Da una società familiare all’internazionalizzazione – Intervista a Luca Benati

La comunicazione interna è fondamentale per un’azienda e, infatti, è sia il nostro punto di forza sia ciò che ci differenzia.

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Qual è la storia dell’azienda?  

L’azienda è nata nel 1926. Fu fondata da mio nonno, che ha cominciato a trattare prodotti per la fotochimica, creando questo business da zero. In 90 anni il business è cresciuto e si è sviluppato sempre più fino a creare opportunità anche in altri settori, espandendosi e diversificandosi, prima dal punto di vista del prodotto e dei settori industriali, e poi a livello di presenza geografica. La nostra forza è stata la diversificazione, che ci ha permesso di affrontare fasi non positive. È sempre stata un’attività di distribuzione che ha cambiato tanto la sua natura: prima fotochimica, poi prodotti per la farmaceutica, poi ha guardato al settore alimentare, ecc. Così siamo arrivati a creare dei team dedicati all’industria. Oggi funzioniamo nel settore cosmetico con dei team di tecnici commerciali che, oltre a vendere il prodotto, danno anche indicazioni tecniche come parte integrante del servizio che offriamo.   

Quali sono i valori che avete mantenuto nel tempo e cosa avete cambiato nel modo di fare business? 

Abbiamo puntato molto sin dall’inizio su reputazione e qualità dei servizi e dei prodotti. La nostra è rimasta una società di famiglia, nata da una passione da cui è derivata poi una competenza. Tuttavia, considerando che negli anni è cambiato proprio il mondo, noi abbiamo aggiunto prodotti e servizi e ci siamo internazionalizzati. Ora abbiamo sedi negli USA, Cina, Amburgo, Praga e in Spagna.   C’è anche l’attività di produzione che abbiamo aggiunto e che si fonda su: ricerca, sviluppo, miscelazione di additivi alimentari.  

Intervista a Luca Benati, CEO di Faravelli Spa, un dialogo sui valori mantenuti e i cambiamenti in campo business.

Come avete reagito alla e durante la pandemia? Quali sono gli obiettivi nel breve termine? 

Quando sono scoppiati i primi casi di COVID-19, ho cancellato il mio viaggio negli USA e nella società abbiamo iniziato a creare unità di crisi. Abbiamo dotato le persone di dispositivi e abbiamo dato la possibilità di lavorare da casa attraverso lo smart working. Durante il lockdown abbiamo comunque continuato a lavorare. Il COVID-19 ci ha fatto fare un salto sul modello di gestione del business con l’introduzione dello smart working, che, da un lato, era già parte dell’attività dei venditori non presenti in sede, e dall’altro si è rivelato un grande vantaggio. Noi eravamo pronti e lo abbiamo dimostrato, ottenendo risultati importanti.   

Sul prossimo futuro, in termini di smart working posso dire che l’intento è quello di mantenerlo nei limiti della sua funzionalità, considerandolo uno strumento di flessibilità. In termini strategici, abbiamo fatto negli anni un iter di internazionalizzazione che stiamo consolidano con successo in Italia e all’estero. Negli USA stiamo crescendo molto; il nostro obiettivo è crescere in modo organico ed equilibrato e l’estero per questo rappresenta una grande opportunità. Nel breve termine, quindi, ci proponiamo di consolidare gli investimenti fatti, farne altri e fare altre acquisizioni, che sono il modo più incisivo di crescere. 

Cosa pensi della comunicazione interna in un contesto aziendale? 

La comunicazione interna è fondamentale per un’azienda e, infatti, è sia il nostro punto di forza sia ciò che ci differenzia. Abbiamo puntato molto su questo e abbiamo creato una sorta di giornale interno, il Faratelling, per fa sì che ci fosse una continua comunicazione e un filo diretto. Questo ci ha aiutato molto durante lo smart working. Nello specifico, Faratelling serve per sia divulgare informazioni di prodotti nuovi sia aspetti personali che fanno sentire le persone più vicine e offrono loro la possibilità di conoscersi. È uno human touch fondamentale che bisogna coltivare. 

Che consigli darebbe ad un giovane che sta entrando nel mondo del lavoro? 

Io ho sempre creduto nei viaggi, come esperienza di vita formativa e contatto con culture diverse dalla nostra. Quindi il consiglio che voglio dare è quello di lasciare i confini, intesi anche come la propria comfort zone, e mescolarsi alle persone. Bisogna fare esperienze diverse e vere che servono a costruire la propria persona. Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento perché si è sempre alla rincorsa del futuro. Chi adesso sta studiando lavorerà durante l’epoca dell’intelligenza artificiale; perciò, è necessario fare esperienze formative e imparare a coltivare ciò che auspicabilmente una macchina non può fare.  

Luca Brambilla

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