Il curriculum perfetto: cosa fare e cosa non fare

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Compilare il curriculum mette sempre in difficoltà: stabilire cosa includere e cosa tralasciare non è mai scontato, e i dubbi sono spesso frequenti, soprattutto per quanto riguarda le esperienze lavorative ormai obsolete.

La maggior parte delle persone cerca una risposta o una regola che indichi precisamente per quanti anni un’esperienza possa essere inclusa nel proprio curriculum. Di fatto però non esiste una risposta assoluta e conviene affidarsi ad una serie di consigli e accortezze.

Cosa includere nel CV

Si dice che qualsiasi esperienza vecchia più di 10 anni non sia rilevante e dovrebbe essere tenuta fuori dal curriculum. Ma di fatto è sempre meglio considerare quanto tale esperienza sia importante e valida nel comunicare la nostra competenza nel lavoro in questione: se l’esperienza si applica ancora, indipendentemente da quando si sia verificata, potrebbe ancora essere utile includerla nel curriculum.

Quando si tratta di inserire una vecchia esperienza lavorativa sul proprio curriculum è sempre consigliabile fare affidamento sulla sua effettiva pertinenza. Allo stesso modo se c’è qualche esperienza personale di cui si è particolarmente orgogliosi può valere la pena provare ad inserirla sul curriculum come esperienza rilevante. Ad esempio, se qualcuno avesse smesso di lavorare per un periodo per stare accanto ad un famigliare o una persona cara, è possibile inserire sul curriculum ciò che si è appreso o realizzato attraverso tale esperienza. Si tratta in effetti soltanto di servirsi delle parole giuste per descrivere quello si è fatto.

Spesso nella ricerca di un lavoro non basta compilare un’application online o consegnare un curriculum: è consigliabile essere più proattivi nel raggiungere i datori di lavoro partecipando a eventi di networking e costruendo relazioni con altri professionisti.

Il curriculum perfetto: cosa fare e cosa non fare

Cosa escludere dal CV

Ugualmente è importante tenere presente cosa è meglio escludere dal curriculum:

1. Una lingua studiata solo alle scuole superiori

Per quanto uno possa avere una comprensione di base o intermedia di una lingua, a meno che non ne abbia una buona padronanza e non possa effettivamente utilizzarla per il lavoro, è meglio lasciare perdere ed escluderla dal curriculum.

2. Competenze informatiche di base e social media

Nel 2018 elencare “email” o “Microsoft Word” come abilità equivale quasi a elencare “lettura” o “matematica di base”. Non sono differenziatori, sono previsti. Ovviamente qualora uno abbia affinato una pratica molto specifica utilizzando questi programmi (come creazioni di database, ad esempio) questo discorso non vale, ed è utile menzionarla tra le proprie abilità. Un discorso simile vale anche per il capitolo “social media”: possedere degli account media non significa saperli usare a livello professionale, dove è richiesta analisi dei dati, esperienza con i media a pagamento e altro ancora.

3. Soft skills

Le soft skills sono di base molto apprezzate sui curricula. Tuttavia, è sempre meglio che siano dimostrate attraverso esempi piuttosto che dichiarati esplicitamente: non ha senso definirsi un buon comunicatore senza effettivamente poterlo sostenere attraverso esempi concreti.

La Redazione