Come gestire la paura e gli effetti post-traumatici secondo Giorgio Nardone

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Pensare in positivo dopo un evento traumatico o di fronte a una paura può solo peggiorare il nostro stato d’animo, esasperandoci ancora di più.

È come cercare di distrarsi, più ci si prova e più ci si focalizza sulla preoccupazione da cui vogliamo scappare. Supponiamo che ci venga chiesto di non immaginare in questo momento una scimmia che va in bicicletta… chi non ha già quest’immagine vivida in mente? “Pensare di non pensare è già pensare, anzi il più delle volte è pensare di più”.

Come fare allora a superare le proprie paure o lo stress dato da avvenimenti drammatici, soprattutto in casi gravi che possono sfociare in attacchi di panico?

Differenza tra reazione di panico e reazione post traumatica

Innanzi tutto occorre fare una breve premessa e distinguere una reazione di panico e una reazione post traumatica: fondamentalmente ciò che differenzia queste due reazioni sono i tempi con cui avvengono, ossia, la prima incorre durante il trauma esperienziale; la seconda avviene quando la mente arcaica codifica tale esperienza, la impregna nella memoria sensoriale ed è poi sufficiente un qualunque stimolo che si associ a quell’evento per innescare nel nostro organismo estreme reazioni di panico (fuga, richiesta di aiuto, iperventilazione, blocco delle capacità..ecc).

Come gestire la paura e gli effetti post-traumatici secondo Giorgio Nardone

Come gestire gli effetti post-traumatici?

Nei casi in cui una persona è tormentata dall’episodio traumatico, continuando a riviverlo tormentandosi ogni giorno, sono state individuati tre tipi di intervento molto efficaci:

  1. Rivivere il trauma: questa tecnica, usata soprattutto nelle forze militari, consiste nel fatto che chi ha vissuto un trauma deve ‘’buttarcisi dentro’’ per venirne fuori. In pratica viene ricostruito l’esperienza e il soldato deve riviverla e affrontarla finchè l’organismo non si adatta. In alcuni casi però, questo metodo non ha avuto gli effetti desiderati, anzi, ha danneggiato ancora di più il paziente che davanti al ‘’o ti adatti o soccombi’’ ha subito la seconda opzione.
  2. Tecniche ipnotiche: si fa rivivere alla persona l’esperienza traumatica grazie alle suggestioni che vengono date costruttivamente dall’ipnotista. La Dott.ssa Francine Shapiro ha messo a punto, per tale scopo, una tecnica di ipnosi che consente di fare in modo che la persona, in uno stato di leggera tranche, ri-processi tutta l’esperienza vissuta. Negli studi fatti è emerso che, se il trauma non è stato davvero devastante, questo metodo è estremamente efficace. In Italia ha riscosso particolare successo in alcune zone terremotate ad esempio.
  3. Scrivere più volte ciò che è successo: questa tecnica consiste nel far rivivere alle persone l’evento traumatico scrivendolo ogni giorno, nella maniera più dettagliata possibile, raccontando la propria esperienza stilando una specie di diario/storia. Con questo approccio è possibile cambiare totalmente la percezione dell’evento e far si che la mente lo classifichi come esperienza passata, in modo tale che cessi di fare incursioni nel presente bloccando l’evoluzione dell’individuo. Si porta la persona ad ‘’accettare’’ ciò che è successo e dire “si, ho visto cose terribili, ho perso persone care, ma mi sono salvato”.

La Redazione