“Talento” fa rima con “Successo”?

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Nel pomeriggio del 27 aprile, si è tenuto il terzo webinar del ciclo di incontri “Oltre la Copertina”, organizzato da ACS Editore e moderato dal direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica, Luca Brambilla. I temi di questo ultimo incontro sono stati il “talento” e il “successo”, concetti affrontati dal direttore in un libro da lui scritto, intitolato – appunto – Dal Talento al Successo. Chi, se non quattro imprenditori e manager dal grande talento e di successo, ne avrebbe potuto parlare? 

I relatori del webinar, infatti, sono stati: 

  • la dott.ssa Francesca Ossani, Presidente di Crik Crok; 
  • il dott. Stefano Leoni, General Manager Milano di Ralph Lauren; 
  • il dott. Giuseppe Mantarro, General Manager di Johnson & Johnson Surgical Vision; 
  • il dott. Alessandro Gatti, Presidente di F.G. INVEST.  

Intervenendo per prima, la Presidente di Crik Crok, rivela di essersi interrogata sul significato della parola “talento”, arrivando a concludere che questo termine ne racchiude in sé altri: coraggio, intraprendenza, fantasia, creatività, empatia. Il talento, per lei, è qualcosa che è impossibile misurare e corrisponde ad una «ricerca guidata da una consapevolezza che ogni individuo acquisisce negli anni attraverso le esperienze di vita». La riflessione della Ossani sul talento denota già un primo mutamento del suo significato, considerando che l’etimologia greca della parola (tàlanton), invece, la eguaglia ad una unità di peso e somma di denaro, quindi, a qualcosa di perfettamente misurabile, e ad una “dote”, intesa anche allegoricamente come ricchezza ed inclinazione personale

Il pensiero della Ossani è stato condiviso anche da Giuseppe Mantarro, secondo il quale il talento è un termine inflazionato, soprattutto nella realtà di una multinazionale. Basandosi sulla sua esperienza personale, Mantarro afferma che il talento ha molteplici connotazioni, poiché vuol dire sia essere determinati nel perseguimento del proprio obiettivo sia saper modificare il proprio percorso a fronte degli ostacoli che lo rendono una meta irraggiungibile; vuol dire avere la giusta motivazione senza perderla mai e avere il coraggio e la curiosità di apprendere continuamente ciò che altri possono insegnarci. È proprio la motivazione, secondo lui, l’ingrediente fondamentale della ricetta per il successo, che diventa, così, soggettivo ed individuale perché corrisponde a ciò che ognuno sogna per sé.  

Per giocarsi il proprio talento sul lavoro, nelle circostanze e nelle relazioni con gli altri, occorre potenziare le proprie soft skill.

Ma, per arrivare al successo si deve “faticare” e il General Manager di Ralph Lauren lo sa bene. Una delle ragioni che non permettono di raggiungere un successo duraturo e portano, a stento, ad uno effimero, secondo Leoni è l’incapacità di saper riconoscere il proprio talento e – conseguentemente – di trasmetterlo agli altri. È proprio per questa ragione che lui, oggi, cerca di valorizzare l’aspetto umano dei suoi collaboratori e candidati per i processi di selezione, per tentare di comprendere se hanno talento, ovvero se sono consapevoli di quale sia la loro “vocazione”, perché solo assecondandola si può diventare persone di successo. 

Collegandosi alla riflessione di Leoni, Alessandro Gatti ha confessato che il suo maggior talento è stato ed è quello di riconoscere la bravura e lo spessore delle persone che poi ha assunto e assume. Grazie a questo, infatti, è riuscito a crescere professionalmente e ad investire in tante cose e realtà diverse. «Bisogna vedere il talento sempre prima nella persona che ci sta di fronte», dice Gatti, considerando che oggi «l’ego è la variabile più importante di tutte». Si definisce come un imprenditore a cui piace creare seconde chance soprattutto per qui giovani che capiscono tardi qual è la loro strada. 

A questo punto, ponendo una delle domande del pubblico, Brambilla chiede agli ospiti: «quali suggerimenti dareste ai giovani che entrano nel mondo del lavoro, immaginando che quei giovani siate voi?». Prende la parola Gatti, che risponde subito consigliando ai giovani di puntare su se stessi e sulla qualità della loro vita nei decenni e non nel breve periodo, così da comprendere che la una vita “sbarazzina” può convivere con la soddisfazione personale entro certi limiti.  

Stefano Leoni, invece, ribadisce il suo pensiero, suggerendo ai giovani di intraprendere un percorso per capire cosa si è portati e chiamati a fare, senza sprecare tempo ad assecondare le scelte che altri hanno fatto per loro. Si accoda Mantarro, che dà il consiglio che lui stesso avrebbe voluto ricevere un po’ di anni fa, ovvero quello di essere curiosi e investire nella scoperta e nella conoscenza di culture diverse, perché oggi anche l’universo del capitale umano è diventato un mercato internazionale all’interno del quale competere.  

«Dico ai giovani che non si possono prendere scorciatoie, ma nella vita tutto ciò che si dovrà insegnare bisogna averlo prima imparato. Ad un certo punto, la vita ti presenta il conto, che non si può pagare se si sono saltati alcuni step fondamentali per essere persone complete» – conclude Francesca Ossani.  

Il direttore dell’Accademia di Comunicazione Strategica rivela, nel salutare e ringraziare i relatori, che il suggerimento che dà tutti i giorni a se stesso e, che quindi, vuole trasmettere ai giovani è quello di capire chi sono i grandi maestri per il proprio futuro e mantenere la relazione con loro, così da poter raggiungere il successo. che altro non è che «il pieno compimento di sè». Ricorda, infine, che «il talento è un dono, il successo un mestiere!»

Antonella Palmiotti