Essere occupati non significa essere produttivi

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Nella maggior parte dei momenti della giornata, siamo impegnati a fare qualcosa. Tuttavia, c’è una grande differenza tra essere occupati e produttivi e soltanto essere occupati. È facile cadere in quest’ultima categoria quando i giorni sono pieni di compiti senza fine.

Differenza tra “occupato” e “produttivo”

Il termine “occupato” è diventato una sorta di distintivo d’onore: essere occupati ci fa sembrare (e sentire) importanti. Proprio a ragione di questo status symbol le persone hanno coltivato l’abitudine di sentirsi impegnati.

Ma “impegnato” in realtà non significa “produttivo“, e essere eccessivamente impegnati può spesso portare a una sensazione di sopraffazione. Essere impegnati non è sufficiente: lo sono anche le formiche. La domanda è: in cosa ci impegniamo? Da questa prospettiva il termine “impegnato” cambia significato e assume un fascino nuovo.

La parola “occupato” è definita come “essere impegnato in un’azione“: ovvero bisogna evitare tutti quei compiti che ci portano ad agire senza essere coinvolti e svolgendoli ripetutamente, in maniera meccanica. Il modo migliore di essere impegnati riguarda più l’intenzione che l’attenzione. Viceversa, il modo peggiore di occupare il proprio tempo è svolgendo compiti che richiedono più risorse dalla nostra attenzione che non dalla nostra più profonda intenzione.

Essere meramente occupati può avere ripercussioni anche sul piano sociale e relazionale, comportando una certa forma di isolamento: è inevitabile che qualcuno prima o poi ci chieda come stiamo o cosa abbiamo fatto. Rispondere in automatico “impegnato” può farci sembrare sprezzanti e chiudere la conversazione.

Occupato può essere comunque qualcosa di buono, ma prima è necessario rispondere alla domanda che ci siamo posti poco fa: occupato a fare cosa?

Essere occupati non significa essere produttivi

Se sei impegnato a fare qualcosa, quelle azioni ti spingono davvero in avanti in un modo veramente produttivo? Controllare l’e-mail, ad esempio, non è una definizione di essere produttivi.

Riformulare le parole

Per avere un po’ di chiarezza e riuscire a capire definitivamente se si sta spendendo il proprio tempo nello svolgimento di compiti produttivi, o se si sta svolgendo semplicemente un lavoro impegnativo, bisogna riconsiderare le proprie parole. Invece di dire, “Non ho tempo”, è meglio dire, “Non è una priorità”, e vedere come ci si sente. Questa riformulazione ci aiuta ad essere obiettivi e a determinare se si spende il proprio tempo impegnati sulle cose giuste.

Allo stesso modo, dire “Sono occupato” è come dire “Non ho tempo per questo”. Riformulare la frase dicendo “La mia attenzione adesso è su …” o “Sono occupato a fare queste cose” ci darà sicuramente una prospettiva nuova: una formulazione migliore del motivo per cui siamo occupati equivale a dare significato ai nostri incarichi, passando da “occupato” a “produttivo”.

Inoltre, quando diciamo agli altri su cosa stiamo incanalando la nostra attenzione, creiamo un legame più forte e una conversazione più solida con chi ci sta chiedendo di noi e del nostro tempo. Serve rallentare per capire se si stanno mettendo al primo posto le cose più importanti. Quando ti senti impegnato, rallenta e fai un bilancio per vedere se le cose su cui stai lavorando sono cose che dovresti affrontare in quel momento.

La Redazione