L’anima dell’ospitalità – Intervista a Carlo Alberto Pierato

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Carlo Alberto Pierato, fondatore e coordinatore di Service Sapiens e noto Restaurant Manager d’Italia pluripremiato, in questa intervista, volgendo dapprima uno sguardo critico verso il suo passato, ci racconta come è arrivato alla consapevolezza di sé e a scrivere il suo libro “SERVICE SAPIENS – L’ANIMA DELL’OSPITALITÀ”, descrivendo cosa ha significato per lui intraprendere questo viaggio.

“Alla fine, mi sono detto: Ok, questo è quello che sono oggi, va bene così, e ho messo il punto finale”, dice riferendosi a questa esperienza, rivelando la speranza di poter ispirare più che insegnare.

In un’intervista fatta qualche anno fa ci ha raccontato i passi fondamentali che l’hanno resa il miglior Restaurant Manager d’Italia. Guardandosi indietro, cosa cambierebbe del suo percorso professionale e per quali ragioni? 

Se avessi la possibilità di cambiare qualcosa relativo al mio passato, sarebbe sicuramente quello di anticipare gli aspetti relativi alla crescita personale. Credo che avere la consapevolezza del proprio potenziale e delle aree di miglioramento, dà l’opportunità di raggiungere i propri obiettivi in tempi più rapidi e bilanciare le soft alle hard skills.

Ritengo che il successo di un professionista sia proprio in questa fusione. La consapevolezza del sé è senza dubbio una facoltà che ti guida e che ti permette di avere strategie sempre più affini al tuo ambiente professionale per essere più performante. A questo aspetto, aggiungerei le competenze sulle capacità di guidare un team.  Senza un team performante, infatti, non si raggiungono gli obiettivi desiderati.

Nelle prime fasi della carriera si tende maggiormente ad assimilare le hard skill, sottovalutando il potere delle relazioni e delle interazioni con il team. Succede infatti, che si creino dei GAP tra la propria crescita e quella dei propri colleghi ottenendo come risultato una diversa visione di valori, missioni e obiettivi. L’integrità del gruppo, e la sua efficacia, risiedono in doti di leadership che ogni giovane adepto dovrebbe conoscere per rafforzare le sue intenzioni, trasformandole in azioni condivise, targettizzate e misurabili.

In conclusione, cambierei la struttura della mia preparazione, dando un giusto focus alla mia crescita personale.

Quali sono stati i fattori del suo successo? 

Credo che siano relativi al mio carattere e alla passione per la mia professione, oltre che alla curiosità. Aver perseverato laddove altre figure si sono scoraggiate è stato un altro aspetto importante per la mia crescita. Molte persone sopravvalutano cosa possono fare in poco tempo e sottovalutano invece cosa si può fare nel lungo termine. Essere sempre presenti, con il giusto atteggiamento, la proattività e la capacità di trovare soluzioni o vedere sempre qualcosa di positivo nelle varie situazioni, riesce a darti un’autostima che diventa il carburante più adatto.

Un altro aspetto, che penso mi abbia avvantaggiato, risiede nella mia disponibilità all’ascolto. Ascoltare senza interrompere, fare domande esplorative ai miei interlocutori mi ha sempre dato più informazioni di quante ne potessi fornire io a loro. Conoscere meglio le persone con cui ti interfacci, ti dà vantaggio: tu sai più di loro, poi sta a te come gestire questo vantaggio.

Per terminare, aggiungerei la gioia di vedere persone felici per le situazioni e circostanze che sei riuscito a creare, anche a loro insaputa.

Ha recentemente scritto il libro dal titolo “Service Sapiens – L’anima dell’ospitalità”. Com’è nato questo progetto?

La volontà di scrivere Service Sapiens nasce innanzitutto da un’esigenza personale diretta.

Nel mio periodo di attività sul campo, l’ostacolo più sfidante con i miei colleghi non era dato dalla parte tecnica del servizio ma bensì nell’imprimere in loro il giusto comportamento. Lavorando nel mondo del lusso e dell’ospitalità, i comportamenti sono strategici al raggiungimento degli obiettivi nei termini di qualità nell’accoglienza. Le aspettative sono sempre altissime e quindi il nostro approccio diventa fondamentale.

Il libro, quindi, vuole rivelare e dare importanza a tutte quelle funzioni strategiche che sono alla base dell’organizzazione dell’Hotellerie, la parte organizzativa manageriale che garantisce una struttura ricettiva eccellente. L’intento è dunque la condivisione e la divulgazione di questi aspetti.

Carlo Alberto Pierato, fondatore e coordinatore di Service Sapiens e noto Restaurant Manager d’Italia pluripremiato.

Può darci qualche anticipazione dei passaggi fondamentali del libro?

Certo, molto volentieri.

Il libro ha una frase iniziale che dice: “La sublimazione della tecnica avviene esclusivamente attraverso una personalità consapevole”. Ritengo infatti che tutto passi attraverso le persone: la loro consapevolezza è un elemento imprescindibile a valorizzare il loro operato. Il contenuto del libro volge quindi a dare luce alla crescita del SÉ in funzione dell’accoglienza e le relazioni che comporta, sia con gli ospiti che all’interno dell’azienda.

In “SERVICE SAPIENS – L’ANIMA DELL’OSPITALITÀ”, si trovano i mezzi per farlo. All’interno del libro vengono analizzati strumenti specifici, come il coaching e la negoziazione, e forniti strumenti pratici, suggerimenti e consigli che si ricollegano a ciascuna delle competenze trasversali affrontate, come la comunicazione strategica e l’intelligenza emotiva, e che servono per garantire una performance lavorativa eccellente, nonché una crescita completa della persona.

Il mio scopo è promuovere una mentalità di successo universale che possa risplendere in qualsiasi contesto, tra cui quello quotidiano e privato, pur partendo dall’ospitalità, essendo il mio settore di competenza.

Altri argomenti sono il galateo e le buone maniere, l’arte del teatro per l’ospitalità, l’immagine, l’assertività, leadership e molto altro. In un unico contenitore ho voluto mettere ciò che si trova in più luoghi, un’ulteriore intenzione che ho con questo libro è quella di ispirare più che insegnare. Ognuno troverà la sua interpretazione migliore per poter approfondire le aree di suo maggior interesse.

Qual è stato il momento più bello della fase di scrittura del libro? Quale, invece, il momento di maggior difficoltà e perché?

La parte più bella di questa mia esperienza è stata quella di rivivere alcuni ricordi, un tuffo nel passato emozionante. Alcuni aspetti li avevo (parzialmente) rimossi e con la stesura dei vari capitoli li ho riscoperti. Riprendere questi scorci di vita in modo analitico e cronologico ha avuto un forte impatto emotivo.

Un altro aspetto positivo è stato quello di avere davanti ai miei occhi il mio punto di partenza e quello attuale, aprendo e stimolando nuovi obiettivi futuri.

Di contro, il momento maggiormente impegnativo è stato quello di condensare al meglio i contenuti, a volte sembrava che lo spazio per raccontare non fosse sufficiente. Anche la scelta delle persone da citare non è stata semplice. Avrei voluto chiamare in causa molte più persone, ma questo mi portava ad allargare troppo il cerchio. Prima di dare il benestare alla pubblicazione ho riletto e riletto varie volte il testo ed ogni volta cambiavo qualcosa per raggiungere un’esposizione sempre più efficace al senso che volevo tramettere. Poi, alla fine, mi sono detto: “Ok, questo è quello che sono oggi, va bene così”, e ho messo il punto finale.

Spero, come vi ho già detto in precedenza, di poter ispirare più che insegnare.

Luca Brambilla

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