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Alice Minuto è Co-founder e Amministratore di Eusider Alloy Materials. Grazie al suo spirito proattivo è riuscita non solo a ricoprire ruoli di responsabilità, ma anche ad essere premiata nel 2023 come Gold Manager dal Gruppo Giovani Federmanager.
Lei è Co-founder e Ammministratore di Eusider Alloy Materials. Ci racconti gli step principali della sua carriera.
Durante il mio percorso accademico, ho avviato la mia carriera lavorativa con un impiego nel back office in un ufficio di rappresentanze e trading nel settore siderurgico. Ancora ignara che questo settore sarebbe stato protagonista del mio percorso lavorativo e mi avrebbe coinvolto in ciò che oggi è anche una passione, ho avuto l’opportunità di espandere il mio ruolo, sviluppando un profilo oltre che commerciale, anche tecnico, passando dalla pura vendita alla gestione delle vendite e delle relazioni commerciali. Con il passare del tempo, ho avuto l’opportunità di crescere, assumendo sempre maggiori responsabilità. Non ho mai avuto l’ambizione di “arrivare” ma di “riuscire”, questo mi ha guidato nel cercare di migliorarmi in ogni compito che mi veniva assegnato, fino a raggiungere la posizione di Direttore Generale.
Attualmente ho concluso la mia carriera aziendale, dapprima acquisendo le quote della prima società in cui ho iniziato a collaborare ed ora anche come Co-founder e Amministratore di Eusider Alloy Materials.
Questa nuova società nasce dall’unione di un mio progetto, su cui qualche anno fa non osavo neppure appoggiare il pensiero, a quello di un grande Gruppo Industriale, Eusider, da sempre attivo nell’ampliamento di gamma e diversificazione. Ciò che mi ha coinvolto e convinto non è stata la volontà di collaborare fine a sé stessa, ma la mentalità di questo Gruppo, e della famiglia che lo conduce, il fare proprio il verbo “imprendere” dal latino, “intraprendere”, letteralmente “prendere sopra di sé”, credendo nei giovani e nella crescita che passa attraverso la Persona, valorizzandola.
Che ricordo ha dell’esperienza nel Gruppo Giovani di Federmanager?
Benché la mia esperienza in Federmanager non sia stata molto lunga, è stata molto positiva: lo spirito associativo è sempre gratificante, rappresenta un’esperienza di condivisione e scambio continuo di punti di vista. Incontrare Managers provenienti da settori diversi, aperti al dialogo e al reciproco scambio, costituisce un arricchimento personale e professionale.
Quali sono le sfide principali che, in qualità di manager, ha dovuto affrontare. E come manager donna?
Parto da una breve premessa: i miei genitori, partiti da zero come piccoli imprenditori artigiani, mi hanno insegnato il valore della fatica, la dedizione al lavoro e l’importanza di dedicare tempo alle proprie attività. Sin da giovane, ho coltivato la passione per lo sport agonistico, come lo sci e la pallavolo, e ho sempre considerato il lavoro e lo sport come veicoli per il miglioramento personale, non solo per vincere una partita, ma per imparare che esiste un percorso fatto di errori, milioni di tentativi con l’obbiettivo del colpo perfetto o della curva migliore e che il coadiuvante di tutto questo è la squadra.
La mia carriera lavorativa è stata caratterizzata da una serie di piccoli traguardi quotidiani, ciascuno dei quali ha contribuito al mio percorso di crescita. Sono grata per le opportunità che ho avuto e trovo piacevole lavorare quando c’è passione e spirito di squadra. Il mio percorso è incentrato sul raggiungere i risultati desiderati, piuttosto che mirare a raggiungere posizioni di alto livello.
Personalmente, non ho incontrato significativi ostacoli come donna, nonostante abbia sempre operato in un settore prevalentemente maschile. Credo nella gender diversity, poiché ritengo essenziale la collaborazione tra uomini e donne per il raggiungimento di risultato “evoluto”. Le discriminazioni limitano la molteplicità dei punti di vista. La filosofia del lavoro, del sacrificio e dell’impegno porta con sé risultati tangibili: il costante desiderio di miglioramento non conosce limiti di genere. Credo che sfide e opportunità di crescita siano presenti per tutti, uomini e donne.
Com’è Alice dipendente e Alice imprenditore?
Nella veste di dipendente, ritrovo il piacere del lavoro di squadra, assimilandolo al mondo dello sport, dove l’obiettivo è collaborare insieme per raggiungere mete comuni. Come imprenditore, sto formando la mia squadra, affrontando la sfida di lavorare uniti all’interno di un Gruppo articolato. Tuttavia, dinamiche cambiano, in questa veste senti maggiormente il peso delle responsabilità perché gli insuccessi non li si paga solo in prima persona, ma ricadono anche sull’azienda e suoi dipendenti.
Che consiglio darebbe a un neolaureato che sta per entrare nel mondo del lavoro?
Probabilmente gli/le direi di non avere fretta, di non pensare a raggiungere quello che oggi si presuppone essere il successo, di fissarsi degli obiettivi, di sognare, perché no, anche in grande, ma soprattutto di concentrarsi a fare bene e migliorare giorno per giorno facendo in modo che le proprie soddisfazioni quotidiane diventino entusiasmo e l’entusiasmo la “benzina”. Qualsiasi sia la sfida, di lavorare con onestà e integrità e, proprio per l’onestà intellettuale, dovrei anche dirgli che la frase “sbagliando di impara” la si interiorizza molto nella vita sia lavorativa che personale, si sbaglia di continuo anche quanto ci si crede nel giusto o si pensa di farlo “per bene o a fin di bene”, quindi nel filone della positività, si impara di continuo. Bisogna stare accorti, o come di dice mia zia sempre allerta, più si prendono responsabilità maggiori sono i punti di vista e le sensibilità con cui ci si interfaccia.
Il lavoro può essere paragonato a un abito su misura: seguendo la giusta direzione, è possibile modellarlo in base alle proprie competenze. Tuttavia, è essenziale che l’azienda sia permeabile alle esigenze dei dipendenti. È incoraggiante notare che il management delle aziende italiane si sta progressivamente orientando verso una maggiore attenzione e sensibilità verso i collaboratori, riconoscendo che il successo deriva anche dall’ascolto, dalla condivisione e dal senso di appartenenza del proprio team.
Luca Brambilla