Dietro alla copertina di un libro: alle origini della scrittura

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Nel pomeriggio del 6 Ottobre, si è tenuto il secondo incontro del ciclo di webinar “I segreti di un libro: cosa si nasconde dietro alla copertina?”, organizzato in collaborazione tra ACS Editore, la Casa Editrice dell’Accademia di Comunicazione Strategica (ACS), e Accademia di Scrittura.

Trovandosi a dialogare con Luca Brambilla e Alessandra Perotti, i Direttori rispettivamente di ACS e Accademia di Scrittura, il Vice Direttore di ACS Editore, Carlo Sordini, chiede quali siano – secondo loro – le ragioni che spingono a scrivere un libro.

«Ci sono persone che scrivono libri per prestigio, per fare business, perché hanno l’esigenza di trovare uno strumento attraverso cui esprimere le proprie idee, concetti e valori che non riescono ad esprimere in altri modi. Ma, soprattutto, chi scrive lo fa per condividere valore, qualunque esso sia, e trasmettere qualcosa ai lettori», risponde Brambilla.

A queste parole, con le quali non potrebbe essere più d’accordo, Alessandra Perotti aggiunge che, se indaghiamo le ragioni per cui un individuo decide di scrivere un libro andando indietro nel tempo, scopriamo che si scrive perché si teme di cadere nell’oblio. «C’è una ragione primordiale nella scrittura data da un timore, il timore di sparire. Scriviamo perché abbiamo il bisogno di raccontarsi ed è per questo che le storie ci incantano, perché parlano di noi».

Si scrive anche per ragioni terapeutiche e, quando si scrive, il proprio ego si sdoppia: da una parte vi è l’autore; dall’altra ci sarà colui che lo osserva. È in questo sdoppiamento – rivela Perotti – che si cerca di dare una forma concreta a ciò che nella mente dell’autore è nebuloso.

E come ci si accinge a scrivere un libro? Basta la sola ispirazione come punto di partenza? Secondo la Direttrice dell’Accademia di Scrittura, l’ispirazione c’è ma è brevissima. Un libro si scrive attraverso il ricorso alla seguente formula: MTF, ovvero Metodo, Tecnica, Fatica. In particolare, il metodo ha a che fare con la struttura, che rappresenta «un percorso tracciato che ci permette di non perderci per strada».

Scrivere un libro non è solo magia, ma significa soprattutto impegno e fatica e, ogni tanto, qualche piccola delusione

Strutturare un libro non annulla la magia dell’ispirazione, ma fa sì che chi scriva non si areni e abbandoni il suo progetto creativo. Per dirla alla Brambilla: se non si sa cosa scrivere, cioè come intervenire, si deve ripartire dal leggere e studiare, ovvero dalla fase dell’Osserva.

Non esistono, poi, tempi giusti o sbagliati per ultimare la scrittura di un libro: ogni libro ha un suo tempo, definito da Perotti come «il tempo che serve a quel libro per essere un buon libro».

«Senza fretta, ma senza sosta». Questa celebre citazione di Johann Wolfgang von Goethe descrive il suggerimento di Alessandra Perotti, ma anche l’esperienza personale di Luca Brambilla che, autore di numerosi libri e manuali, racconta quanto sia importante per lui avere una costanza nell’arte della scrittura proprio per non andare incontro al cosiddetto “blocco dello scrittore”.

Quando un autore vive il blocco dello scrittore, ci sono due figure chiave a cui può rivolgersi, suggerisce Perotti. La prima è l’editor, che è colui o colei che struttura il libro, che ne trova e ne conosce i punti di forza o di debolezza e lavora su questi. L’altra figura è il writer coach, ovvero chi conosce il mondo della scrittura e dell’editoria ma ha anche acquisito competenze di coaching per poter motivare l’autore a continuare a scrivere.

Quanto pesa una delusione editoriale nel processo di scrittura di un libro e quanto influisce sull’autoproduzione?

Sicuramente – dice Brambilla – coloro che scelgono di autoprodursi sono o autori a cui è stata chiesta una somma per accettarne la pubblicazione o autori sui quali le case editrici non hanno voluto scommettere. Su questo punto, la Direttrice dell’Accademia di Scrittura tiene a ricordare agli scrittori e ai lettori che non sempre una casa editrice è adatta a pubblicare il genere letterario a cui appartiene un determinato libro; quindi, prima di proporne la pubblicazione, è preferibile che gli autori facciano una ricerca sulle diverse case editrici in modo da poterne individuare le più adatte.

Insomma, scrivere un libro non è solo magia, ma significa soprattutto impegno e fatica e – ogni tanto – qualche piccola delusione. Però, come dice quello che è diventato il mantra di Alessandra Perotti, «scrivere è vivere!» e non bisogna rinunciarvi se nella scrittura ci si riconosce.

Per seguire il prossimo incontro, in programma per giovedì 13 Ottobre alle ore 18.00, si prega di registrarsi al seguente link: https://accademia.comunicazionestrategica.it/seminario-i-segreti-di-un-libro-cosa-si-nasconde-dietro-alla-copertina/

Antonella Palmiotti