Le squadre vincenti non nascono per caso secondo Maurizia Cacciatori

Tempo di lettura: 2 minuti

E’ necessario che tutti i componenti di un gruppo vadano d’accordo per diventare una squadra?

La risposta Maurizia Cacciatori, ex pallavolista carrarese, è no.

Il requisito principale e fondamentale che unisce i componenti di una squadra è la voglia di collaborare al fine di raggiungere un obiettivo comune. Vita privata e partite sono due cose nettamente distinte, si può avere profonde differenze con le compagne di squadra, si possono avere opinioni diverse, ma una volta sul campo ciò che conta sono i nostri obiettivi comuni e il bisogno dell’altro per raggiungerli.

Un altro elemento importante che non può mancare in una squadra è un leader, che collabori con i propri compagni e si ponga al loro livello, guidandoli al tempo stesso.

Per essere un buon leader occorre essere tenaci, saper affrontare le difficoltà e aiutare i compagni a superarle, e quando si cade bisogna avere la forza di tirare su un’intera squadra, usando un solo termine, è necessario “perseverare” e non tirarsi mai indietro.

Le squadre vincenti non nascono per caso secondo Maurizia Cacciatori

M. Cacciatori fa un esempio molto semplice ed efficace a questo proposito, esplicando il termine tecnico

“Il muro è alto, gioca mani e fuori”

che significa che quando il giocatore si trova davanti a un muro insormontabile non ha scuse valide per tirarsi fuori e arrendersi, al contrario, deve trovare una soluzione. In questo caso cerca anche solo un’unghia della mano dell’avversario, così che sfiori la palla, che cade poi a terra, conferendo un punto alla squadra.

Per l’ex pallavolista italiana questo semplice gesto tecnico è da sempre una filosofia di vita: anche quando la vita ti alza un muro, spetta a te costruire, “giocare a mani fuori” per superarlo, perché

“la vita è al 10% cosa ti accade e al 90% come reagisci”.

La Redazione