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Celeste Condorelli è socia fondatrice dell’Associazione Donne Leader in Sanità, un network di uomini e donne che hanno l’obiettivo di promuovere la presenza delle generazioni femminili nei vertici del settore sanitario pubblico e privato.
Com’è nata l’Associazione e qual è il suo scopo?
L’Associazione Donne Leader in Sanità è stata ideata nel 2021, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le donne costituiscono il 75% della forza lavoro nel settore, ma solo il 25% occupa ruoli di vertice. Questa realtà si rispecchia anche in Italia, nonostante l’ampia presenza di figure professionali femminili e l’incremento delle nuove generazioni in campo sanitario. L’ Associazione, pertanto, si impegna a promuovere iniziative di sensibilizzazione sul tema della leadership equa. Il primo passo dell’Associazione è stata la redazione del Manifesto per cercare di impegnare i firmatari a che almeno il 40% delle posizioni dirigenziali nelle organizzazioni sanitarie sia occupato da donne entro i prossimi 5 anni. Questo manifesto è stato presentato al Presidente della Repubblica, dando così origine all’Associazione. Altre iniziative riguardano ad esempio un Osservatorio in collaborazione con Luiss Business School, nell’ambito del quale è stato creato un indice Gender Leadership Index in Health, capace di misurare l’equità di genere delle posizioni di vertice nei diversi settori della Sanità. Un ulteriore progetto riguarda i percorsi di mentorship, che hanno l’obiettivo di accompagnare giovani manager nel loro percorso di crescita.
Cos’è il Premio “Leads – Alessandra Pederzoli” e cosa intende premiare?
Il Premio Leads ha l’intento di promuovere e valorizzare le best practices che sostengono la leadership femminile nel settore sanitario, premiando donne e uomini che si sono distinti per il loro impegno nella promozione dell’equità di genere. A partire da quest’anno, il premio è dedicato ad Alessandra Pederzoli, socia dell’associazione Donne Leader in Sanità, esempio di impegno e di solidarietà nella lotta contro il cancro. Oltre ad essere stata dottore commercialista e docente universitario, ha sempre coltivato la passione per il settore sanitario.
Rispetto a quanto detto precedentemente riguardo i percorsi di mentorship, mi sembra di capire che per lei la formazione abbia un ruolo fondamentale. Che valore dà, quindi, alle soft skill e alla formazione continua per la crescita dell’imprenditorialità femminile?
Viviamo in una epoca di tecnologie esponenziali, in cui i cambiamenti sono tra i più veloci di sempre. Le donne possiedono un notevole dono rispetto alle soft skills: la capacità di unire l’aspetto cognitivo con quello emotivo. Siamo forse più predisposte a capire ed a stare al passo con i grandi cambiamenti anche tramite la formazione. Sarà importante quindi accogliere questa sfida giocando un ruolo strategico nell’ambito dei temi a noi più cari, quali quelli etici e di inclusività.
Qual è la mission che, come donna in carriera, guida il suo operato e la sua vita?
Per me è essenziale operare in un ambiente lavorativo sano e che condivida la mia visione etica del lavoro. Sono cresciuta in un contesto familiare in cui la formazione, e direi il valore della conoscenza, è sempre stata parte “naturale” della quotidianità. Nella vita ho sempre cercato di essere coerente con i miei valori. Sono ad esempio molto orgogliosa di aver contribuito a far nascere un progetto a Napoli patrocinato dall’Organizzazione Mondiale della Salute “Un nido per TRE”: non solo una sala parto con vasca e nido, ma un ambiente dove i genitori possono condividere l’evento della nascita, garantendo un adeguato imprinting neonatale e coinvolgendo il padre che, vivendo insieme alla moglie questa esperienza, si sente da subito maggiormente responsabilizzato e attivo nel suo ruolo. La condivisione del padre nella nascita di una nuova famiglia è fondamentale per una serena carriera della donna e per affrontare il grave calo di natalità dell’Italia.
Altri progetti in cui è stata coinvolta?
Per me è stato di ispirazione quando sono stata selezionata per il progetto InTheBoardroom, nato per dimostrare che le donne potevano a pieno titolo far parte di consiglio di amministrazione di aziende anche quotate (in linea con le legge Golfo Mosca che ha fatto raddoppiare la presenza femminile nei CdA). Personalmente, quel corso per me fu importante per aver avuto l’occasione di condividere con altre donne le sfide non solo professionali, ma anche personali della gestione della carriera.
Che consiglio darebbe alle giovani donne che ambiscono a ricoprire ruoli apicali nella loro realtà lavorativa?
Credo che sia cruciale selezionare un’azienda allineata con i propri principi. Prima di accettare una posizione lavorativa, bisogna considerare attentamente tutte le variabili, poiché le donne, motivate dalla passione e dal desiderio di apprendere, talvolta tendono a sottovalutarli. È altresì importante avere il sostegno della propria famiglia; la mancanza di stimoli da parte del partner e la mancanza di condivisione delle responsabilità quotidiane possono rappresentare, invero, una sfida, soprattutto in vista della maternità. In linea generale, sono convinta che sia importante non rimanere nella comfort zone e cercare costantemente nuovi stimoli per ampliare le proprie competenze. Essere aperti al confronto, ricevere e dare feedback sono elementi cruciali per la crescita personale. La curiosità, un approccio metodico e l’incessante impegno nella formazione sono motori essenziali per lo sviluppo di una carriera.
Giorgia Raguzzi