La camminata maschile e femminile

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La differenza tra la camminata maschile e quella femminile non è dovuta tanto alle differenze fisiologiche e biologiche, quanto a regole culturali che nel tempo hanno imposto un certo tipo di comportamento piuttosto che un altro.

L’uomo è identificato come l’intruso, la persona che entra nella sfera femminile e per questo è caratterizzato da gesti forti e sicuri. Di conseguenza sarà considerato maschile lo stare e l’atteggiarsi a gambe aperte, avanzare a grandi passi e allargarsi occupando molto spazio.

La donna invece, che è biologicamente ricettiva, ha assunto una andatura più discreta, muovendosi quindi a passi piccoli e stretti per comunicare così riservatezza e insicurezza, ma anche un comportamento aggraziato.

La differenza tra camminata maschile e femminile ha quindi ragioni più culturali che biologiche.

Questa differenziazione nella camminata, come dicevo prima, è frutto della cultura imposta e poi imparata dai ragazzi per imitazione. La camminata discreta e a piccoli passi descritta in precedenza si poteva notare tra i ceti sociali più elevati già nel XIX secolo, dove si formò un’andatura sessualmente eccitante con movimento del seno e del bacino, con chiaro intento ammiccante per chi guardasse. Negli strati sociali più poveri invece il camminare a piccoli passi delle donne non ha trovato spazio, poiché le donne dovevano fare lavori pesanti come le pulizie domestiche e il lavoro nei campi, e di conseguenza assunsero un portamento e una camminata più “maschile”, con passi ampi e i piedi che si poggiavano totalmente a terra, evitando perciò passettini “da uccellini di bosco”.

La camminata maschile e femminile

La camminata maschile

Successivamente, dalla metà del XX secolo in poi, le donne hanno acquistato sempre più diritti e riconoscimenti sociali, e molte delle convenzioni sulle camminate e sui gesti sono andate via via scemando. Anche nell’abbigliamento si è creata una rivoluzione, e le donne hanno tralasciato abiti scomodi come il corsetto guadagnandosi il “diritto” di indossare abiti maschili e più comodi come jeans e magliette. Quindi, se da una parte ci sono state variazioni importanti nei comportamenti, dall’altra è pur vero che certi cliché non sono del tutto scomparsi. Soprattutto non sono scomparsi i significati biologici di certi gesti.

Un uomo con le gambe aperte comunica forza e sicurezza, mentre una signora con le gambe chiuse si dimostra riservata e “per bene”. Inoltre rimangono stereotipi che difficilmente verranno superati: un uomo che cammina a passettini sicuramente avrà dietro uno stuolo di persone che lo crederanno effeminato. Quindi bisognerà sempre più educarsi a interpretare un gesto, un segno, all’interno del contesto in cui questo viene posto in essere per non cadere in grossolani errori.

Luca Brambilla