Nino Lo Bianco: il coraggio di osare

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Ci sono libri che si leggono perché affascinati dal contenuto, altri perché affascinati dallo scrittore. Il testo di cui voglio parlare oggi è legato alla seconda ragione.

Recentemente, per caso, ma, come mi disse una volta un mio maestro, «il caso è Dio che agisce in incognito», ho avuto modo di partecipare a un evento in cui c’è stato uno speech del dott. Nino Lo Bianco, attualmente presidente di Bip, la più grande società di consulenza di origine italiana presente in Italia.

Il suo breve ma graffiante discorso ha toccato due temi fondamentali: la rivoluzione del digitale, una rivoluzione in cui siamo immersi e che è sempre più importante iniziare a cavalcare, e l’importanza di osare, cioè di agire con coraggio pur di fronte alle mille incertezze e paure che ciascuno di noi ha di fronte.

Lo Bianco ha scritto durante il covid il testo È il momento di osare. Here to dare, pubblicato da RCS MediaGroup S.p.A., nel quale dialoga con i lettori su tre macro-temi.

Nella prima parte evidenzia le maggiori implicazioni che la rivoluzione digitale porta con sé. Tra queste, quella che mi ha maggiormente colpito è l’immagine che un domani chi studierà il periodo storico nel quale stiamo vivendo noi lettori considererà questi anni alla stregua di come noi consideriamo il momento in cui, dal punto di vista mitologico, Prometeo rubò il sole a Giove, cioè l’inizio di un cambiamento irreversibile, repentino e inarrestabile.

L’importanza di osare, cioè di agire con coraggio pur di fronte alle mille incertezze e paure che ciascuno di noi ha di fronte

In questa prima parte, il concetto che più mi ha toccato e che prontamente ho fatto mio dal punto di vista operativo è considerare il digitale come una protesi, un quinto senso che dà – finalmente – il dono dell’ubiquità alle persone, ovvero la possibilità di essere in più posti simultaneamente. In effetti, attualmente, grazie agli incontri nel metaverso, mi è ancora più facile assistere i clienti che prima avrei potuto incontrare solo facendo lunghi viaggi in treno o addirittura in aereo. Oggi, con un semplice click, si può passare da città a città, da Stato a Stato e – addirittura – da continente a continente.

Grazie a questa immagine, in Accademia abbiamo potenziato ulteriormente l’utilizzo dello smart working, in quanto non significa relegare le persone ad una stanza di casa, ma permettere loro di entrare in tutti gli uffici del mondo.

La seconda parte del libro di Lo Bianco riguarda i macro-trend e le attività che si stanno sviluppando, che chi fa consulenza sta studiando così da poterle offrire e fornire ai propri clienti.

In questa fase, sono spiegate in maniera estremamente lucida le ragioni del successo di Bip che, fondata nel 2013, è arrivata oggi a contare più di quattromila dipendenti con un trend di crescita in costante aumento.

Capire i trend e saperli declinare in servizi e prodotti utili per i propri clienti è un approccio pragmatico che, da consulente esperto, Nino Lo Bianco ha avuto modo di imparare e di implementare nel corso della sua lunga carriera, prima in Telos Management Consulting, poi in Deloitte Consulting e, infine, nella sua stessa creatura Bip.

È, tuttavia, la terza parte che mi ha fornito maggiori spunti di riflessione in quanto affronta il secondo dei macro-temi del testo, ovvero l’importanza di osare. In questa terza parte, infatti, Lo Bianco racconta come lui, i suoi amici e i suoi soci abbiano deciso di costruire una società in cui tutti fossero spinti a dare il meglio di sé, imparando a cavalcare e non a subire le innovazioni, scegliendo di essere portavoci di un cambiamento e, per questo, allineandosi attorno a una vision e mission comune co-progettata tramite l’ascolto di tutti, dal primo dei fondatori all’ultimo dei neoassunti. Questo mostra ancora una volta che chi ha passione per l’umano non può non aver passione per tutti gli aspetti della vita, fossero anche aspetti apparentemente lontani, come quelli freddi del digitale che, se visti in un’ottica nuova, diventano strumenti eccezionali a servizio dell’uomo per potenziare ulteriormente la sua creatività e il suo lavoro.

Visto che questo testo – che invito a leggere – è costellato di argute citazioni, non posso che usarne anche io una per concludere: «siamo come nani sulle spalle di giganti». A noi giovani, quindi, il compito di ascoltare con attenzione ciò che dicono i saggi di oggi, con l’augurio e la speranza di poter proseguire sulla via tracciata dai grandi.

Luca Brambilla