I tre presupposti della Comunicazione Non Verbale

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Visto che la comunicazione non verbale (CNV) è una materia complessa e spesso scivolosa, ritengo utile esporre tre presupposti che potranno mettere nella giusta direzione lo studioso di questo argomento per meglio comprenderlo.

1. “Non è possibile non comunicare

La frase è una citazione di Paul Watzlawick, grande studioso della comunicazione non verbale, che rivela una grande verità: svela infatti che, sia quando parliamo che quando siamo zitti e apparentemente chiusi in noi stessi, stiamo comunicando qualcosa a chi ci circonda in maniera più o meno cosciente. Lo facciamo, ovviamente, utilizzando diversi canali comunicativi oltre la semplice parola. Il principale di questi canali è senza dubbio la CNV. Per esempio, una persona seduta su una sedia e rannicchiata con le mani sulla testa, comunicherà a chi la guarda un senso di disagio, legato probabilmente a un forte spavento, o addirittura terrore, provato recentemente. Si trova infatti in una posizione di totale chiusura mentre con le braccia protegge la testa, e con le gambe rannicchiate sulla sedia mette al sicuro gli organi vitali contenuti nel nostro petto.

I tre presupposti della Comunicazione Non Verbale

2. Il corpo dice sempre la verità, basta saperlo “leggere”

Il nostro corpo, e in particolare i muscoli facciali, hanno lo scopo di comunicare le nostre sensazioni e le nostre emozioni. Proprio per questo, quando diciamo qualcosa che in realtà non ci convince del tutto, il corpo reagisce creando un’incongruenza nella comunicazione. Facciamo l’esempio di un ragazzo che alla domanda “come stai?” risponde che va tutto bene, pur avendo una micro-espressione di dolore sul volto. Questa incongruenza dovrebbe stimolare in chi la nota un giusto desiderio di approfondire, in maniera discreta, la discrasia tra quello che è stato detto e ciò che ha visto. Lo scopo del verificare e approfondire sarà ovviamente quello di aiutare il ragazzo nello “sciogliere il nodo” che ha dentro di sé.

3. La comunicazione non verbale è analogica

La CNV ha il compito di esprimere ciò che proviamo e per farlo utilizza la via analogica, compie quindi dei gesti che mimano la sensazione che ci attraversa. Per esempio, una persona che si discosta dal tema dibattuto a tavola probabilmente si allontanerà dal tavolo poggiando la schiena sullo schienale della sedia. Oppure una persona che ha fretta di chiudere un discorso perché deve andare da un’altra parte punterà in maniera inconscia il piede nella direzione verso cui vorrà andare.

Tenere a mente queste tre semplici premesse servirà ad avere delle semplici fondamenta su cui costruire poi la casa delle vostre conoscenze sulla CNV.

Luca Brambilla