Il respiro secondo Max Damioli

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Nessuno ha bisogno di concentrarsi per respirare, è un’azione involontaria e vitale per tutti gli esseri viventi, siamo tutti in grado di farlo.

Ma siamo capaci di farlo “bene”? M. Damioli, formatore esperto su questo argomento, ci spiega come in realtà tendiamo a “bloccare” il respiro sin da bambini, influenzati dai modelli familiari e sociali intorno a noi.

Possiamo renderci conto meglio di come facciamo, inconsciamente, quest’azione quotidianamente facendo un bel respiro profondo, immagazzinando quanta più aria possibile nei polmoni, espirando poi lentamente.

Il respiro secondo Max Damioli

In media respiriamo al 10% del nostro potenziale, e questo influenza notevolmente la nostra attività cerebrale.

Per dimostrare ciò, ci chiede di fare cinque profondi respiri di sollievo, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca, cercando di riempire al massimo i polmoni per poi svuotarli completamente.

Dopo un paio di minuti bisogna ripetere lo stesso esercizio aumentando fino a 10 i respiri consecutivi, il nostro sistema dovrebbe godere di una botta di energia vitale notevole che non siamo in grado di gestire immediatamente, ma con il dovuto esercizio è possibile aumentare di gran lunga le nostre performance.

Per chiarire meglio le motivazioni alla base di questi effetti, è sufficiente ripensare alle conoscenze di base apprese durante le lezioni di biologia al liceo: il nostro cervello funziona grazie a due carburanti fondamentali, che sono glucosio e ossigeno, e durante la sua attività consuma il 25% del secondo elemento e il 40% dell’energia in tutti il corpo. Ergo, respirare male implica pensare e agire altrettanto male.

Alla luce di quanto detto M. Damioli definisce il Respiro un “modello strategico a mediazione respiratori” in quanto è efficace, efficiente, replicabile, predittivo e trasferibile.

La Redazione