To-do list: la chiave del time management per gli studenti

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Immagine di un quaderno in cui su una pagina c'è scritto come titolo To-do List che riprende il Time Management

«Non è vero che non abbiamo tempo, la verità è che ne perdiamo molto». Con questa frase il filosofo Seneca, quasi duemila anni fa, affrontava un tema che ad oggi continua a rappresentare un ostacolo per molti.

Nella vita quotidiana di uno studente, ad esempio, il più grande ostacolo non corrisponde allo studio o alla preparazione degli esami, ma dalla tendenza a procrastinare e al ripetersi che il tempo a disposizione sarà sempre sufficiente per portare a termine tutti i propri obiettivi.

Questa convinzione prende il nome di “Legge di Parkinson”1, secondo la quale il lavoro tende a espandersi fino ad occupare tutto il tempo a disposizione per completarlo: più tempo si ha per terminare un compito, come lo studio per un esame o la consegna di un progetto, più questo risulterà impegnativo da concludere, spingendo le persone a rimandare il lavoro fino a non avere effettivamente più tempo a disposizione.

A questo si aggiungono due aspetti che incidono sulla gestione del tempo. Il primo di questi è il bias cognitivo della mancanza percepita di controllo, ovvero la tendenza a credere che non si abbia alcun controllo su ciò che ci circonda, quando in realtà molti fattori possono essere gestiti, controllati e programmati.

Nel caso di uno studente, potrebbe essere un lavoro part-time che occupa 4 o 6 ore giornaliere a giornate alterne. Da parte del ragazzo, ciò potrebbe essere percepito come un evento sul quale non ha alcun tipo di controllo, mentre a ben guardare sembrerebbe trattarsi – in realtà – di un evento programmato, al quale basta prestare un’attenzione maggiore durante l’organizzazione della propria agenda.

Il secondo aspetto riguarda la determinazione delle proprie priorità. È bene tenere a mente che, sebbene le priorità siano soggettive, esistono degli strumenti, come la Matrice di Eisenhower, che indicano dei criteri utili a individuare che tipo di priorità ha un evento rispetto a un altro sulla base dell’urgenza e dell’importanza.

Dopo aver stabilito le proprie priorità, ci si può avvalere di “escamotage” per aiutarsi a rispettarle; tra questi vi può essere la creazione di una to-do list.

Per uno studente, la lista delle cose da fare potrebbe rappresentare davvero la “chiave di volta” in quanto porta con sé almeno due vantaggi:

  1. risulta intuitiva da impostare
  2. permette di evidenziare tutti i propri impegni e flaggare quelli portati a termine man mano che vengono svolti
  3. riduce notevolmente lo stress e migliora il proprio rendimento.

Affinché sia realmente funzionale è necessario che, vicino alle attività riportate, vi sia la data di scadenza che possa scandire chiaramente la divisione del lavoro.

Un esempio di suddivisione utile della to-do list nei periodi di sessione d’esame potrebbe essere quello di specificare i capitoli da studiare giorno per giorno, ricordandosi di evidenziare la data fissata per il colloquio o la prova.

Un buon consiglio potrebbe essere quello di inserire tra i vari impegni e compiti dei momenti di pausa, che permettano di fare uno stacco cognitivo e spostare la propria attenzione su altro. Prendersi delle brevi pause durante le sessioni di studio o di lavoro, infatti, può migliorare consistentemente le prestazioni; l’importante è non cedere alla tentazione di fare delle pause troppo prolungate, che porterebbero a sfalsare la gestione dei tempi e la to-do list creata, o addirittura arrivare ad interrompere l’attività fino al giorno successivo.

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Elisa Cornetti

  1. C. Northcote Parkinson, Parkinson’s Law, 1958, Monti & Ambrosini