GESTIONE STRATEGICA e SOFT SKILLS – INTERVISTA A GABRIELE PEDONE

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Gabriele Pedone è Head of worldwide Dual Use Platform Controlling in Leonardo S.p.A., dal 1948 una delle protagoniste della storia industriale italiana. Oggi è una dei primi dieci operatori mondiali nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza, un partner affidabile per Governi, Istituzioni e clienti privati, realizzando tecnologie all’avanguardia. In questa intervista ci racconta la sua esperienza e com’è arrivato a vincere il premio Gold Manager del Gruppo Giovani di Federmanager.

Lei è Head of worldwide Dual Use Platform Controlling in Leonardo – Divisione Elicotteri. Di cosa si occupa?

Guido un team di dodici professionisti con i quali esaminiamo in dettaglio l’andamento economico-finanziario attuale e futuro dei prodotti dual use. Quando decidiamo di lanciare un nuovo prodotto, attraverso la creazione del business case progettato su più di vent’anni, effettuiamo un’analisi completa delle implicazioni economiche e finanziarie andando costantemente a monitorare ed aggiornare i parametri di riferimento alla base degli scenari valutati. Questo comprende ogni verifica necessaria per indicare l’ottimale gestione dei rischi e la massimizzazione delle opportunità. Il nostro obiettivo principale è sempre quello di massimizzare gli indicatori di performance dell’azienda.

Oltre a ciò, il nostro impegno continua anche dopo il lancio di un prodotto. Valutiamo costantemente le performance di vendita, analizzando i motivi dietro i risultati ottenuti al fine di supportare il processo decisonale in merito al futuro che andiamo a simulare. Questa attività costante rappresenta una ricerca continua di flessibilità e di gestione del rischio, al fine di assicurare un successo duraturo nel panorama economico.

Quali sono le sfide più difficili che ha adesso?

Una sfida impegnativa consiste nell’elaborare piani a lungo termine per prodotti destinati a essere lanciati tra dieci e vent’anni. L’unico modo per formulare previsioni così proiettate nel futuro è collaborare in modo integrato con tutte le altre funzioni, coinvolgendo tutte le persone e il team interno. Fortunatamente non affronto questa sfida da solo: ho un team completamente allineato sugli obiettivi. L’età media del mio team è di trent’anni, una caratteristica che rappresenta una stimolante opportunità per me, ovvero comprendere come trasmettere concetti e valori a generazioni sempre più distanti dalla mia. Il confronto costante e l’integrità nel nostro operato sono i pilastri sui quali basare decisioni ponderate su un arco temporale esteso, mantenendo una flessibilità per adattarsi alle mutevoli circostanze future. Si cerca di creare un sistema integrato ma flessibile, in quanto il futuro è suscettibile di cambiamenti e pertanto la sfida è quella di plasmare questo sistema in modo adatto.

Che valori dà alle soft skills all’interno di un lavoro così tecnico?

Disponiamo di hard skill ben definite, derivanti da una formazione accademica in economia o ingegneria gestionale. La vera sfida consiste poi nell’esplorare tali competenze tramite il training on the job e nell’integrarle con le dinamiche della vita professionale e altre funzioni, dove le soft skills assumono un ruolo predominante. Grazie alle nuove tecnologie, le persone dedicano meno tempo alla raccolta dati; tuttavia, l’essenza risiede nel modo in cui trasformiamo questi dati in informazioni e nella comunicazione con i nostri stakeholder e shareholder. È evidente che, in questo contesto, le soft skill svolgono un ruolo cruciale.

Investiamo molto nella formazione delle soft skills, sia per quanto riguarda la gestione delle priorità, sia nell’affrontare il confronto con gli altri. Ci concentriamo su competenze come il public speaking, la gestione dei conflitti e la comunicazione. È essenziale per addestrarsi a lavorare verso un obiettivo comune con individui che adottano approcci differenti e ragionano in modi diversi.

Gabriele Pedone, Head of worldwide Dual Use Platform Controlling in Leonardo S.p.A.

L’anno scorso ha ricevuto il premio come Gold Manager dal Gruppo Giovani di Federmanager. Cosa ha rappresentato per lei questo riconoscimento?

L’esperienza è stata un’opportunità di confronto con professionisti provenienti da tutti i settori. Ho scoperto un ambiente in cui si favorisce un dialogo aperto, offrendo la possibilità di accogliere punti di vista diversi e senza filtri, contribuendo così a completare il puzzle professionale. Ampliare la propria prospettiva al di là dei confini aziendali, pur restando al loro interno, è fondamentale. La ricezione del premio è stata inaspettata, ma mi ha donato grande soddisfazione, motivazione e un senso di responsabilità rafforzato.


Che consiglio darebbe ai giovani che hanno l’ambizione di fare la sua stessa carriera?

Le fondamenta essenziali risiedono nel lavoro con e sulle persone all’interno del team, rappresentando il miglior investimento possibile. Guardare le cose da prospettive diverse, soprattutto attraverso l’interazione con le nuove generazioni, fornisce spunti inaspettati e contribuisce indirettamente alla crescita individuale. Un consiglio chiave è mantenere una costante dedizione al lavoro.

L’autovalutazione è un altro aspetto cruciale da affrontare, in quanto consente di identificare punti di forza e debolezza personali. Stabilire cosa consolidare e su cosa investire a medio e lungo termine è essenziale. Mentre le cose richiedono tempo per maturare, è fondamentale valutare se nel corso del tempo si è in grado di raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Luca Brambilla