Tempo di lettura: 6 minuti.
Annalisa Procopio è Chief Marketing Officer di tutti i media del Gruppo Monrif, editore di quotidiani e brand editoriali che collaborano in un progetto informativo e innovativo. Il gruppo possiede quattro quotidiani d’informazione, ovvero Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, oltre a un newsbrand chiamato “Luce!”, fondato su tematiche legate all’unicità, all’inclusione e alla coesione sociale.
Quali sono stati gli step principali della sua carriera?
Ho sempre lavorato nell’ambito dell’editoria, ambito al quale mi sono appassionata sin da piccola; una passione per i media che è sempre stata presente e la determinazione nel perseguirla mi ha accompagnato costantemente, anche negli studi che ho scelto di seguire e la vivo ancora oggi nel Gruppo Monrif, dove da due anni mi occupo della promozione e allo sviluppo, insieme ad un team di più persone, di tutti i brand editoriali (quotidiani, digitale ed eventi). In questo momento il Gruppo Monrif sta accelerando nel processo di trasformazione ed innovazione digitali: il passaggio da modelli centrati sulla carta stampata a quelli multipiattaforma, sia per la fruizione del contenuto sia per la vendita degli stessi è ormai appurata
Quindi, la sua passione è diventata il suo lavoro! Quali sono gli altri aspetti che contano nella sua vita professionale e personale, oltre alla passione?
Per me sono preziosi contesti lavorativi in cui si uniscono umanità, collaborazione e condivisione di valore tra le diverse funzioni aziendali, il proprio gruppo di lavoro e gli altri manager.
Cosa rappresenta per Quotidiano Nazionale il porsi come produttore di eventi rilevanti a livello sociale come il Festival “Luce!”? E per lei come donna?
Questa domanda mi fa molto piacere. Il Festival “Luce!” è unico nel suo genere. Luce si occupa di parità di genere, inclusione, sostenibilità; argomenti, questi, a volte trascurati dai media tradizionali. Il nostro festival rispecchia questi valori, che non devono essere solo manifesti aziendali ma devono avere un impatto sul nostro futuro. Penso anche ai progetti che con Luce! e i nostri quotidiani realizziamo con le scuole superiori o ai campionati di giornalismo dove coinvolgiamo i giovani. Nelle settimane scorse è stato, poi, lanciato il progetto editoriale “QN x le donne” in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mirando a essere un costante punto di riferimento per le tematiche di genere in ogni sua forma.
Sembra una bellissima iniziativa. C’è ancora tanto da fare in questo senso… A proposito di donne, che consiglio darebbe alle giovani donne che ambiscono a costruire una carriera di successo?
Coltivare l’umiltà, abbracciare la flessibilità, adottare una mentalità proattiva e aprirsi costantemente a nuove sfide sono aspetti cruciali. Accogliere con positività le critiche e i suggerimenti sul proprio lavoro è essenziale. Inoltre, mantenere sempre viva la curiosità, agire con coraggio e affrontare le sfide senza timore di eventuali fallimenti sono elementi chiave per il successo.
Che valore, invece, attribuisce alla formazione continua e alle soft skill per la crescita individuale e professionale?
Sono essenziali non solo all’inizio della carriera. Costituiscono la base per un lavoro sano e produttivo, sempre. Nonostante le offerte formative ormai siano tantissime, la sfida è selezionare percorsi autorevoli e di qualità, soprattutto con l’utilizzo che sarà sempre più frequente dell’intelligenza artificiale. La formazione deve fornire strumenti adeguati a costruirsi il proprio futuro, sia a livello professionale che a quello personale.
Mi piacerebbe conoscere qual è la domanda che vorrebbe sentirsi chiedere, una domanda che magari non ha ancora sentito.
Al contrario c’è una domanda che non vorrei più sentire. Quando viene chiesto come si fa a diventare un c-level così giovane. A parte che non sono così giovane! Dovremmo superare gli stereotipi legati all’età e valorizzare la meritocrazia come criterio di selezione. È essenziale modernizzare il nostro Paese anche nei percorsi di crescita professionale.
Giorgia Raguzzi