Perché un’educazione finanziaria? – Intervista a Giovanna Boggio Robutti

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Cos’è FEduF, qual è la sua missione? 
La Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF), costituita dall’ABI, nasce per promuovere la cultura economica di base come strumento di cittadinanza consapevole. Un ruolo sociale, dunque, del mondo privato che si pone al fianco delle pubbliche Istituzioni in un’ottica di sussidiarietà orizzontale. L’educazione finanziaria è, in epoca di crisi economica e mercati complessi e instabili, un elemento di comprensione indispensabile per il raggiungimento del benessere economico. Rappresenta, inoltre, un diritto Costituzionale (art. 1, 2 e 47), spesso negato ai tanti cittadini che non possiedono gli strumenti di comprensione dei fenomeni economici e le competenze necessarie per effettuare scelte complesse. Anche quella finanziaria, come tutte le educazioni trasversali che si acquisiscono da bambini, ha come fine una crescita intellettuale che porti ad essere cittadini informati, consapevoli e onesti.

Quali sono state le sfide del suo ruolo di Direttore di FEduF?
Da quando è nata la Fondazione ad oggi, sono stati numerosi i momenti sfidanti. Il primo è stato il prendere atto che nel fare educazione finanziaria proponevamo alla popolazione una risposta a una domanda che non c’era su temi come il problema della relazione con il denaro, della gestione del budget familiare, della pianificazione finanziaria a lungo termine, dell’educazione dei giovani al valore del denaro. È stato poi difficile portare l’uso consapevole del denaro nelle scuole; tuttavia, nel tempo, grazie a molti fattori, tra la pandemia, la crisi economica e l’inflazione dell’ultimo anno, l’interesse è andato crescendo sempre più fino a divenire un argomento di attualità per molti insegnanti. Le sfide, quindi, si sono trasformate in opportunità. Il mio lavoro è sempre più orientato a dare una solida struttura a livello di senso, di contenuti e di misurazione dei risultati raggiunti rispetto a quello che facciamo. L’obiettivo è far sì che l’educazione finanziaria diventi parte acquisita del sapere di ogni cittadino, uno stato mentale di consapevolezza sull’impatto di ogni scelta e sul benessere a lungo termine. Uno stile di vita, che vede il risparmio sia un virtuoso comportamento finanziario sia un approccio al consumo, alle scelte di acquisto, all’impronta che ognuno di noi lascia sulla Terra.

Ci parli di qualche progetto.
Una delle iniziative più significative è la European Money Week, un format europeo che coinvolge 29 Paesi e oltre 50.000 studenti (dato dell’edizione 2022), interamente gestita da noi in Italia. Ma anche il nostro lavoro nelle scuole italiane, di tutti gli ordini e gradi, è un progetto del presente che considero futuro perché non siamo ancora arrivati a renderlo sistematico e continuativo come dovrebbe essere per dare risultati solidi. E poi “I Fuoriclasse della scuola”, la grande iniziativa filantropica che raccoglie fondi per dotare i migliori talenti della scuola italiana di competenze economiche di base nella convinzione che la loro eccellenza verticale nelle materie scolastiche possa trarre un grande beneficio dallo sviluppo di competenze parallele che non si apprendono a scuola. Si tratta di un progetto straordinario (www.fuoriclassedellascuola.it) che vede lavorare insieme FEduF, Ministero dell’Istruzione, Confindustria, Museo del Risparmio e ABI per dare ai giovani fuoriclasse una marcia in più per il loro avvenire. Ma forse il nostro più importante progetto per il futuro è quello rivolto ai genitori che hanno bisogno di ricevere supporto e strumenti per l’educazione economica dei figli.

Giovanna Boggio Robutti, Direttore Generale presso Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio.

Che valore attribuisce alle soft skill e alle competenze relazionali?
Un valore altissimo: i fattori legati alla capacità di relazione interpersonale, all’empatia, all’intelligenza emotiva sono, nel mio lavoro, la base indispensabile. Non saremmo riusciti ad affermare il ruolo della nostra Fondazione senza un team di professionisti dotati di queste capacità. Solo con antenne sempre dritte e uno sguardo curioso sul mondo potremo continuare a portare un contributo innovativo, ma soprattutto di reale utilità per le persone e il Paese.

Che consigli darebbe a un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?
Ne ho almeno tre. Il primo è essere enormemente curiosi, non solo rispetto al mondo esterno ma anche a sé stessi. La prima cosa da capire è cosa ci piacerebbe veramente fare, cosa ci interessa di più, cosa non ci farebbe mai essere stanchi se dovessimo lavorare tutto il giorno. E se un giovane riesce a intravvedere la sua passione il gioco è fatto. Il secondo consiglio è quello di fare tanta fatica: senza fatica, impegno, passione, non si arriva da nessuna parte. E quando alla fatica si aggiungono la correttezza, l’onestà e la tenacia si ottiene un risultato che a lungo termine ripaga. Il terzo è essere coraggiosi e avere una mente aperta, perché in un mondo liquido le opportunità si creano continuamente e ogni giorno nascono nuovi lavori che prima non esistevano. E aggiungerei anche avere un pizzico di eclettismo perché vedere le cose da punti di vista non convenzionali rende le persone uniche e mai banali.

Luca Brambilla