La Supply Chain portuale – Intervista a Luca Abatello

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Ci parli della realtà di Circle Group.
Circle Group è specializzato nella consulenza e nello sviluppo di prodotti per l’automazione e per la digitalizzazione della supply chain all’interno del settore portuale e della logistica intermodale. Siamo partiti con l’essere sei persone fino ad essere 102 oggi; siamo partiti da un valore della produzione di 1 milione e siamo arrivati ad 11 milioni, dato con cui abbiamo chiuso il 2022. Abbiamo rinsaldato la nostra presenza internazionale con due sedi all’estero: una a Bruxelles, dove abbiamo il presidio diretto degli aspetti evolutivi, normativi, doganali e comunitari; l’altra a Porto, dove seguiamo il mercato della penisola iberica. Abbiamo poi un partner in Turchia, che sicuramento è un’area nella quale, insieme ad Egitto e Marocco, stiamo molto lavorando negli ultimi anni in ottica di far ridiventare – in primis – l’Italia e poi il Mediterraneo una delle porte privilegiate di accesso al centro dell’Europa.

Quali sono le sfide da affrontare come Circle Group?
Le sfide che abbiamo davanti sono importanti e nascono dalla scelta che, come gruppo, abbiamo fatto circa 6 anni fa, occupandoci della digitalizzazione della catena logistica, da una parte, e dello sfruttamento di opportunità derivanti dalle evoluzioni normative e progettualità europee dall’altra. Fin dal 2012, quindi, abbiamo cercato di sviluppare, da un lato, un approccio molto internazionale e, dall’altro, una forte attenzione al valore aggiunto oggettivo, reale e misurabile in un’ottica di digitalizzazione in un settore così complicato in quanto strutturalmente coinvolge un ampio numero di attori per movimentare ogni singola merce. Concretamente significa sia avere un approccio che metta insieme un anticipo normativo, come oggi stiamo facendo sul Regolamento (UE) 2020/1056 sulle informazioni elettroniche sul trasporto merci (eFTI), sia identificare le vere criticità della catena logistica in maniera tale da portare concretezza agli attori della supply chain.

Luca Abatello, Presidente e CEO di Circle Group.

Quali sono gli obiettivi nel breve-medio periodo? 
Abbiamo deciso di favorire una crescita non solo interna al gruppo ma anche esterna; infatti, da quattro anni siamo quotati all’Euronext Growth Milan. Abbiamo iniziato, quindi, un percorso di acquisizioni (nel 2022 siamo arrivati alla quinta) e la costituzione di una newCo rispondente alla logica di aggregare con un approccio federativo, che abbiamo a livello di catena logistica, una serie di esperienze complementari (portuali, ferroviarie, autostrade del mare, aereoportuali) fra loro, che potessero completare il quadro. L’ultima acquisizione che abbiamo fatto – della società CargoStart – rientra proprio nell’ottica di poter dare una visione di insieme a chi ha bisogno di un servizio door to door con forte verticalizzazione e a chi, invece, necessita di una soluzione mirata che, dal punto di vista operativo, doganale e di sicurezza, risolva le tematiche in uno dei nodi della catena logistica. Sono molto fiducioso che nei prossimi 30 mesi, grazie anche alla spinta del PNRR, riusciremo a elevare la catena logistica smaterializzata, digitalizzata, integrata e resa operativa a uno dei principali tasselli di crescita del Mediterraneo e, con esso, dell’economia italiana.

Quali valori attribuisce alla formazione e alle soft skills in un mondo sempre più digitalizzato e digitalizzabile?
La formazione è essenziale in questo settore considerando soprattutto la tecnologia che, nel contesto della supply chain, ha fatto sì che negli ultimi anni – e tanto più nei prossimi quattro – le professionalità richieste all’interno del contesto operativo fossero stravolte. È evidente che, in un contesto di una parziale o totale automazione dei macchinari (ad esempio), non si ha più bisogno di qualcuno che fisicamente faccia una serie di attività operative, ma si necessita di avere persone con capacità di planning, di ottimizzazione, di analisi dei dati, di organizzazione. A tal proposito, due anni fa abbiamo ideato il progetto “Conciliamo”, che prevede sia un forte investimento sulla formazione di soft skill in quanto componenti decisive e che fanno la differenza, sia un coinvolgimento del team anche nell’ottica di fidelizzazione.

Su cosa si focalizzerà durante il suo intervento in qualità di relatore all’evento PORTUALITÀ ITALIA a servizio del Paese che si terrà martedì 18 aprile? 
Mi piacerebbe far riflettere da un punto di vista più strategico, più a medio termine, non solo nel tatticismo del giorno per giorno. Credo ci sia la necessità di fermarsi e cercare di declinare in termini strategici le evoluzioni a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, tra cui la digitalizzazione che condiziona fortemente il nostro settore, e che in alcuni casi non ci hanno solo coinvolto ma anche travolto – o “stravolto”.

Luca Brambilla