La Comunicazione Efficace di Paul Grice

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Bernardo di Chartres, filosofo, grammatico e maestro di retorica vissuto nel XII° secolo, diceva che, parafrasando, siamo come nani sulle spalle dei giganti, dalle quali possiamo vedere di più e più lontano, solo grazie al sostegno che essi ci forniscono con la loro elevata statura. Con queste parole egli intendeva dire che ogni scoperta, ogni idea o abitudine consolidata oggi poggia necessariamente sulle scoperte, idee e abitudini del passato, parte di un’unica cultura che è il prodotto dell’evoluzione degli uomini stessi.

Le 4 massime di Paul Grice

Gli stessi concetti di comunicazione, conversazione e interazione sono evoluti nel corso del tempo, trovando in numerosi e validi contributi, nati uno sulle spalle dell’altro, diversi criteri di definizione, declinazioni e presupposti base. Un contributo datato ma molto noto e interessante su cui vorrei ragionare è quello del filosofo inglese Herbert Paul Grice (1913-1988). Egli sviluppò quattro massime della conversazione che permettono ai parlanti, soggetti al principio di cooperazione, di interagire tramite comunicazioni efficaci. In sostanza, le quattro massime elaborate da Grice consentono alle persone di impegnarsi in conversazioni cooperando, fornendo contributi di valore alla relazione e alla conversazione. Esse sono:

  • Massima della quantità: fornire un contributo quantitativamente adeguato allo scopo del discorso, senza dare né più, né meno informazioni di quante ne siano necessarie;
  • Massima della qualità: essere sempre sinceri, fornendo un contributo vero ed evitando informazioni sulle quali non si hanno sufficienti o adeguate informazioni;
  • Massima della relazione: rimanere pertinenti al tema della conversazione;
  • Massima di modo: evitare l’ambiguità o la non chiarezza del discorso e dei contenuti portati.

Il contributo di Grice si colloca nell’ambito della Comunicazione Efficace, ovvero un tipo di comunicazione che, in seguito all’allineamento delle dimensioni verbale, paraverbale e non verbale, è volta al soddisfacimento degli obiettivi di chi parla. Tuttavia, lo svantaggio di questo tipo di comunicazione è che spesso, pur portando all’esito sperato, non valorizza né l’interlocutore, né il contesto, né la conversazione stessa.

La Comunicazione Efficace di Paul Grice

Dalla Comunicazione Efficace alla Comunicazione Strategica

La soluzione a questa carenza è stata individuata nell’elaborazione del concetto di Comunicazione Strategica, la quale non solo conduce al raggiungimento dei propri obiettivi comunicativi, ma anche e soprattutto permette di produrre valore aggiunto per tutti i partecipanti alla conversazione. Per valorizzare l’interazione e la relazione tra gli interagenti non basta, quindi, esprimere il proprio pensiero nel modo più efficace possibile e allineando verbale, paraverbale e non verbale: secondo il prof. Luca Brambilla, è fondamentale considerare anche tutti gli elementi riguardanti l’altro (il Tu) e il Contesto (inteso come insieme dei fattori oggettivi e soggettivi che possono influenzare la relazione fra l’Io e il Tu), oltre che l’Io, i quali potrebbero giocare un ruolo importante nel determinare la natura stessa e l’esito della comunicazione.

Nel corso degli anni, dunque, i teorici della comunicazione si sono resi conto di quanto l’interazione tra due o più persone, reale o virtuale che sia, sia sempre qualcosa in più della somma dei meri contributi informativi portati dalle parti. Abbandonato l’obsoleto modello matematico, che teorizza la comunicazione come un passaggio di informazioni da un parlante a un ricevente che si alternano in operazioni di codifica e decodifica di messaggi, è emersa la necessità di elaborare modelli di comunicazione che tenessero conto di tutti gli elementi coinvolti nell’interazione: l’Io, il Tu e il Contesto. Solamente valorizzando questi tre elementi e lo spazio concettuale co-creato dai parlanti all’interno del quale avviene l’interazione è possibile generare valore per tutte le parti coinvolte.

Ecco dove si colloca il valore del contributo di Grice: pur configurandosi come un modello di Comunicazione Efficace, i cui principi – molto validi sul piano teorico se pur continuamente violati nella realtà – conducono alla produzione di un messaggio coerente con gli obiettivi del parlante, si basa sul principio fondante della cooperazione. Questo dimostra come sia avvenuto uno spostamento di focus dall’Io al Tu e al Contesto, anche se quest’ultimo è inteso da Grice più come prodotto del lavoro di cooperazione e di co-creazione di valore da parte delle persone in interazione fra loro.

In conclusione, nel nostro dare per scontato che la comunicazione sia un processo in cui tutte le parti coinvolte giocano un ruolo essenziale nella costruzione di significati condivisi e nel favorire l’intercomprensione, dobbiamo essere consapevoli di quanto le nostre solide certezze siano state, in passato, le grandi intuizioni di chi ci ha preceduto e ha reso possibile il progresso concettuale che ha condotto la teoria dov’è oggi. L’evoluzione, in sintesi, è una ristrutturazione, non una sostituzione. Come nani sulle spalle dei giganti, è compito di chi si occupa di comunicazione e fa ricerca nell’ambito ricordarsi che la possibilità di esplorare le dimensioni profonde dell’interazione e di favorire il progresso, dunque, è possibile solo grazie alla valorizzazione dei grandi nomi del passato e delle porte che essi, con curiosità e passione, hanno aperto.

Greta Vesco