DAL GIUSLAVORISMO ALLA LEADERSHIP NELLA SANITÀ: INTERVISTA A ROBERTA GALLUZZI

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Oggi è Direttore Risorse Umane e Organizzazione presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Ci racconti gli step principali della sua carriera.

La mia esperienza lavorativa ha avuto inizio in uno studio professionale, in cui ho approfondito prevalentemente le conoscenze tecniche in ambito giuslavoristico, per poi prendere coscienza del mio scarso interesse all’attività libero professionale, iniziando invece a sentire un maggiore coinvolgimento   per ambiti diversi quali le dinamiche aziendali, il lavoro in team e il sentirsi parte di un progetto più grande. Ho quindi deciso di seguire la mia inclinazione e lasciare lo studio per intraprendere un nuovo percorso professionale e di vita.

Avendo approfondito il diritto del lavoro, è stato quasi normale orientarmi verso il mondo HR.

Ho iniziato uno stage presso la Sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore , in cui insiste il Policlinico Universitario A.Gemelli. Ho pertanto avuto modo, anche attraverso specifici master e  corsi di perfezionamento, di  avvicinarmi e comprendere sempre di più le dinamiche del mondo della sanità e, dopo un’esperienza proprio nella direzione delle risorse umane che è durata sei mesi, sono stata assunta.

Da quel momento è iniziato il mio percorso di crescita nel mondo HR. Nel corso degli anni ho virato i miei interessi dagli aspetti più tipicamente tecnici a favore degli ambiti più soft, cercando di portare una visione  strategica della valorizzazione del capitale umano. Oggi il mio obiettivo è quello di rendere la direzione risorse umane sempre più un people partner portando anche nelle aziende sanitarie modelli organizzativi sempre più orizzontali e cercando di incoraggiare meccanismi di condivisione più inclusivi, perché chi è chiamato a gestire le risorse umane deve accettare la sfida di far lavorare insieme persone diverse coltivandone l’individualità.

In occasione della tredicesima edizione dei Le Fonti Awards a maggio 2023, è stata premiata come Direttrice HR dell’anno Settore Sanitario. Quali sono i valori che contraddistinguono il suo lavoro?

Le organizzazioni sanitarie sono organizzazioni altamente complesse e le Persone ne costituiscono l’asset più importante.

Ragioni di sostenibilità economico-finanziaria ci impongono di monitorare i risultati e di tenere un presidio alto sui numeri; i dati sono importanti ma gli obiettivi si raggiungono solo se nelle organizzazioni ci sono dei valori forti: etica e missione. Anche nel mondo della sanità il problema dell’attraction e della retention dei talenti è diventato di fondamentale importanza e proprio per questo per me è imprescindibile rafforzare la cultura aziendale rendendola sempre più inclusiva e coinvolgente. È necessario potenziare la crescita delle Persone, accelerare le competenze dei leader e di tutto il team e migliorare il benessere organizzativo per far crescere l’ingaggio delle Persone e, di conseguenza, le loro performance.

Roberta Galluzzi, Direttore Risorse Umane e Organizzazione presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Che valore attribuisce alla formazione continua e alle soft skill all’interno del mondo professionale?

La formazione continua costituisce un asset strategico fondamentale, perché consente alle Persone  di possedere le conoscenze utili per il successo delle organizzazioni. Lavorare, oggi, è sinonimo di possesso di conoscenze efficaci che si muovono velocemente al passo delle modifiche del mercato; quindi, grazie alla formazione professionale assistiamo ad una crescita che diventa anche una crescita intellettuale  e personale. Il lavoro non è composto solo da competenze tecniche, ma anche da altre abilità che sono ancor più difficili da acquisire: le soft skills.

Le soft skills dipendono spesso dalle nostre naturali attitudini, infatti è più corretto parlare di sviluppo piuttosto che di apprendimento. Nel mondo della trasformazione digitale esse sono fondamentali in quanto emergeranno nuove professionalità, le conoscenze tecniche specifiche dovranno sempre essere aggiornate ma saranno indispensabili competenze più soft   tra cui una maggiore condivisione, trasparenza e inclinazione al cambiamento.

Che consiglio darebbe ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera medica?

Direi loro che per essere medico è necessario avere non solo competenze tecniche, ma anche una forte empatia e umanità nei confronti degli altri. Il medico deve creare una relazione profonda e personale con il paziente, senza dimenticare che ha di fronte un essere umano con le sue paure e le sue speranze.

Con lo sviluppo e la digitalizzazione della sanità, il professionista medico deve rimanere al passo con i progressi tecnologici e sarebbe pertanto ideale avere anche competenze ingegneristiche. Sarebbe un reale valore dal punto di vista sociale, in considerazione dei benefici che i pazienti ne potrebbero ricevere.

Infine, il medico deve anche essere un manager, deve gestire risorse economico-finanziarie, strumenti, tecnologie, persone. Le risorse sono limitate per definizione e pertanto è imprescindibile disporre di strumenti manageriali necessari per gestire al meglio.

Luca Brambilla