Emozioni: meglio fuori che dentro

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Noi percepiamo la realtà circostante come se fosse un “fascio di percezioni”, e queste percezioni si traducono in sentimenti che invadono il nostro corpo a seconda della loro intensità. Conviene educarsi fin da giovani a imparare a riconoscere e prendere sul serio i nostri sentimenti. Riadattando al nostro contesto una simpatica battuta di Shrek potremmo dire:

“Meglio fuori che dentro!”.

È necessario imparare a prendere sul serio i sentimenti che ci attraversano perché altrimenti rischiano di “esploderci dentro”, generando anche gravi patologie psicologiche. Pensiamo per esempio a un ragazzino che si prende una cotta per una bella ragazza della sua classe. Se questi farà finta di nulla, senza tentare di approcciarla, ma soprattutto senza ammettere a se stesso di essere attratto da una ragazza, rischia di diventare introverso, nervoso, o peggio ancora apatico di fronte al mondo perché non si sarà abituato a rapportarsi con la realtà.

Emozioni: meglio fuori che dentro

È difficile però che qualcuno possa trattenere a lungo un sentimento, perché questo tende sempre a uscire attraverso delle vie di fuga, come un piede che trema sotto un tavolo di una riunione perché il soggetto in questione è particolarmente agitato. Ecco allora che il corpo trova una via per far scaricare la tensione nervosa che si stava accumulando. Samy Molcho ne “I linguaggi del corpo” ricorda giustamente che “ogni rimozione produce una pressione e una contropressione energetica che cercano di scaricarsi all’esterno. Se le blocchiamo, esse si rivolgono contro gli organi interni e ce le troviamo nei disturbi psicosomatici”. Si potrebbe paragonare quindi il corpo umano a una caldaia a gas, nella quale un orologio indica l’eccesso di pressione, e si scarica una valvola di sfogo. Se la via di fuga viene quindi forzatamente chiusa il corpo reagirà “surriscaldandosi” aumentando la tensione muscolare o la mimica.

Il comprimere un sentimento non è mai la via migliore, senza dover per forza scadere nell’essere dei sentimentali con derive bestiali ovviamente. Si dovrà piuttosto imparare a comunicare i propri sentimenti in maniera chiara senza diventare aggressivi, in una parola quel che bisogna diventare è assertivi. Primo passo per essere assertivi, e “compito a casa”: prendete sul serio quel che pensate di fronte alle varie circostanze che vivete.

Luca Brambilla