In principio era il libro

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Leggere è più importante del libro, scrivere è più importante della tastiera con la quale scriviamo, il messaggio è più importante del contenitore
A volte siamo così ossessionati dal trasmettere i famosi contenuti di valore che dimentichiamo gli strumenti grazie ai quali lo facciamo, riducendoli a meri involucri, a pure formalità. 

Leggere è più importante del libro, scrivere è più importante della tastiera con cui scriviamo, il messaggio è più importante del contenitore

In realtà nessuno dei supporti che utilizziamo per leggere o per scrivere è mai neutro.
Se si pensa all’espressione “panico da foglio bianco” e si va con la mente ai fogli che abbiamo a disposizione, scopriremo con un sorriso che il foglio non è quasi mai bianco: a righe, a quadretti, pentagrammato, millimetrato, in tenui sfumature pastello o intestato con iniziali, indirizzi, professioni. Perfino i software di scrittura sono circondati da icone colorate, margini e rientri prestabiliti che creano una griglia di lavoro. 

La stessa riflessione accompagna i libri che ci circondano. 
Il nostro rispetto verso i libri nasce in primo luogo verso l’oggetto-libro che abbiamo visto trattare con mille attenzioni da insegnanti e famigliari, come se fosse un piccolo gioiello. 
Ricordiamo forse i libri della nostra infanzia, di cui è più probabile che ci sia rimasta impressa la copertina, piuttosto che il racconto che custodiva. 

Alcuni artisti del Novecento hanno giocato con il libro, trasformandolo in installazione artistica, proprio a significare che la materialità del libro è imprescindibile. 
La tecnica del paper-folding, per esempio, trasforma il libro in un oggetto, piegandone con misteriose ricette le singole pagine.
Bruno Munari creò il “libro illeggibile”, cartoncini colorati assemblati insieme esattamente come un libro, tagliati ad arte per creare contrasti di colore, ma dove non compaiono scritte o parole.
Si sfoglia, ma non si legge… 

Le case editrici si comportano in modo simile, in fondo: ciascuna ha il suo formato, il proprio logo e lo stile che la caratterizza. 
Vengono scelti con cura i colori di ogni collana e la stampa delle coste, per favorire un effetto d’insieme armonioso una volta riposti i volumi sugli scaffali. 
La scelta della grammatura delle pagine, le eventuali immagini, i font da utilizzare sono tutti accorgimenti che fanno parte dell’identità comunicativa di ogni editore. 
Quello che ci trasmette un libro è prima di tutto il fascino discreto della sua forma, dei suoi colori, della sua veste grafica. 

Cecilia M. Voi