Branding Piacenza 2 – Il pensiero progettuale alimenta ricordi e desideri.

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«Crediamo che oggi il Marchio di una città e del suo territorio non sia un semplice segno proposto da grafici professionisti, ma un insieme di Elementi Identitari costruiti dalla comunità cittadina e territoriale. Vogliamo perciò che sia la comunità dei piacentini – di nascita, residenti, di formazione, di elezione – ad esprimersi in merito attraverso un Processo di stimolo, coinvolgimento, libera partecipazione e, infine, di riduzione a 8 Categorie, più vicine alla sensorialità percettiva che non alla razionalità intellettuale».

Il Marchio di una città e del suo territorio rappresenta un insieme di Elementi Identitari costruiti dalla comunità cittadina e territoriale.

Con questo annuncio shock, almeno per i professionisti della comunicazione visiva e per tutti i committenti che sanno “chi chiede cosa a chi”, chi scrive affronta la conferenza stampa di presentazione, il 21 ottobre 2014, alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. A presiedere c’è Bloomet, l’agenzia di marketing territoriale responsabile della realizzazione del progetto presentato dal sottoscritto. Poi c’è Aldo Bonomi, docente IULM, saggista prolifico, sociologo fondatore di Consorzio A.A.STER – osservatorio delle dinamiche dello sviluppo territoriale. È lì come incaricato a osservare e riferire in sede ministeriale ciò che regioni, province e città italiane elaborano per partecipare ad EXPO 2015.

“Ho assistito alla presentazione di qualcosa di assolutamente nuovo e posso dire di aver speso bene il tempo di questa mattinata”, commenta in pubblico, riprendendo temi in sintonia con il proprio agire e progettare.

«Per concretizzare questo obiettivo – continua la presentazione shock – abbiamo elaborato un Processo di costruzione collettiva attraverso Internet, che parte grazie a un piccolo gruppo di progettiste piacentine. Questo team animerà e stimolerà conversazioni, riflessioni e proposte di azione per tutti i cittadini interessati»

E così pubblichiamo: «A questa comunità di cittadini viene progressivamente riconosciuto il compito di:

1. Ripensare cosa significhi città & territorio

2. Proporre, condividere, selezionare i concetti-simbolo di città e territorio

3. Legare gli stessi simboli a precisi luoghi/avvenimenti della storia locale, della cronaca e della progettualità collettiva

4. Costruire collettivamente la mappa dei luoghi in cui i simboli possono rivivere, diventando nuovamente valori e sentimenti condivisi

5. Dare vita ad occasioni di festa giocosa aperte a tutti, nei luoghi riconosciuti come depositari dei valori e dei sentimenti

6. Ricondurre i simboli emersi ad 8 categorie sensoriali

7. Ricollegarsi alle rappresentanze pubbliche (Comune, Provincia, Municipalità Territoriali) e private (corporazioni, associazioni, fondazioni)

8. Partecipare al momento finale di presentazione, valutazione e premiazione degli 8 simboli che costituiranno il “Sistema di Elementi Identitari di Piacenza & del suo Territorio”».

Ma come, siamo di fronte a un Piano Collettivo di sovietica memoria? E chi sono le “progettiste piacentine”? E le feste sui territori a cosa servono?

(continua)

Davide Corno