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Come nasce l’Istituto De Filippi e qual è la sua mission?
L’Istituto De Filippi nasce nel 1950, diventando il punto di riferimento per la formazione e l’educazione dei giovani.
Dal 1986 prende avvio la Scuola Alberghiera, la cui attività prosegue ancora oggi, grazie anche al contributo di AVM Gestioni SGR – attraverso il Fondo talent EuVECA – al quale si è poi aggiunta Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore – braccio strategico e operativo di Fondazione Cariplo nell’ambito dell’Impact Investing – che hanno sottoscritto un aumento di capitale nell’Istituto De Filippi per dotare la società delle risorse necessarie per consolidare un progetto di sviluppo volto ad estendere la formazione scolastica di secondo livello ai professionisti che vogliano crescere, riqualificarsi e che, provenendo da altri settori e/o percorsi di studio, desiderino entrare nella filiera del food.
Da più di 70 anni l’Istituto De Filippi è sinonimo di educazione e formazione eccellente ed inclusiva: una scuola fisica con sede a Varese e una piattaforma formativa digitale orientata al futuro che investe sulle persone e sui loro percorsi professionali. La nostra mission è contribuire a creare un contesto nel quale ciascuno possa valorizzare le proprie qualità. Creare un clima e un ambiente dove le persone si muovano verso ciò che vogliono, alimentino il proprio potenziale, si giochino al meglio le opportunità della vita.
In cosa consiste il suo ruolo in qualità di Member Board of Directors dell’Istituto?
Ho ideato il progetto e coinvolto la Diocesi di Milano proprietaria della struttura prima della nostra operazione di acquisizione; poi insieme ad amici ed esperti manager abbiamo costituito il club deal di investitori istituzionali e oggi sono chiamato ad accrescere e coordinare il gruppo di persone che sostiene lo sviluppo del progetto.
Cosa rende l’Istituto de Filippi sinonimo di formazione e educazione esclusiva?
Mettiamo la persona al centro e siamo orientati al suo successo e realizzazione nel lungo periodo; infatti, abbiamo istituito un nuovo paradigma formativo personalizzato su ogni individuo, mettendo insieme le hard e le soft skills. Questo dà la possibilità ai corsisti di scegliere in quale realtà andare poi a lavorare, ponendosi tre domande: 1. Quanto imparo? 2. In quale ambiente lavoro? 3. Quale compenso?
Grazie ai nostri specialisti insegnanti, ovvero persone autorevoli del settore, con anni di esperienza alle spalle che sono parte integrante dei nostri corsi, il valore della nostra formazione e del nostro metodo è riconosciuto dalle aziende che sostengono il De Filippi e che si riconoscono nei nostri stessi valori, credendo che siano l’unica chiave per portarsi a casa le persone di cui hanno bisogno e per posizionarsi come i veri protagonisti del cambiamento.
I percorsi formativi sono delle vere e proprie esperienze di vita che comprendono anche visite approfondite e soggiorni di condivisione vera e propria del lavoro in alcune delle più importanti realtà aziendali del settore enogastronomico.
Come aiutate gli studenti a coltivare il talento e a trasformarlo in successo?
Noi crediamo al “climate control”, cioè ci occupiamo di creare le condizioni, il contesto, per innaffiare ogni giorno il terreno nel quale i semi della grinta possano sbocciare in talento.
Facciamo una formazione artigianale, completa e su misura per ogni persona valorizzando le peculiarità.
Utilizziamo nuove attrezzature, nuove tecnologie digitali e nuove metodologie didattiche offerte dall’intelligenza artificiale.
Il vostro obiettivo è quello di formare dei giovani professionisti nel campo della ristorazione, quanto contano le soft skill in questo settore?
Sono determinanti.
Le hard skills che noi insegniamo con grande profondità e cura sono “solo” un mezzo per rendere consapevoli gli studenti di quei comportamenti disfunzionali inconsapevoli che boicottano i loro progetti e le loro ambizioni perché non gli permettono di attingere appieno alle loro risorse migliori.
Solo l’uso dell’intelligenza emotiva consente di comprendere come usare al meglio le proprie hard skills in un contesto lavorativo come questo, dove le relazioni tra persone sono la base dell’apprezzamento del servizio.
Quali sono le difficoltà che un giovane professionista può incontrare entrando nel mondo del lavoro? Che consiglio gli dareste per affrontarle?
I giovani entrano nel lavoro in un mondo incerto, complesso, ambiguo, condizionato dalla velocità dei cambiamenti e dalla rivoluzione tecnologica e digitale.
In questo momento storico essere consapevoli delle proprie passioni e talenti è un punto di partenza straordinario per scegliere il lavoro.
Ai candidati suggeriamo in sede di selezione e colloqui di esplicitare senza paura cosa vogliono fare e perché per chiarire le posizioni reciproche con le aziende.
Suggeriamo una formazione di onboarding breve e intensa oppure più lunga ed immersiva di Mastery In, per far acquisire ai partecipanti più consapevolezza di ciò che vogliono fare e di quali competenze servono per intraprendere il percorso di carriera ambito.
Luca Brambilla