I “3 capi” da rispettare per fare carriera

Il primo capo è il proprio superiore. Il secondo è il proprio team di collaboratori. E il terzo, non meno importante, è il cliente.

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Uno dei desideri più ricorrenti che i giovani manager con cui interagisco mi confidano è quello di voler far carriera velocemente. E quando mi viene posta la fatidica domanda “come posso crescere velocemente in azienda?”, la mia risposta è sempre la stessa: “Rispetta i tuoi tre capi”.

Entriamo, allora, nel merito per capire meglio cosa si nasconde dietro la mia risposta apparentemente enigmatica.

I “3 capi” da rispettare per fare carriera

Tutti i manager hanno tre capi e per far carriera devono rispettarli tutti e tre.

Il primo capo è il proprio superiore. Da lui occorre apprendere in maniera chiara quali sono gli obiettivi da raggiungere e, magari, farsi dare alcuni suggerimenti operativi sul tipo di strategia da utilizzare. Durante le riunioni con il proprio superiore occorre, quindi, dedicargli la massima attenzione, in modo da comprendere, sia dagli elementi verbali che da quelli non verbali, ciò che realmente desidera.

Io stesso ho avuto modo di approfondire la verità e l’importanza di questo aspetto pochi giorni fa, durante il periodo trascorso a fianco del Ceo di una grande azienda. Durante un meeting tra questa persona e alcuni suoi manager, la situazione si è infiammata: il Ceo si è infatti messo a gridare ai suoi collaboratori che dovevano imparare ad ascoltare le sue reali esigenze e per farlo avrebbero dovuto prendere spunto dal modo in cui lavorava la sua assistente personale, la quale, per paura di perdere qualche informazione importante, era solita appuntarsi su un taccuino tutto ciò che lui le diceva.

Il secondo capo a cui mi riferisco è il proprio team di collaboratori. Non esiste manager che possa raggiungere i propri obiettivi senza una squadra allineata, ovvero con valori condivisi e un’intesa operativa. Anche in questo caso il manager deve effettuare un grande lavoro di ascolto e successivamente di persuasione, per comprendere come usare al meglio i talenti espressi dai propri collaboratori. A tal fine conviene organizzare non solo meeting informativi, ma anche delle occasioni in cui si co-progettano le strategie per raggiungere degli obiettivi ben chiari a tutti.

Infine, il terzo capo, non meno importante dei precedenti, è il cliente. Senza arrivare a figurarselo come un tiranno, è tuttavia corretto pensare di essere quasi ossessionati dai desideri del proprio cliente. Occorre conoscerne le esigenze ancora meglio di quanto lui stesso non sappia fare. Solo in questo modo si potrà rispondere alle richieste e nel contempo offrire quell’elemento di valore aggiunto che lo farà tornare.

Un esempio eccellente di questa “ossessione” è stata sicuramente fornita da Steve Jobs, il quale ha voluto fornire ai propri clienti prodotti che andavano ben oltre la loro immaginazione. I risultati commerciali del suo modus operandi sono sotto gli occhi di tutti.

Se, quindi, un manager non sta raggiungendo il livello di carriera desiderato, il suggerimento è quello di verificare se sta rispettando tutti e tre i capi che ho citato.

Ora che abbiamo sdoganato questa piccola-grande verità, occorre mettere in pratica il suggerimento, altrimenti si ricadrà nella situazione descritta da Nelson Mandela quando diceva: “Sappiamo ciò che deve essere fatto: quel che manca è la volontà di farlo”.

Luca Brambilla

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