L’importanza della pianificazione strategica – Intervista a Luca Bordin

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Le chiedo una breve introduzione, poi possiamo partire con le domande. 

All’interno di Luxottica, in cui lavoro da dieci anni, svolgo il ruolo di Global Store Development Planning Director, in particolare mi occupo di definire il piano degli interventi sui nostri store retail per la realizzazione di nuovi negozi o il rinnovo, relocation, di quelli esistenti. 

Definisco il piano di alto livello degli interventi per tutte le geografie, determinando ogni mese che cosa succederà e l’impatto sull’organizzazione di design e construction

Come avviene la gestione dei progetti all’interno della vostra azienda? 

Alcuni concetti principali all’interno dei nostri progetti sono l’ontime delivery e la priotitization per ognuno dei progetti. Importante è gestire il workload delle persone all’interno dei gruppi, capire cosa debba essere implementato prima e cosa dopo per incrementare la produttività. Lavorare in questo modo ci ha fatto capire che dovevano essere inserite delle logiche di design e material planning più forti, nonché uno sviluppo ancora più intenso dei digital tool.
Da qui abbiamo cominciato a sviluppare un team che si occupa di process & systems innovation che ci porta a capire ancora più nel dettaglio gli stati di avanzamento, con la possibilità di avere un più ampia visibilità sul futuro. 

Quanto è importante coinvolgere il team all’interno dei vostri progetti? 

Secondo me è fondamentale, soprattutto all’interno delle grosse aziende ma anche nelle piccole, avere un’interazione fra i vari stakeholder che collaborano al successo dell’azienda stessa. Sono un grande sostenitore del coinvolgimento, con regole chiare, di quello che si deve realizzare, dando responsabilità a ognuno degli enti, per poi arrivare ad avere successo come organizzazione in generale, e contemporaneamente controllare che effettivamente quello che si stava progettando venga o verrà realizzato in modo sincrono fra i vari teams. 
In questo tipo di approccio, la difficoltà maggiore è la gestione della complessità, perché ci sono tantissimi pezzi e se ce ne si dimentica uno si ha un grosso impatto sull’organizzazione in toto.
Non è importante solo pianificare, ma come e cosa si fa, come si controlla e di conseguenza quali sono gli improvement che si possono implementare. Questo richiede disciplina, tempo per “lavorare” e fare innovazione. Il team deve avere almeno tre ore al giorno per poter concentrarsi senza avere interruzioni da meetings, oltre alle task giornaliere è necessario pensare a come migliorare ogni giorno non solo il prodotto ma anche processi e sistemi. 

Intervista a Luca Bordin, Global Store Development Planning Director per Luxottica

Chiarissima l’importanza della pianificazione strategica e anche della gestione delle urgenze. È un tipo di atteggiamento che funziona anche per cambiamenti di scenario a lungo termine? 

I cambiamenti di scenario ci sono continuamente. La pianificazione identifica un potenziale futuro in questo momento, ma fra un minuto può essere diverso. La pandemia ce ne ha portato esempio. Avere una grande solidità dei dati e un’immagine digitale dell’azienda è importantissimo nel momento in cui c’è un cambio di scenario. Utilizzando come regole i driver di questo cambiamento, questo permette di vedere in modo veloce il nuovo scenario che si andrà a creare e gli impatti che si avranno su tutta l’organizzazione. Quindi dobbiamo abituarci ai cambiamenti di scenario, non pensare che siano una rarità e farsi trovare sempre pronti. 

Prima ha citato anche la volontà costante di migliorarsi, quali persone sono coinvolte nei vostri progetti e come avviene il dialogo la relazione con queste persone? 

All’interno del nostro team, qualsiasi cosa facciamo deve riflettersi positivamente o sulle vendite o sui costi, eliminando il superfluo. Nel nostro caso, il team di Design and Construction e il team di Real Estate sono quelli che si occupano di trovare le location e realizzarle, il team Retail è invece quello che si occupa delle vendite attraverso lo store. Questi sono solo i principali, poi abbiamo moltissimi altri enti con cui collaboriamo. 

La logica giusta non è coinvolgere tutti sempre, per me è importante coinvolgere le persone solo se queste portano valore, quindi pochi che lavorano bene. Ognuno lavora su un piccolo pezzo ma collabora su ciò che succede prima e dopo, quindi, ha una visione di insieme. Questo permette di capire cosa stia succedendo, di vedere magari se un’attività su cui si sta lavorando non ha senso, quindi avere una coscienza critica. 

Quali suggerimenti darebbe per entrare nel mondo del lavoro o comunque per crescere a livello professionale? 

La cosa importante è avere grande passione per quello che si fa. La passione la si può trovare su tutto, ma si deve trovare prima dentro sé stessi. 
Un altro elemento è l’impegno, non c’è nulla che arriva gratis, si può iniziare la carriera anche dal basso e fare esperienza.
Poi avere anche tantissima curiosità, continuare a porsi domande e avere un grande riferimento davanti a sé; può essere un capo o una persona competente da cui imparare. Le persone che ti fanno sentire come se tutto vada bene non sempre sono le più adatte. Per crescere bisogna provare, sbagliare ed uscire dalle aree di comfort, sforzarsi a fare di più.  
Anche un pizzico di fortuna… che però spesso è la conseguenza di quanto si è fatto e della visibilità che si è dato agli altri. 

Luca Brambilla