Cinema: la crisi del settore e il declino di una grande passione

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Il cinema è in un periodo di crisi mondiale, che ormai dura da molto tempo.

Nasce nel XIX secolo, esattamente nel 1895 con i fratelli Lumière, che per la prima volta filmano un treno a vapore in movimento. Da questo momento in poi il cinema ha vissuto momenti di gloria e di crisi. Dopo le guerre mondiali, il cinema italiano attraversò un periodo di difficoltà a causa di molti fattori come la disorganizzazione produttiva e l’aumento dei costi. Vi era la necessità di far spostare i ragazzi dalle campagne alle città, con l’intento di riempire le sale e far tornare il cinema rigoglioso come quello di un tempo.

Il movimento che fece risollevare il cinema italiano nacque negli anni ’40: il neorealismo. Fu caratterizzato da realismo sociale, l’uso di attori non professionisti e la mancanza di censura morale.
Questo movimento culturale realista diventa il simbolo di riscatto del popolo italiano, di una società che il cinema dell’epoca fascista aveva completamente calpestato. Questo influenzò il cinema a livello mondiale che da qui in avanti realizzò solo grandi successi storici.

Ladri di biciclette, 1948, regista Vittorio De Sica.

Ai giorni nostri ci troviamo ad affrontare un’altra crisi della settima arte, che è cominciata dalla nascita delle piattaforme streaming e si è rafforzata con la pandemia globale. Se già precedentemente gli spettatori preferivano guardare film comodamente a casa, la pandemia ha peggiorato questo comportamento, in quanto le sale cinematografiche sono rimaste chiuse per molto tempo nel corso degli ultimi tre anni. Questo ha portato alla chiusura definitiva di numerose multisala e a una diminuzione degli incassi del settore, provocando un disaffezionamento non solo da parte degli utenti, ma anche da parte di chi deve investire nella produzione, puntando sull’uscita di pellicole con cast stellari direttamente sulle piattaforme.

La domanda che in molti si fanno è: “Il cinema è destinato a morire?”.

Non credo che sia questo il caso, ma vale la pena fare una riflessione.

Recarsi nelle sale è un momento di socialità, di condivisione con gli altri che dovremmo aver interiorizzato tutti, perché il cinema è arte, è cultura ed è importante che viva in quest’epoca di cambiamenti, più di prima. Proprio per questo motivo è necessario che l’industria si rinnovi e trovi un modo per attirare sempre di più la Generazione Z, dominata prevalentemente dalla tecnologia digitale, abituata ad usufruire i contenuti direttamente sul web. Questa mancanza di empatia e socializzazione potrebbe essere di cruciale importanza, peggiorando sempre di più questo momento complicato.

I vantaggi di andare al cinema sono molti e non rendersene conto è un grave problema. È qualcosa che ci permette di condividere con gli altri uno spettacolo audiovisivo che non abbiamo la possibilità di fare stando seduti sul divano di casa. La bellezza del cinema la troviamo nel fremito che sentiamo dentro di noi mentre aspettiamo che il film inizi; quando non vediamo l’ora che il film sia finito per poter scambiare opinioni con gli amici. La troviamo nello splendore della fotografia che si può captare solo sul grande schermo e nelle frasi sussurrate all’orecchio del vicino.

Il cinema non può e non deve morire, perché è parte fondamentale nella nostra vita sociale.

Sarah Pizzo