Le emozioni come fonte d’informazione

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Come esseri umani siamo grandi amanti della regolarità e del prevedibile, “programmati” per trovarci a proprio agio in circostanze che sono a noi familiari. Per questo motivo quello che alle persone viene più naturale fare in situazioni potenzialmente pericolose o semplicemente nuove, diverse, è cercare di salvare la propria pelle o di ripristinare lo status quo.

Uscire dalla propria “zona sicura” è infatti disorientante ed è facile imbattersi in sensazioni spiacevoli dovute alla necessità per il nostro corpo e per la nostra mente di gestire circostanze non familiari, sconosciute, delle quali non conosciamo le conseguenze. Più percepiamo la grandezza di un evento – personale o sociale che sia – più ne avvertiamo il forte impatto emotivo. Questo accade perché siamo costretti a uscire fuori dai confini del mondo a noi conosciuto e a entrare in uno spazio nuovo, potenzialmente sfidante.

La funzione delle emozioni nell’uomo primitivo

Le emozioni, dunque, intese come stati mentali e corporei dovuti a un particolare evento/circostanza e associati a modificazioni psicofisiologiche, entrano rapidamente in gioco per permetterci di mettere in atto comportamenti volti a proteggere la nostra incolumità e lo status quo di cui sopra, senza passare per una dimensione razionale che ci porterebbe a impiegare più tempo a prendere una decisione.

Questo meccanismo, che vede il primato della sfera emotiva su quella cognitiva, trova le sue origini nelle primissime fasi dello sviluppo umano, quando la sopravvivenza non veniva data per scontata ed era anzi in cima alla lista di obiettivi da raggiungere giorno per giorno.

In quelle prime fasi evolutive erano le emozioni a guidare l’uomo nella rapida presa di decisioni finalizzate a salvarsi la pelle. Di fronte a un pericolo incombente, infatti, fermarsi a ragionare sulle conseguenze di ogni possibile opzione disponibile equivaleva a mettere a repentaglio la propria vita.

Le emozioni come fonte d'informazione

La funzione delle emozioni nell’uomo odierno

Ancora oggi di fronte a situazioni, cose o persone sconosciute le nostre emozioni hanno mantenuto il “vizio” di attivarsi prima della razionalità; tuttavia l’evoluzione ha fatto sì che ciò che percepiamo come pericolo oggi raramente è qualcosa in grado di mettere veramente a rischio la nostra sopravvivenza.

Con questo non voglio dire che le emozioni siano un qualcosa da sopprimere e da ignorare: tutto il contrario! Ritengo invece che siano una preziosa fonte di informazioni e una porta spalancata verso la conoscenza di livelli di significato meno superficiali di noi stessi, delle altre persone e delle situazioni di vita in cui ci troviamo coinvolti.

Dobbiamo quindi imparare ad accorgerci dell’esistenza di una particolare emozione, del momento in cui la proviamo e dei possibili messaggi che essa si porta con sé, perché solo in questo modo possiamo rispondere agli stimoli del mondo con atteggiamenti e comportamenti pertinenti che possano portare valore e arricchire sia noi stessi, sia gli altri.

Se ci alleniamo a leggere i perché sottostanti alle emozioni che proviamo durante la nostra giornata, soprattutto per quanto riguarda quelle più intense, sarà dunque possibile per noi saperne di più ad esempio su cosa percepiamo come pericolo (paura), sulle situazioni in cui riteniamo di non essere all’altezza o di avere qualche carenza che non ci permette di gestirle al meglio (vergogna, imbarazzo), sulla possibilità che qualcosa non sia andato esattamente secondo i nostri piani (tristezza) o su cosa per noi è una novità (sorpresa).

In conclusione, le emozioni non devono essere intese né come il nemico, né come l’unica strada possibile a cui affidarsi per la presa di decisioni. Non sentiamoci mai in errore o in difficoltà perché avvertiamo una determinata emozione: lasciamole lo spazio giusto per esprimersi, accettiamola, accogliamola e cerchiamo di capire cosa l’ha scatenata e che cosa sta cercando di dirci, per poi assumere atteggiamenti e comportamenti il più funzionali possibile alle circostanze.

Greta Vesco