IMPRENDITORIA PREMIATA – INTERVISTA AL CAVALIERE SALVATORE RUGGERI

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Lei è fondatore e Presidente del Gruppo Valvitalia. Quali sono stati gli step principali della sua carriera?

Mi sono diplomato in Ragioneria e nel 1969 ho iniziato a lavorare nella WAGI di Patti, che era un’azienda produttrice di valvole creata da una multinazionale americana e dalla Finmeccanica. Nel 1970 mi sono trasferito a Milano, dove c’era un altro stabilimento dell’azienda, con la qualifica di Controller. Un anno dopo il Gruppo ha costituito una nuova società, la Grove Italia, produttrice di valvole a sfera, impiegate nel gasdotto, che per la prima volta ha trasportato il gas russo in Italia. Nel frattempo, il Gruppo Canadese NOVA ha acquistato la GROVE, diventata GROVE USA, che ho gestito nel biennio 1986-87 a San Francisco. Tornato in Italia, ho assunto la carica di Direttore Generale del Gruppo che comprendeva le GROVE e la LEDEEN ITALIA, produttrice di attuatori, fondata nel 1980.  

I successivi step che hanno portato al cambiamento dell’azienda hanno fatto sì che negli anni 2000 io lasciassi il Gruppo e fondassi, insieme ai miei figli Massimiliano e Luca, la Valvitalia, il 3 gennaio 2002. In pochi anni, il Gruppo Valvitalia ha superato i 400 milioni di fatturato e i 1.000 dipendenti, con 15 acquisizioni in 15 anni.

Quali sono i valori su cui basa il suo impegno?

Anzitutto la passione per il lavoro, la voglia di creare ricchezza e prestigio per gli azionisti e per il nostro Paese, avvalendomi delle vaste conoscenze del settore dell’energia a livello mondiale. Inoltre, mi sono sempre impegnato molto nella mia attività: quando l’ho creata, l’ho fatto con lo scopo di lasciarla ai miei figli e ai miei nipoti. I miei figli sono stati con me dal primo giorno della nascita di Valvitalia. Ho la fortuna di poter contare su di loro che si occupano della parte commerciale: Massimiliano si occupa del Canada, Stati Uniti, Centro America e Sud America, mentre Luca si occupa del resto del mondo.

Il Cavaliere Salvatore Ruggeri in compagnia di Dick Cheney, ex vicepresidente degli Stati Uniti, alla Casa Bianca.

Nel 2021 le è stato conferito il Dottorato di Ricerca Honoris Causa in “Economics, Management and Statistics”. Cosa ha rappresentato per lei questo riconoscimento?

Prima di questo, nel 2010 mi era stata conferita la Laurea Honoris Causa in Economia e Gestione delle Imprese dall’Università di Pavia, dove risiedo dal 1979. Nel 2021 l’Università di Messina mi ha conferito il Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Economics, Management and Statistics. Questi prestigiosi riconoscimenti, uniti all’Onorificenza di Cavaliere del Lavoro concessami dal Presidente della Repubblica nel 2009, rappresentano la più grande soddisfazione che un imprenditore possa ottenere dopo una vita spesa per il lavoro, considerando anche le umili origini della mia famiglia. Un’altra tra le più grandi soddisfazioni della mia vita professionale è stata poter lavorare con Dick Cheney, ex Vicepresidente degli Stati Uniti, e aver avuto la possibilità di fargli visita alla Casa Bianca.

Qual è il fattore principale per la crescita di un’azienda?

Le risorse umane rimangono sempre l’asset principale di qualsiasi azienda. Ovviamente risorse motivate, competenti e determinate a perseguire gli obiettivi sempre più ambiziosi. L’esempio rimane l’indicatore principale per qualsiasi manager. Inoltre, per me le relazioni sono fondamentali, tutto quello che ho costruito l’ho fatto basandomi su relazioni di onestà e fiducia ed è quello che spero di trasmettere ogni giorno ai miei collaboratori.

Che consiglio darebbe ai giovani imprenditori e manager di oggi e del futuro?

Il consiglio che darei ai giovani imprenditori e manager è di rischiare, sempre e comunque. L’imprenditore si distingue per una certa dose di incoscienza che deve possedere, altrimenti non è un imprenditore: il suo fiuto è determinante per il successo dell’impresa. L’imprenditore deve anche mantenere gli impegni presi con i vari stakeholders (Clienti, Fornitori, Banche, Soci e Personale): solo così potrà acquistare credibilità, valore imprescindibile per andare lontano.

Luca Brambilla