Le soft skills sono troppo importanti per essere rimandate

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Le soft skill sono quelle competenze trasversali di relazione e comunicazione (senso della comunicazione, flessibilità, creatività ed iniziativa, etc.), che si rivelano indispensabili non tanto di per sé, quanto per il buon funzionamento delle hard skills (livello dello studio, delle lingue, delle competenze, etc.). In virtù di ciò sembrerebbe non solo scontato, ma necessario che le aziende investano nella cura e nello sviluppo delle soft skills.

Perché le aziende non vogliono investire in soft skill?

Le scuse addotte dalle aziende contro le soft skills sembrano insomma reggere poco, in virtù proprio dell’importanza di questi strumenti nella vita lavorativa. Ecco un elenco delle scuse più comuni (e il perché sono infondate):

1. Non portano ad un vero cambiamento

Questo perché non basta una giornata di formazione per aggiustare gli ingranaggi rotti. Ci vuole pratica e costanza in tutte le attività per raggiungere risultati egregi. Pensiamo allo sport o allo studio: allo stesso modo, come sarebbe possibile diventare pratici di soft skills dopo una sola giornata? Serve molta pratica e soprattutto serve qualcuno che possa dare feedback utili e conosca il percorso migliore per integrare le nuove competenze appena acquisite.

2. Il prezzo è caro

Quale sarebbe invece il prezzo di un ambiente lavorativo ostile e poco stimolante? Quali sono le perdite prodotte da venditori fai da te o da manager che non sanno motivare? Non tutto è quantificabile con un prezzo, ma sta nell’intelligenza dei leader aziendali prendere in considerazione tutti i fattori in gioco, anche quelli meno evidenti.

3. Sono superflue

Siamo davvero sicuri che la comunicazione strategica, la collaborazione e il lavoro di squadra siano lussi di cui si può tranquillamente fare a meno?

4. È davvero un buon investimento?

Valutare esattamente il ritorno economico non è mai facile quando si tratta di processi che coinvolgono persone. Tuttavia si può fare un po’ di matematica grazie ad alcuni nuovi strumenti, quali i sistemi di verifica basati su rilevazioni periodiche di KPI –key performance indicator.

5. Sottraggono molto tempo al lavoro

In realtà ne fanno risparmiare moltissimo su lungo termine: una buona formazione velocizza i processi e previene i fraintendimenti, rendendo il lavoro più veloce e scorrevole per tutti.

6. Non interessano ai collaboratori

Se i collaboratori non sono veramente interessati alla formazione, vuol dire che c’è una forte mancanza di consapevolezza, nonché di passione verso il proprio lavoro. Se è solo una scusa, vuol dire che la leadership di chi prende decisioni in ambito di formazione manca molto in fatto di cura dell’ambiente lavorativo.

Le soft skills sono troppo importanti per essere rimandate

Come apprendere le soft skill

In sintesi, per trarre davvero i vantaggi desiderati dalle giornate di formazione, è importante tenere a mente queste tre semplicissime regole:

1. L’aula è solo uno dei mezzi possibili

Un progetto efficace non si esaurisce in una giornata di lezione: servono anche altri strumenti, come l’affiancamento on the job, il coaching, il counseling e l’uso di questionari diacronici valutativi dell’apprendimento.

2. Poco, ma spesso

Non è sufficiente fornire nuove informazioni: serve più che mai sostenere e supportare chi sta lavorando per migliorare le proprie soft skills, cambiando abitudini comportamentali consolidate da anni.

3. Si fa sul serio

Non bisogna semplicemente sottoporre i collaboratori alla formazione, ma stimolarli, facendo capire loro di essere il fulcro strategico di un percorso aziendale positivo. È quantomai fondamentale formulare un buon piano di comunicazione interna, nonché la costituzione di un change team interno che possa supportare il processo di miglioramento.

La Redazione