Leggere è innamorarsi

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Nel pomeriggio del 13 Ottobre, si è tenuto il terzo incontro del ciclo di webinar “I segreti di un libro: cosa si nasconde dietro alla copertina?”, organizzato in collaborazione tra ACS Editore, la casa editrice dell’Accademia di Comunicazione Strategica (ACS), e Accademia di Scrittura.

Questo percorso, che si è aperto sul ruolo delle case editrici, non avrebbe potuto che concludersi con uno dei misteri più assoluti che si cela dietro alla copertina di un libro: la lettura.

Essendo qualcosa di profondamente personale, la prima domanda che Carlo Sordini, Vicedirettore di ACS Editore, pone ad Prof. Luca Brambilla, Direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica, e ad Alessandra Perotti, Direttore dell’Accademia di Scrittura, riguarda il loro rapporto con la lettura.

«Ci sono due persone che non disturberei mai: chi sta dormendo e chi sta leggendo», dice Brambilla, ricordando una frase che gli ripeteva spesso suo padre da bambino, proprio per sottolineare quanto egli stesso consideri il momento della lettura sacro e inviolabile.

«Io penso che la lettura sia innamoramento! E il mio innamoramento è iniziato con le storie che mio padre mi raccontava da bambina», racconta Alessandra Perotti.

Nonostante ciò che accomuna le esperienze dei due Direttori sia il ruolo della famiglia nel trasmettere la passione per la lettura, entrambi concordano sul fatto che i genitori non debbano imporre ai loro figli di leggere, ma facendosi osservare intenti nella lettura, devono far capire loro che leggere è il primo passo per intraprendere una storia d’amore. «L’innamoramento non si spiega», dice Brambilla. «Quando qualcuno è innamorato, si vede!».

Conta di più non quanto si legge, ma quanto profondamente si legge. Il viaggio che un libro ci fa fare può lasciare il segno dentro di noi

Come un’emozione non si può misurare, così il numero di libri letti non si può (e deve) contare. Mai come in questo caso – forse – è vero il detto per cui conta più la qualità che la quantità! Conta di più, infatti, non quanto si legge, ma quanto profondamente si legge. Solo così il viaggio che un libro ci fa fare può lasciare il segno dentro di noi. Ciò fa sì che ci siano dei libri che ci portiamo dentro e dietro per tutta la vita.

Ma come si fa a scegliere un libro? È il lettore che lo sceglie o è il libro a scegliere il lettore? Secondo la Perotti, il libro ci chiama emanando un’energia particolare che ci attrare. «I libri che dobbiamo leggere arrivano da soli» e magari sono proprio quelli che ci cambiano la vita.

Uno scrittore francese contemporaneo, Christian Bobin, a tal proposito dice: «pochi libri cambiano una vita. Quando la cambiano è per sempre. Si aprono porte che non si immaginavano; si entra e non si torna più indietro».

Il Direttore dell’Accademia, invece, rivela che sempre più spesso sceglie i libri da leggere e, soprattutto, gli autori da leggere, perché la maggior parte delle volte i libri che legge per passione sono gli stessi che fanno parte del suo lavoro. «Leggere un libro permette a un’altra persona di entrare nella propria testa e influenzare i propri pensieri, per questo scelgo io quali libri leggere».

Rivolgendosi, poi, ai lettori, dà alcuni suggerimenti operativi per leggere di più e bene; consigli che saranno utili soprattutto a chi svolge una professione in cui la lettura è imprescindibile:

  • identificare un numero minimo di pagine da leggere a settimana e avere un referente esterno a cui dare conto;
  • riferire a qualcuno ciò che si è letto così da ricordarselo meglio e verificare che si è fatto proprio il contenuto;
  • scrivere i pensieri e le riflessioni che la lettura ha suscitato.

Non bisogna dimenticare, però, che la lettura è innamoramento; proprio per questo motivo, non ci si deve sforzare a leggere. Bisogna anche che il nostro io più profondo, la nostra anima sia pronta ad intraprendere il viaggio che un libro ci fa fare.

«La lettura è un luogo in cui andiamo ad abitare», dice la Perotti.

“Abitare” sembra proprio la parola giusta per questa conclusione. Derivando dalla forma frequentativa del verbo latino “habēre”; “abitare” significa letteralmente “continuare ad avere”: la lettura è, quindi, come scrive Alessandro D’Avenia, «qualcosa che rimane anche quando tutto attorno a noi si muove e si perde».

Antonella Palmiotti