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Sembra paradossale, ma pensare positivo non è, di per sé, sufficiente a renderci realizzativi.
Abbandonarsi alle fantasie che riguardano il futuro non ci farebbe agire in maniera costruttiva e, sebbene nel breve termine possa risultare piacevole, in realtà ci porta soltanto a decimare la nostra energia e il nostro impegno, facendoci sprofondare in un perenne stato di esitazione. Le fantasie positive infatti sembrano incentivare maggiormente lo svolgimento di compiti facili e frivoli, mentre rallenterebbero la realizzazione di compiti importanti e difficili, fondamentali per impostare la nostra vita e il nostro futuro.
I pensieri positivi insomma servono a poco per portare a termine tutti i nostri propositi, e hanno il solo scopo di darci forza e speranza, di non farci scoraggiare, senza però portarci da nessuna parte.
Alle fantasticherie non bisogna chiedere più di quello che possono darci: viceversa comprenderne e riconoscerne i limiti ci permette di utilizzarle nella vita quotidiana come valide alleate nella realizzazione dei nostri obiettivi. Realizzare gli obiettivi significa innanzitutto mettere bene a fuoco le barriere e gli ostacoli che ci impediscono di portarli a termine. Ma come?
Possiamo provare con il metodo WOOP, acronimo di Wish, Outcome, Obstacle, Plan, ovvero desiderio, risultato, ostacolo, piano.
Ma come funziona? Si parte con l’identificare un desiderio molto intenso, focalizzato il risultato migliore che possiamo ottenere da questo desiderio, possiamo servirci di un piano, e con le connessioni cognitive tra futuro, ostacolo e comportamento utile, ci riusciremo a gestire le difficoltà e ad affrontare con maggiore sicurezza la situazione.
I nostri sogni possono essere realizzabili, ma non sono altro che sfide che richiedono impegno e azione. Bisogna concretare le nostre fantasie senza idealizzarle, ma mettendole in contatto con gli ostacoli che dobbiamo superare per raggiungerle.
La Redazione