Tutte le forme del tuo umorismo

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L’umorismo è un fattore molto personale: cambia da persona a persona e quello che sembra essere divertente per qualcuno può non esserlo per qualcun altro. Se è dunque vero che l’umorismo è individuale e specifico, è anche vero che è possibile tracciare delle classificazioni generali entro cui a scrivere l’umorismo specifico di ciascuno di noi.

Le diverse tipologie di umorismo

Esistono 4 forme generali di umorismo:

  1. Associativo: è usato per migliorare le proprie relazioni con gli altri, ed è il classico umorismo di chi fa battute e racconta barzellette con gli amici.
  2. Rafforzativo: serve a far sentire bene gli interlocutori, prendendo spunto dalle loro vicende quotidiane per costruire umorismo.
  3. Aggressivo: è caratterizzato invece dal sarcasmo, dal prendere in giro e dal ridicolizzare.
  4. Controproducente: caratterizzato dalla tendenza a sminuirsi per attirare l’attenzione degli altri.
Tutte le forme del tuo umorismo

Dal momento che come già detto, l’umorismo è personale, questa classificazione non rappresenta che una generalizzazione entro cui ciascuno può trovare descritto solo a grandi linee il proprio personale umorismo, che il più delle volte è costituito da una miscela dei quattro diversi stili.

Il tipo di umorismo dice quindi molto di noi: per esempio i tipi associativo e rafforzativo sono generalmente propri di un carattere estroverso, mentre l’umorismo controproducente ha a che fare con la nevrosi. A prescindere da ogni descrizione normativa che può essere fatta dell’umorismo, ciò che davvero conta è come questo viene di fatto utilizzato: non è cioè tanto importante quanto si è divertenti, ma il modo in cui l’umorismo viene utilizzato per promuovere o disincentivare una relazione. Che sia associativo, rafforzativo, controproducente o aggressivo, il senso dell’umorismo è certamente benefico: le persone più divertenti sarebbero infatti percepite come più attraenti, ragion per cui il senso dell’umorismo contribuirebbe ad accrescere l’autostima e la fiducia in se stessi.

La Redazione