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Cos’è il sistema paraverbale
Negli articoli precedenti abbiamo parlato del sistema paraverbale, dei suoi elementi e di come vengano espresse e riconosciute le emozioni attraverso la qualità della voce e i suoni prodotti.
Il sistema paraverbale, in parole semplici, indica l’insieme dei suoni emessi nella comunicazione verbale, rappresenta il “come” si parla.
Come abbiamo avuto modo di vedere, gli elementi principali della comunicazione paraverbale (o paralinguistica) sono: 1) tono e melodia, 2) ritmo, 3) volume, 4) velocità, 5) imprecisioni e chiarezza delle parole, 6) pause e silenzi.
Come utilizzare il paraverbale nella comunicazione
Dopo aver esaminato la loro funzione nel precedente articolo, vorrei condividere con voi degli utili suggerimenti per utilizzare tali elementi al meglio nella comunicazione con gli altri, andiamo ad analizzarli uno per uno:
1) Tono e melodia
- Per comprendere perfettamente il concetto di tono basti pensare alle note della scala musicale.
- Il tono non dovrebbe essere troppo basso (greve) (pericolo di incomprensibilità).
- Il tono non dovrebbe essere troppo alto (acuto) (pericolo di creare fastidio).
- Il tono andrebbe modulato creando una sorta di melodia musicale, alternare toni bassi e toni alti è utile per non risultare monotoni, tenere alto il livello di attenzione e risultare interessati alla conversazione e all’altra persona.
2) Ritmo
- Il ritmo può essere cadenzato, sincopato, musicale e alternato. Basti pensare al ritmo che danno le percussioni e la batteria nella musica.
- E’ bene mantenere un ritmo abbastanza cadenzato nella conversazione, senza però risultare meccanici e noiosi.
- Il ritmo è il primo indizio sonoro per capire la lingua madre di un individuo.
3) Volume
- Usando un volume troppo basso si corre il rischio di non essere chiaramente comprensibili, inoltre segnala una scarsa energia e uno scarso interesse verso l’altro.
- Usando un volume troppo alto si corre il rischio di creare fastidio e di sembrare agitati o aggressivi.
- E’ bene utilizzare un volume della voce sostenuto facendo attenzione a non alzarlo troppo.
4) Velocità
- Parlare troppo lentamente fa sì che la persona provi noia o che si distragga e inizi a pensare ad altro. Comunica anche scarsa energia e scarso interesse verso l’altro.
- Parlare troppo velocemente fa sì che l’altra persona non capisca tutte le parole pronunciate, inoltre questo atteggiamento comunica e trasmette ansia.
- Bisognerebbe trovare una giusta misura nella velocità del parlato (180-200 parole al minuto).
- Si tende a rallentare la velocità di parola quando si espongono concetti di particolare rilevanza o che riteniamo poco conosciuti dagli interlocutori.
- Si tende ad accelerare la velocità di parola quando si utilizzano termini che usiamo spesso e con cui abbiamo familiarità.
5) Imprecisioni e chiarezza del parlato
- Per imprecisioni nel parlato si intendono atteggiamenti quali: parole troncate, lapsus verbali, errori di sintassi, grammaticali o di pronuncia, trascinamenti (“ehm… mmm…”), eccessive ripetizioni (es. “cioè, cioè…”).
- Queste imprecisioni nel modo di parlare, quando presenti in gran numero, danno l’idea di essere poco sicuri di quello che si dice e che si fa, inoltre potrebbero comunicare scarsa preparazione o interesse.
- Per pronunciare le parole in modo chiaro è bene sforzarsi di muovere in maniera efficace i muscoli della bocca per articolare bene tutte le sillabe stando attenti a non abbassare troppo il volume della voce, in particolar modo nella parte iniziale o finale della frase.
6) Pause e silenzi
- Il silenzio è necessario nella comunicazione, infatti se non ci fosse il silenzio non ci sarebbe riflessione, inoltre le parole si distinguono le une dalle altre grazie agli “spazi bianchi” tra una e l’altra. Il silenzio è come una tela bianca su cui dipingere le parole.
- Un eccessivo uso del silenzio e delle pause possono annoiare o distrarre l’interlocutore, rallentare la comunicazione o bloccarla del tutto.
- Un buon comunicatore sa usare in modo adeguato le pause nel parlato e anche i momenti di silenzio (di solito si usa una piccola pausa prima di esprimere un concetto importante o una parola chiave).
Francesco Di Fant