Le micro-espressioni facciali, un linguaggio universale

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La comunicazione non verbale, in particolar modo quella facciale, è uno strumento che da sempre gli uomini usano per comunicare le proprie emozioni. Sicuramente si tratta del primo linguaggio che imparano tutti i bambini. Per esempio, chiedete a una madre se la prima cosa che i suoi figli le hanno comunicato è stata la prima parola da loro emessa. Sicuramente vi guarderebbero come se foste degli alienati, perché saprebbero che per mesi i loro bimbi hanno comunicato piangendo, sorridendo, allargando le braccia da terra per farsi prendere in braccio e via discorrendo.

Gli studi di Paul Ekman

Nell’era moderna lo studio del non verbale è nato grazie a Charles Darwin, ed è stato continuato da studiosi come Edward T. Hall e Desmond Morris, fino ad arrivare a Paul Ekman. Proprio di Ekman vorrei scrivere oggi.

Le micro-espressioni facciali, un linguaggio universale

Questo grande studioso è colui che ha scoperto che tutte le persone al mondo esprimono le sei emozioni essenziali utilizzando la stessa mimica facciale. Si tratta di una scoperta da Nobel, se si pensa alla sua portata. In pratica, dimostrò che esiste un sistema sovra-culturale riguardo le emozioni in grado di unire individui lontanissimi tra loro quali un texano, un contadino cinese, un surfista australiano e un tedesco che beve una pinta di birra in un bar a Berlino. Avere la possibilità di decifrare le sei emozioni di base di una persona significa sostanzialmente avere una mappa con le coordinate essenziali di ciò che prova una persona, ed è sicuramente essenziale per meglio comprendere chi abbiamo di fronte. Le sei emozioni “scoperte” da Ekman sono rabbia, paura, tristezza, gioia, disprezzo o disgusto, e sorpresa. Osservando la foto sarà facile per chiunque abbinare la faccia all’emozione. Se uno avesse dubbi provi ad imitare una certa espressione e sentirà un leggero cambiamento psicologico verso il sentimento che ha indotto.

Luca Brambilla