Elisabetta II, regina della comunicazione

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La chiamano, a ragione, la regina dei record. Con i suoi 70 anni di regno – in cui ha visto avvicendarsi ben 15 primi ministri, 7 arcivescovi di Canterbury, 7 papi e 14 presidenti americani – Elisabetta è stata la sovrana più longeva del Regno Unito. Ma anche la più progressista in fatto di comunicazione, tanto da lasciare un’eredità corposa, difficile da eguagliare per i suoi successori. Il suo inconfondibile stile comunicativo e le sue scelte strategiche si intrecciano con le tappe più importanti di una lunga vita.

Diventata regina “per caso”, o meglio, per una fortuita serie di eventi che originano nell’abdicazione dello zio Edoardo VIII, costretto a rinunciare alla corona per amore della divorziata americana Wallis Simpson, Elisabetta si ritrovò a essere, bambina, l’erede al trono di suo padre, Giorgio VI.

A soli 14 anni, nel 1940, il primo messaggio radiofonico. Accompagnata dalla sorellina Margaret, la principessa parlò a tutti i bambini del Regno Unito costretti a scappare dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Le sue parole vennero trasmesse dalla BBC durante la Children’s Hour, spazio dedicato ai più piccoli. La giovane Elisabetta si rivolse ai coetanei sofferenti e lontani da casa che avevano fatto rotta verso i paesi del Commonwealth per sfuggire alla minaccia dell’invasione nazista. La futura regina disse che non si sarebbe dimenticata di loro, e nell’augurare “buona fortuna” agli ascoltatori lanciò un messaggio di incoraggiamento: «Sarà compito nostro, bambini di oggi, rendere il mondo di domani un luogo migliore e più felice». Un incitamento all’azione e al coraggio: un valore comunicativo che sarà ricorrente durante tutto il suo regno, così come la destrezza nell’uso del mezzo mediatico.

Il suo inconfondibile stile comunicativo e le sue scelte strategiche si intrecciano con le tappe più importanti di una lunga vita.

Elisabetta dimostrò lungimiranza fin dal suo matrimonio con il principe Filippo. Celebrate il 20 novembre 1947 nell’abbazia di Westminster, furono le prime nozze reali a essere registrate e poi trasmesse sui canali della BBC. La televisione britannica è già infatti operativa da 11 anni come servizio pubblico privo di pubblicità, e fu una delle prime in Europa a essere privatizzata. In Italia, invece, si dovrà attendere il 1954.

Il 2 giugno 1953 la prima diretta televisiva trasmessa in eurovisione: il Coronation Day. Incurante del parere del primo ministro Winston Churchill, contrario alle riprese, Elisabetta insistette nel permettere l’accesso delle telecamere all’evento. Fu un successo: milioni di persone seguirono la diretta solo nel Regno Unito e poche ore dopo, in forma registrata, anche oltreoceano. Passano pochi anni. Nel 1957, un’altra svolta: il primo discorso di Natale trasmesso in Tv. Una tradizione iniziata allora e mai interrotta. È la stessa Elisabetta a spiegare in apertura la sua volontà di poter essere vista anziché solo ascoltata (fino a quel momento il discorso era sempre stato radiofonico). «Spero che questo nuovo mezzo renderà il mio discorso di Natale più personale e diretto», dice la giovane regina, ricorrendo a una leva motivazionale improntata non solo alla tradizione, ma anche ai valori dell’estetica e della condivisione sociale.

Nel 1969 ecco una decisione rivoluzionaria: forse per dare un’immagine della famiglia reale più easy e vicina al popolo (gli anni ’70, del resto, sono alle porte) la regina decise di farsi seguire fin nei suoi appartamenti privati per un intero anno da una troupe della BBC. Quello che ne risultò è docu-reality intitolato semplicemente “Royal Family” che in 105 minuti racconta la vita di Elisabetta, Filippo e dei figli Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo: non solo gli incarichi ufficiali, ma anche i loro momenti intimi, fatti di vacanze e grigliate di famiglia. Tuttavia, la ricezione da parte degli spettatori e soprattutto della stampa fu negativa: vedere i reali alla stregua di persone comuni non li rese più umani ma, anzi, li fece apparire come figure prive di autorità. È da ricordare che in quel periodo il Regno Unito stava attraversando una grave crisi economica che metteva in ginocchio il ceto medio e la numerosa classe operaia. Erano gli anni della contestazione e della ribellione del movimento punk, nato nel cuore dell’Inghilterra industriale. Forse non era il momento di mostrare una famiglia che viveva tranquilla nello sfarzo e nell’agio, mentre il popolo faticava a portare il pane in tavola.

Considerate le feroci critiche e il sentiment negativo suscitato, Elisabetta ordinò la sparizione del materiale. Da allora se ne videro solo brevi spezzoni, alcuni dei quali riproposti durante le celebrazioni del Giubileo di Diamante. Del contenuto nella sua interezza non si seppe più nulla fino al gennaio 2021 quando comparve in versione integrale su YouTube caricato da un misterioso utente e poi subito rimosso per violazione del copyright.

To be continued…

Alessandra Voi