BackToWork: l’investimento crowdfunding

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Come rivista attenta sia alla comunicazione, sia all’impresa, siamo sempre alla ricerca di narrazioni interessanti nel mondo dell’innovazione italiana e oggi abbiamo incontrato per voi Alberto Bassi ed Edoardo Reggiani di BackToWork per intervistarli sulle prospettive d’investimento per aziende e privati.
Ecco come hanno risposto alle nostre domande e quali scenari hanno tracciato per i lettori. 

Che cos’è BacktoWork? 

BacktoWork è la società fintech partecipata da Intesa Sanpaolo, che dà la possibilità a investitori retail e istituzionali di investire in start-up, scale-up, PMI innovative e operazioni immobiliari, attraverso una piattaforma di crowdinvesting digitale, regolamentata e di semplice utilizzo.
Ogni anno presentiamo un deal flow di oltre 50 operazioni a diverse migliaia di investitori, che possono accedere a tutti i documenti necessari per valutare un investimento, approfondire l’operazione e sottoscriverla con pochi clic

Che cosa contraddistingue lo stile di BacktoWork? 

La centralità del cliente è il fondamento di BacktoWork.
Per una società, che sia una start-up o una PMI, raccogliere capitali sul mercato è un processo impegnativo e con tempistiche e risultati incerti.
Per un investitore privato, invece, investire in questa tipologia di asset class presenta opportunità di rendimento molto interessanti, ma anche una certa dose di rischio.
In questo scenario, il nostro punto di forza è il supporto operativo che riusciamo a fornire sia alle società, accompagnandole in tutte le fasi della raccolta (dalla preparazione al confronto con gli investitori), sia agli investitori, non solo mettendo a disposizione un team di professionisti in grado di chiarire ogni eventuale dubbio, ma anche facendo in modo di “accorciare” il più possibile la distanza con i fondatori e il management delle società in raccolta.
Questo approccio customer centric e i nostri collaboratori di grande esperienza sono gli elementi che nel 2019 hanno convinto un soggetto istituzionale come Intesa Sanpaolo, dopo un’analisi di mercato approfondita, a entrare nel capitale di BacktoWork. 

Quali sono le iniziative di cui andate più fieri? 

Andiamo molto fieri di quello che stiamo facendo per far crescere il crowdinvesting in Italia, lavorando principalmente su due direttive: 

  • La prima è quella di facilitare il più possibile la co-esistenza, all’interno dello stesso round di crowdinvesting, di investitori istituzionali e investitori privati. In questo modo non solo diamo la possibilità alle start-up di raccogliere capitali più importanti, ma diamo anche l’occasione a investitori privati di accedere a deal a cui difficilmente potrebbero partecipare. Un bell’esempio è l’operazione realizzata nel 2021 con Sardex, che ha coinvolto, al fianco dei privati, investitori del calibro di CdP, Primomiglio Sgr, Banca Etica. 
  • L’altra iniziativa, che è un po’ il nostro fiore all’occhiello, è quella che abbiamo costruito con il nostro partner Intesa Sanpaolo Private Banking. In questo caso si tratta di uno strumento in grado di veicolare centinaia di clienti HNWI della Banca su operazioni di raccolta lanciate da scale-up italiane, con l’obiettivo di raccogliere round tra i 4 e gli 8 milioni di euro. Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa, non solo perché per la prima volta in Italia una banca e una società fintech riescono a investire milioni di euro di capitali privati in imprese innovative, ma anche perché grazie a questo strumento stiamo contribuendo, e speriamo di farlo sempre di più, ad aumentare la dimensione dei round per le scale-up del nostro Paese. 

Potete farci un esempio di quest’ultimo scenario? 

I casi di successo sono due: il primo quello di e-Novia, che grazie alla nostra attività ha raccolto oltre 7,6 milioni di euro nell’ambito di un round pre-IPO superiore ai 20 milioni; l’altro è quello di WeRoad, che ha raccolto 4 milioni, all’interno di un round da oltre 13, per velocizzare il processo di internazionalizzazione 

Intervista ad Alberto Bassi ed Edoardo Reggiani di BackToWork, principale piattaforma di equity crowdfunding in Italia.

Quanto ha influito la pandemia sul vostro lavoro? 

Come tutte le società abbiamo dovuto riorganizzare il nostro lavoro, anche se, essendo una realtà fortemente digitale, il passaggio allo smart working è stato indolore.
Per quanto riguarda i nostri risultati negli ultimi due anni abbiamo continuato a crescere sia come volumi di capitale raccolto, sia come numero di aziende finanziate e investitori coinvolti, così come tutto il mercato. L’interesse per l’investimento in asset class alternative e innovative è forse stato accelerato dalla pandemia e dal maggior risparmio che ne è derivato. Sempre più start-up vengono fondate mese dopo mese.
In questo contesto, siamo convinti che anche i prossimi anni possano essere di forte crescita. 

Quali sono le sfide che dovrete affrontare nel prossimo futuro? 

Confrontarci con un mercato che diventerà sempre più internazionale e competitivo.
Lo scorso novembre è infatti entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sul crowdinvesting che, di fatto, va ad allineare tutte le regolamentazioni nazionali all’interno dell’Unione, mettendo così le basi per un mercato unico.
Questa novità apre scenari molto interessanti e grandi opportunità da cogliere sia per gli operatori, come noi, sia per le start-up e gli investitori. 

Grazie a una normativa unica, sarà più facile per una start-up raccogliere capitali da investitori esteri e viceversa per un investitore aumenteranno di molto le opportunità di investimento.
In questo nuovo scenario si sono già viste le prime operazioni di aggregazione tra operatori, con l’obiettivo di aumentare la market-share. Siamo sicuri che con il supporto del nostro socio Intesa Sanpaolo abbiamo le carte in regola per dire la nostra. 

Qual è il valore del vostro lavoro per il mondo delle start-up? 

A questa domanda si potrebbe rispondere in modo molto articolato, perché, a seconda della sua fase di vita, un’azienda che utilizza il nostro strumento può ottenere valore su diversi aspetti, ma credo che la cosa fondamentale oggi per l’ecosistema siano i capitali.
Il nostro strumento sarà sempre di più un buon veicolo per indirizzare il risparmio privato laddove c’è più bisogno: verso l’economia reale e l’innovazione. 

Cecilia M. Voi

Glossario 

Startup: società innovativa nata con l’obiettivo di creare, sviluppare e convalidare un modello di business scalabile e ripetibile.  

Scaleup: startup che ha già sviluppato il suo prodotto o servizio, ha definito il suo business model (scalabile e ripetibile), opera sul mercato con tassi di crescita tali da permettere di ambire a una crescita  

Deal flow: flusso delle opportunità di investimento individuate e analizzate da un investitore nel capitale di rischio. 

Asset class: binomio utilizzato per definire in gruppi le varie tipologie di investimenti finanziari in base alle loro peculiarità e alle loro similitudini di comportamento sul mercato. 

Round: fase di raccolta del capitale