Il ruolo della Consapevolezza e della Gentilezza nelle organizzazioni

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Mercoledì 18 ottobre, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si è tenuto un incontro che ha messo radici – e che sicuramente nel tempo porterà frutto – nel cuore e nella mente di tanti giovani studenti. Due stimati professori, Carlo Galimberti e Andrea Gaggioli, entrambi ordinari della Facoltà di Lettere e Filosofia, il primo docente di Psicologia Sociale della Comunicazione, il secondo di Psicologia Generale, all’interno di una lezione del corso in Psicologia della comunicazione per le organizzazioni e il marketing, hanno ospitato Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato della Holding Gruppo Branca International S.p.a., e Guido Stratta, Direttore People & Organization del Gruppo Enel che, in interazione con Monica Fabris, Direttore Scientifico del Gruppo CSA Ricerche, hanno conversato su due temi fondamentali.

Nello specifico, Niccolò Branca è intervenuto sul valore della consapevolezza, attingendo anche a ciò che ha scritto in un suo libro bellissimo edito da Mondadori e intitolato Per fare un manager ci vuole un fore. Come la meditazione ha cambiato me e l’azienda; Guido Stratta, invece, ha parlato della gentilezza facendo riferimento al suo libro Rievoluzione. Il potere della leadership gentile, edito per Franco Angeli.

Per me, che ho avuto il piacere di assistere in prima fila a questo incontro, è impossibile riassumere le centinaia di provocazioni, suggestioni ed esempi raccontati, così come le tantissime domande che hanno fatto sì che l’incontro andasse ben oltre quanto fosse stato pensato inizialmente, superando persino le tempistiche stabilite e concludendosi quarantacinque minuti più tardi rispetto a quanto preventivato. Emblema, questo, della passione che, se ben incanalata e coltivata attraverso proposte sincere e dirette, muove i giovani e li spinge a fare “straordinari” già all’università.

Ciò che, invece, mi è possibile fare è raccogliere alcune riflessioni che possono essere, secondo lo stesso mandato degli autori, degli spunti operativi di lavoro che poi sta alle nostre coscienze portare avanti nella nostra quotidianità, lavorativa e no.

Guido Stratta e Niccolò Branca.

Branca, che da anni si dedica allo studio della mente, del cervello, del pensiero e alla meditazione, ha proposto una visione secondo la quale esistono due modi di stare al mondo: essere consapevoli ed essere inconsapevoli, cioè non essere presenti. È fondamentale, invece, divenire totalmente presenti ed entrare, così, nella consapevolezza e nell’autoconsapevolezza, dimensione che significa “dimorare nell’essenza di sé stessi”. Solo partendo da qui si può poi operare; solo partendo dal di dentro si potrà cambiare ciò che c’è fuori. Pensate, infatti, ai conflitti che dilagano oggi nel mondo, osservati soprattutto dagli occhi degli occidentali, come quello scoppiato pochi giorni fa sulla Striscia di Gaza, o la guerra in Ucraina, e a quanto la situazione potenzialmente potrebbe mutare se decidessimo di cambiare noi la prima posizione più che gli altri.

Consapevolezza e autoconsapevolezza non sono solo pietre miliari del cambiamento, ma anche il motore delle “emozioni”: se non si è coscienti e presenti, le emozioni portano a reagire piuttosto che ad agire. Ciò accade perché «noi pensiamo di essere pensiero, ma non siamo pensiero. È il pensiero che pensa in noi e che è legato alla memoria, quindi alle emozioni e alle azioni».

Questi principi, traslati nel mondo del lavoro e dell’impresa, hanno permesso a Branca di rendere l’azienda che oggi dirige un’azienda di valore in cui la parola “potere” viene abolita e sostituita dal lemma “responsabilità” e in cui la promozione della contaminazione tra diverse generazioni è tra i pilastri dell’innovazione.

Per Guido Stratta, «l’innovazione è una disobbedienza andata a buon fine» che, se praticata, permette alle persone di fiorire guardando la propria vocazione in un nuovo mondo del lavoro dove le idee non hanno gerarchia e in cui risultato, motivazione e benessere siano in equilibrio all’interno di uno spazio relazionale realizzabile dal valore della gentilezza.

Costruire delle organizzazioni in cui le idee non hanno gerarchia vuol dire far sì che nelle aziende le persone escano dalla dinamica competitiva per abolire la paura di essere derubati della propria idea e regalino il proprio genio e talento a chi le sa valorizzare e le porta ad esprimersi in maniera completa. Per farlo è necessario riconoscere che «le persone sono cuori, menti, occhi»; che siamo tutti gocce dell’oceano e che per agire dobbiamo attivare e ascoltare la nostra motivazione endogena e concentrarci sul sentire.

È questo il monito e il suggerimento che il Direttore People & Organization del Gruppo Enel ha rivolto agli studenti e a tutti noi, uomini del presente e del futuro, a cui aggiungo una riflessione personale: bisogna guardare e non osservare; ascoltare e non udire. Bisogna andare a capire di più l’altro ascoltando con testa, cuore e corpo.

Luca Brambilla