Un’equilibrista tra accademia e politica – Intervista a Cristina Tajani

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aula di un parlamento

Cristina Tajani è docente Alta Qualificazione presso il Politecnico di Milano e Senatrice della Repubblica capogruppo del PD nelle commissioni Finanze e Tesoro e nella commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro. In questa intervista ci svela l’arte dell’equilibrio professionale e l’importanza di confrontarsi con i collaboratori esprimendo sempre le proprie opinioni.

Quali sono stati gli step principali della sua carriera e quali sfide ha dovuto affrontare?

Il mio percorso professionale si è sviluppato su due fronti distinti ma complementari. Da un lato, ho intrapreso una carriera accademica concentrandomi sulle discipline economiche e sociali, conseguendo la laurea presso l’Università Bocconi e successivamente completando un Dottorato di ricerca in scienze del lavoro presso l’Università Statale di Milano che mi ha dato accesso all’insegnamento di diversi corsi e collaborazioni con enti di ricerca come la Camera del Lavoro di Milano. Parallelamente alla mia attività accademica, ho collaborato con i Sindaci Pisapia e Sala a Milano ricoprendo il ruolo di Assessora alle Politiche per il Lavoro, Università e Ricerca. Dopo dieci anni di servizio, la necessità di cercare nuove opportunità e sfide mi ha portato a collaborare con il Ministro del Lavoro Orlando durante il governo Draghi, assumendo prima il ruolo di Consigliera esperta del Ministro e poi di Presidente e Amministratrice Delegata di una società di intero controllo pubblico che si occupa di politiche attive del lavoro. Contemporaneamente, ho ripreso l’attività accademica, accettando un incarico di docenza presso il Politecnico di Milano, dove ho potuto integrare la mia esperienza pratica con l’insegnamento accademico, arricchendo così l’esperienza degli studenti. Di recente, sono entrata a far parte del Senato italiano come Senatrice, dove mi impegno sui temi economico-fiscali ricoprendo il ruolo di capogruppo del Partito Democratico nella commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Come bilancia il ruolo accademico con quello politico, e in che modo si integrano reciprocamente? Cosa regala il ruolo accademico a quello politico e viceversa?

Il bilanciamento, come in tutte le cose, è sempre da ricercare: è un equilibrio dinamico così come il bilanciamento tra impegni familiari e impegni professionali. Durante la mia carriera, ci sono stati momenti in cui ho dato maggior peso all’attività accademica e altri in cui l’impegno politico è stato prioritario. Quando sono stata Assessora per il Comune di Milano, l’attività politico-amministrativa era totalizzante e il tempo per dedicarmi alla ricerca accademica era limitato. Tuttavia, non ho mai smesso di coltivare il mio interesse per la ricerca, riuscendo comunque a pubblicare un libro e articoli scientifici. Ritengo che trovare un equilibrio tra questi due ruoli sia fondamentale, ma è importante anche mantenere costanza e volontà nel perseguire entrambi gli interessi. Mantenere viva questa volontà richiede sforzo e dedicazione aggiuntiva, come dedicare tempo alla lettura e all’aggiornamento costante. In definitiva, è importante non chiudere mai la porta alle proprie passioni e interessi, anche quando altre responsabilità occupano la maggior parte del tempo.

Cristina Tajani,
docente Alta Qualificazione presso il Politecnico di Milano e Senatrice della Repubblica capogruppo del PD
nelle commissioni Finanze e Tesoro e nella commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro.

Quali competenze o qualità considera fondamentali per il successo delle giovani donne?

Le competenze hard legate agli ambiti disciplinari specifici sono spesso considerate più accessibili in quanto seguono percorsi già tracciati da esperti o istituzioni educative consolidate. Tuttavia, le competenze soft hanno guadagnato crescente rilevanza negli ultimi decenni e le aziende e gli esperti in risorse umane stanno investendo sempre più nella costruzione di queste competenze. Personalmente, ritengo che la capacità di interagire con gli altri in contesti collettivi sia di vitale importanza, non solo per il successo professionale, ma anche per l’arricchimento personale. Nella mia esperienza, ho trovato estremamente utile avere un network di riferimento, che potesse includere colleghi di giunta o i miei collaboratori universitari, con cui confrontarmi e affrontare le sfide in modo collaborativo anziché solitario. La possibilità di discutere e cercare soluzioni insieme ha non solo migliorato i risultati finali, ma ha anche arricchito il mio approccio personale all’apprendimento e alla crescita professionale.

Qual è una lezione chiave che ha imparato nel corso della sua carriera e che vorrebbe condividere con le aspiranti leader?

L’importanza della sincerità e dell’apertura al dialogo, anche quando le nostre opinioni divergono da quelle dei nostri superiori. Ho avuto la fortuna di incontrare persone con ruoli di maggiore responsabilità rispetto al mio che sono state sempre disponibili nei miei confronti, ciascuna con le proprie differenze. Ho imparato che è fondamentale essere sinceri e non nascondere le proprie idee, sempre nel rispetto degli altri. Non bisogna temere il conflitto che può derivare dall’esprimere opinioni diverse da quelle dei superiori o delle persone di riferimento. È importante tenere a mente il bene dell’organizzazione per cui si lavora e capire che lo scambio di opinioni e punti di vista è arricchente per tutti.

Quali consigli darebbe alle giovani donne che vogliono avere successo nel mondo accademico e professionale?

Un primo messaggio che voglio dare a tutte le giovani donne e i giovani uomini interessati a coniugare un impegno sociale o politico con una carriera professionale è quello di sviluppare competenze negli ambiti di interesse. Indirizzare gli sforzi verso una carriera che non solo permette di vivere dignitosamente, ma che anche appassiona, rappresenta un importante punto di forza. Un altro consiglio che vorrei dare ai giovani è non affrontare mai i problemi da soli e a coltivare relazioni collettive di supporto. In ultimo, penso sia fondamentale riconoscere e valorizzare le differenze di genere nei contesti lavorativi e, affrontare queste differenze, richiede un confronto rispettoso e umile, che possa potare vantaggio per la crescita personale e professionale reciproca.

Giorgia Raguzzi