipendenti: in questo modo rinuncia alla figura di leader che pensa di detenere il sapere e dimostra, invece, d’essere ben consapevole che è allo stesso livello dei suoi dipendenti.

Era fondamentale, naturalmente, anche impostare una breve lista di principi guida:

  • fare il possibile per coloro che devono affrontare le conseguenze;
  • Ottimizzare la comunicazione 1:1;
  • Comunicare le decisioni solo quando è appurato ogni dettaglio;
  • Restare fedeli all’impegno di promuovere la diversità.

Avere dei principi guida durante una crisi è di grande importanza; è ciò a cui le persone faranno riferimento.

Leadership in tempo di crisi: il caso di AirBnb

Un altro importante elemento presente nel suo discorso è l’orgoglio nei confronti dei suoi dipendenti, dei quali riconosce il talento, augurandosi per loro un nuovo lavoro, eventualmente, anche dai competitors. E’ un tipo di ragionamento che quasi trascende il business: spesso, le dinamiche che segnano il passaggio di un dipendente da un’azienda ad un competitor, sono tutt’altro che pacifiche e prive di risentimento. Ma il CEO abbandona questo mindset e si dimostra in grado di lasciar andare.

Egli dice anche di voler continuare ad investire sui suoi ex-dipendenti, poiché dovrebbero continuare ad esser parte del business che loro stessi hanno contribuito a costruire. Questa decisione, da un lato fa sì che la porta venga lasciata socchiusa, dall’altro diventa un ottimo ed efficace promemoria simbolo di ciò di cui sono stati parte.

L’intenzione di voler aiutare concretamente i dipendenti è dimostrata anche attraverso altre iniziative: ad esempio, il lancio di una piattaforma specifica per aiutarli a trovare un nuovo lavoro. Non solo! Anche i recruiters stessi che resteranno nell’azienda daranno una mano a chi dovrà andar via. Tutto ciò è quasi commovente; chi non vorrebbe prender parte ad un teamwork del genere?

Ma soprattutto, chi non vorrebbe essere Brian Chesky, dopo la crisi?
Le compagnie a cui interessa genuinamente dei propri dipendenti e che lo dimostrano attraverso le azioni hanno un impatto enorme ed un vantaggio competitivo non indifferente.

La decisione di voler regalar loro un computer con lo sticker della compagnia è, allo stesso tempo, la dimostrazione della preoccupazione di voler evitar loro ulteriori spese e, anche, l’ennesimo modo di creare ricordi e pensieri positivi legati all’azienda ed alla loro esperienza.

La chiarezza e semplicità su cui prosegue la lettera, sottolineano come sia importante cercare di creare calma nel bel mezzo del caos e, da questo, generare riflessioni e conversazioni costruttive.

Chesky si è comportato quasi da anti-CEO: dimostra incertezza, vulnerabilità, empatia ed affetto. Non si erge ad eroe della situazione; quelli che tratta da eroi, invece, sono i suoi dipendenti.

Infine, torna al punto di partenza (la mission) per cercare di delineare possibili scenari futuri. “Belonging is love” o “Travel like a human”: ciò che siamo è questo sentimento d’appartenenza.

L’importanza della comunicazione in tempo di crisi

Con questa lettera, Brian Chesky spiana la strada ad un nuovo modo di fare leadership (o, almeno, lo si spera), mettendo al centro i dipendenti e non ponendosi su un diverso livello.

E’ un esempio emblematico di come la comunicazione sia fondamentale e possa condizionare gli esiti di una situazione spiacevole e gravosa, generando sentimenti positivi e di fiducia.

Fare la cosa giusta è sempre la cosa giusta.
Ma se, ad esempio, sei il CEO di AirBnb, dimostrare a tutto il mondo d’averla fatta è, forse, ancora più importante. La portata dei risvolti positivi potrebbe essere decisiva.

Elena Pezzetta