La voglia di “lasciare il segno” – intervista a Flavio Paradiso

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Due mani che si incrociano e sorreggono il pianeta Terra

Flavio Paradiso è Direttore Commerciale presso Epsotech, multinazionale leader nella produzione di lastre e film in tecnopolimeri con filiali in Austria, Francia, Germania, Italia e Regno Unito. Ricoprendo già, a soli 40 anni, un ruolo di responsabilità internazionale, in questa intervista ci rivela gli step per ottenere un tale successo: formarsi continuamente, e cercare sempre un modo per “lasciare il segno”, come la sua candidatura al Consiglio Direttivo di ALDAI-Federmanager.

Oggi è Direttore Commerciale in Epsotech. Quali sono i passaggi essenziali nella sua carriera di Dirigente e cosa ha imparato da ogni step?

Sono un Dirigente in servizio nella filiera industriale della plastica presso una realtà multinazionale declinata su diversi siti produttivi in tutta Europa. In tale contesto, faccio parte del Consiglio di Amministrazione della filiale italiana, con un perimetro di responsabilità internazionale. Nel mio percorso professionale ho ricoperto ruoli di crescente responsabilità, prevalentemente all’interno di realtà multinazionali strutturate, ma anche nell’ambito della media impresa industriale italiana. Nella carriera di un Dirigente esistono dei passaggi chiave da cui non si può prescindere se si vuole costruire un percorso di crescita credibile: provo a sintetizzarli in una semplice struttura circolare, da intendersi in continuo rinnovamento. Il punto di partenza è sempre un solido track record di “achievement” – vale a dire: i risultati – che devono essere costanti e replicabili in diversi contesti; grazie ad essi si sviluppa il network, direttamente proporzionale alla capacità di creare rapporti di collaborazione consolidati nel tempo; infine emerge la leadership, che si misura negli achievement dei propri collaboratori e, conseguentemente, nel network che essi sono in grado di sviluppare.

A proposito di leadership: qual è il suo stile e come lo declina?

Credo profondamente in una leadership gentile, inclusiva e basata sul dialogo. Lavoro per favorire la crescita delle persone, stimolarne l’iniziativa individuale e valorizzarne le diversità. Nel mio concetto di leadership, la dimensione gerarchica rappresenta solo la cristallizzazione formale di un’autorevolezza riconosciuta – piuttosto che di un’autorità imposta – grazie ai risultati conseguiti, ed alla capacità di supportare e guidare i collaboratori ad ottenere il meglio dalle proprie capacità. Nel mio percorso professionale ho sempre chiesto la più ampia delega nello svolgimento delle mie mansioni, prendendomi ogni responsabilità dei risultati attesi; come manager, faccio lo stesso con i miei collaboratori, ai quali garantisco la massima libertà nel conseguire gli obiettivi stabiliti insieme.

Flavio Paradiso, Direttore Commerciale presso Epsotech.

Lei è un giovane Dirigente nel mondo del lavoro: quali sono le skills su cui ha lavorato per arrivare a questo importante traguardo?

Di attitudine umanistica, ho ottenuto di recente la qualifica di “Green Belt” nel metodo Lean Six Sigma; ho poi investito ulteriormente sulla mia formazione iniziando un percorso finalizzato al conseguimento dell’Executive MBA nel 2026 presso il Politecnico di Milano. Sono consapevole della necessità di rinnovarsi quotidianamente e identificare il corretto bilanciamento fra hard e soft skills: con alle spalle una Laurea in Relazioni Pubbliche e Pubblicità che risale ormai ai primi anni Duemila, ho trovato particolarmente suggestivo riprenderne alcuni contenuti, dopo circa un ventennio, per ottenere la certificazione sul Metodo O.D.I.® presso l’Accademia di Comunicazione Strategica.

Che valore dà alla formazione continua in particolare nell’ambito delle soft skills?

L’investimento nella formazione continua per me non è negoziabile e appartiene strutturalmente al piano di crescita che mi impegno ad apportare quotidianamente nel contesto in cui opero. Nell’ambito delle soft skills, il tema è particolarmente rilevante, soprattutto in ambienti aziendali di grande complessità tecnica: il rischio di lasciare in secondo piano le abilità relazionali è sempre reale, ed ha come conseguenza un progressivo invecchiamento culturale dell’organizzazione, radicata su modelli di comportamento superati. Tutti i miei collaboratori conoscono l’importanza che riveste per me la formazione ed il valore che attribuisco a tutti gli strumenti di cui possiamo disporre per tenere sempre aggiornato il nostro bagaglio di competenze, con particolare focus sulle soft skills.

Attualmente è candidato nel Consiglio Direttivo di ALDAI-Federmanager. Cosa l’ha spinta a fare questa scelta e qual è il suo contributo alla lista?

Ho appena compiuto 40 anni e mi candido per la prima volta per il Consiglio Direttivo ALDAI – in completa armonia con il programma “Adesso Rinnoviamoci” che sostengo nel ruolo di vice coordinatore – con l’obiettivo di riportare al centro del dibattito le istanze dei colleghi in servizio che operano nel mondo dell’industria, in questa fase storica di profondo cambiamento. Desidero contribuire in particolare al programma di sviluppo associativo per aumentare la partecipazione dei giovani fornendo, in aggiunta alle tutele, le opportunità di networking e i servizi per la crescita manageriale e il welfare, di sicuro interesse per i giovani Dirigenti. Amo profondamente il mio lavoro e appartengo ad una nicchia di persone che ha la responsabilità di “lasciare il segno”, con le proprie scelte quotidiane, nel contesto organizzativo in cui opera: trovo pertanto doveroso poter restituire parte di questo privilegio, mettendo le mie competenze a disposizione della collettività.

Luca Brambilla