Le Arti in un mondo: NABA – Intervista a Guido Tattoni

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Oggi è Direttore di NABA. Ci racconti gli step della sua carriera.
Ho studiato sound design in Inghilterra per poi iniziare a lavorare come fonico durante i concerti. Tornato in Italia, a Milano ho lavorato come tecnico in uno studio di registrazione legato al SAE Institute, dove aiutavo gli studenti a realizzare i loro progetti di sound design. Negli anni ho continuato ad occuparmi di sound design soprattutto per la televisione, lavorando sempre per SAE fino a diventarne il Direttore. Ottenuto, poi, l’accreditamento universitario, ho iniziato a gestire l’area del coordinamento didattico internazionale. Nel 2015, inaspettatamente, NABA mi ha contattato per ricoprire l’incarico di Direttore del Dipartimento Progettazione Arti applicate; incarico che ho accettato volentieri e che mi ha portato, dopo quattro anni, nel 2019, a diventarne il Direttore. Attualmente mi occupo dell’aspetto accademico, della gestione del rapporto con gli studenti e con i docenti, del coordinamento dei corsi e dei contenuti.

Il QS World University Rankings by Subject 2023, per il terzo anno consecutivo, conferma NABA migliore accademia di Belle Arti italiana. Cosa caratterizza i percorsi NABA? 
È vero, da qualche anno stiamo ricevendo molti riscontri sul nostro operato. Da subito uno dei pilastri che ho introdotto è stato il dialogo personale con gli studenti, cosa che in qualità di studente avrei voluto avere anche io. Si tratta di una relazione che richiede una cura particolare dove è importante la presenza, l’esporsi, il comunicare qualcosa alle persone rispettando i loro modi, tempi e linguaggio.

Dal punto di vista dei contenuti, invece, nel primo discorso in qualità di Direttore ho dichiarato che ciò che mi sta a cuore è la ricerca, che in Italia non è istituzionalizzata per le istituzioni del nostro settore. Significa che, a differenza delle Università, non possiamo prevedere per legge programmi di Dottorato. Io volevo che NABA potesse essere protagonista dell’innovazione in questo campo e capofila dello sviluppo di una ricerca che innovi le arti; così, ho fondato un centro ricerche e assunto personale full-time affinché si intraprendessero progetti finanziati anche attraverso la partecipazione a bandi nazionali ed europei. Il paradosso è che, dopo due anni da un’application fatta con l’Accademia di Brera, ancora non abbiamo un riscontro, mentre a livello europeo abbiamo vinto dei bandi importanti, come quello incentrato sullo studio di come gli ambienti virtuali possano favorire la didattica.

Per quali motivi gli studenti scelgono NABA?
Credo che ci scelgano perché “la ricetta funziona”, come dimostrano anche i riconoscimenti avuti negli ultimi anni, e, anche se abbiamo un costo superiore rispetto ad altre accademie, abbiamo un posizionamento di qualità. In NABA c’è un livello di servizio superiore dato anche dal fatto che le classi composte da massimo 35 studenti permettono loro di essere seguiti al meglio. Inoltre, in nostro Career Service crea relazioni con le aziende per portare progetti reali nelle classi. L’ultimo semestre, poi, è dedicato alla progettazione della professionalità: gli studenti, a questo punto, sanno come vorrebbero proseguire e intraprendono dei corsi per inserirsi nel mercato del lavoro. L’ente esterno a cui ci affidiamo per il ranking di occupabilità degli studenti usciti dalla nostra accademia attesta che il 93-94% di loro trovano lavoro entro un anno. Ultima motivazione, ma non meno importante: in NABA c’è un ambiente meraviglioso che dà la possibilità già agli studenti che hanno concluso il quarto anno delle scuole superiori di avvicinarsi a questo mondo attraverso il “NABA Vision”.

Guido Tattoni, Direttore di NABA, Milano.

Che collegamento c’è tra NABA e le soft skill?
In NABA ci sono corsi trasversali su questi aspetti, come quello sull’imprenditorialità e la comunicazione. Credo, però, che il modo più diretto per far sviluppare negli studenti le soft skill non sia la lezione frontale, ma sperimentare sul campo. Proprio per questo, NABA offre agli studenti la possibilità di interagire direttamente con gli enti coinvolti nei diversi progetti: un esempio è il confronto che gli studenti hanno avuto con il Consiglio comunale di zona per la riqualificazione del mercato comunale di Via Meda. Solo attraverso questa tipologia di formazione possono apprendere gli strumenti che serviranno loro poi per lavorare in maniera autonoma.

Che suggerimento darebbe a un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?
È un momento in cui siamo soggetti a tante pressioni esterne e in cui bisogna fare delle scelte come trasferirsi, accettare un lavoro, ecc. Sicuramente il dialogo con chi ci sta vicino va bene, ma il mio consiglio è di tenere a mente che sappiamo solo noi quello che ci fa andare avanti, quello che davvero vogliamo. C’è sempre una voce interiore che ce lo dice. Bisogna, quindi, imparare ad ascoltare quella fiamma che si accende quando pensiamo che il resto della nostra vita lavorativa lo passeremo a fare una determinata cosa. Inseguire la propria passione è quello che suggerisco a tutti.

Luca Brambilla