Time Management: come evitare una lotta contro il tempo?

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J.R.R. Tolkien, il celebre autore de “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”, ha scritto: «tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare con il tempo che ci viene dato».

Partendo dalla consapevolezza che non abbiamo un numero infinito di ore al giorno per portare a termine le nostre attività lavorative, necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati, e conciliare con queste anche gli impegni della vita privata, come si fa a gestire in modo strategico il tempo che abbiamo? La risposta a questo grande interrogativo arriva da tre professionisti, che l’hanno declinata nel proprio contesto lavorativo e secondo i propri valori.

Cecilia Margherita Voi, Direttrice del Magazine di Comunicazione Strategica, ha individuato come strumento di gestione del tempo un’abitudine spesso sottovalutata, ovvero il pulire e fare ordine. La polvere, i documenti, gli oggetti accumulati e ammassati sulla nostra scrivania, invero, occupano anche la nostra mente impedendole di smettere di pensare e di affidarsi alla nostra organizzazione preventiva: lo spazio e il tempo vanno sempre insieme e si influenzano vicendevolmente.

Bisogna, quindi, fare un passo indietro e, invece che sedersi subito alla propria postazione di lavoro, osservare e domandarsi come ci fa sentire quello che vediamo e dove fugge la nostra sezione visiva. Spesso, mentre si è focalizzati su un progetto, è facile che il proprio sguardo cada su oggetti che ricordano il passato o che trasmettono ansia e pressione per il futuro, insinuandosi – così – nel nostro tempo. Per recuperare il controllo su questo è necessario individuare ciò che può essere serenamente lasciato andare e procedere alla sua eliminazione; parola, questa, con struttura profonda che concretamente significa mettere un punto fermo con eventi o persone che non ci riguardano più o non ancora. Solo in questo modo si può fare poi ordine, non solo delle cose sulla nostra scrivania ma soprattutto delle priorità della nostra agenda lavorativa.

Per salvaguardare il nostro tempo, dove è possibile, abbiamo anche un altro strumento, introdotto nel mondo del lavoro italiano solo da pochi anni: lo smart working o, per meglio dire, il remote working. Come la maggior parte dei lavoratori ha potuto testare, lavorare da casa consente di dedicare il tempo impiegato di solito per gli spostamenti giornalieri in un modo diverso e – forse – più produttivo, riducendo la sensazione di stress legata a questo aspetto e migliorando anche l’equilibrio tra vita professionale e privata.

Proprio a tal proposito, Marco Rovatti sostiene che aver modo di «spendere più energie su progetti e meno sugli spostamenti non può che far bene alla salute, all’ambiente e al business». Lo smart working, in effetti, ha dimostrato e dimostra tuttora che non esiste un solo modo di fare impresa dato da un’unica variabile, ma che ci sono più modelli operativi che è possibile implementare per essere performanti allo stesso modo anche se non si lavora fisicamente tutti nello stesso edificio.

Lo scorrere del tempo, che il remote working ci dà l’impressione di poter governare meglio, è un fattore cruciale su cui – al contrario – si avverte di non essere in grado di agire quando ci si trova coinvolti in un processo negoziale. Secondo l’Avv. Massimo Antonazzi, anche Co-founder di Crisis Negotiation Future S.r.l., quest’ultimo è influenzato dal tempo almeno in tre modi diversi in quanto:

  1. determina la scelta di entrare in trattativa con la controparte;
  2. detta il timing di negoziazione, quindi di maturazione del conflitto che sfocia poi nella trattativa;
  3. deve essere investito maggiormente nella preparazione, prima fase del processo negoziale che definirà poi gran parte del successo che si conseguirà.

Ecco, allora, che, come in una negoziazione, anche nella vita per avere successo nella gestione del tempo e non far sì che diventi fuggente, ci si deve preparare per decidere cosa fare di secondi, dei minuti, delle ore, che abbiamo a disposizione ogni giorno. Per farlo possiamo partire da qui.

Antonella Palmiotti