Life Surfing secondo Emanuele Maria Sacchi

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Cos’è il Life Surfing?

Con “Life Surfing” si intende un atteggiamento resiliente verso le avversità. Indica un modo di reagire dinnanzi agli eventi della vita, “cavalcandoli” come le onde del mare: grandi, piccole, aspettate o improvvise che siano, sappiamo di doverle affrontare, sta a noi decidere se lasciarci sovrastare da esse o saperle sfruttare per tornare a riva.

“La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci”, e se siamo convinti già in partenza di non essere in grado di reagire a ciò che ci accade in maniera efficace, abbiamo già perso.

Secondo la psicologia applicata infatti, la maggior parte dei risultati dipende dalle nostre convinzioni, che vanno a influire sulle nostre azioni e sui risultati, negativamente o positivamente a seconda dell’atteggiamento che abbiamo.

Come si applica il Life Surfing?

A questo punto viene da chiedere: siamo nati con queste convinzioni? Come si sono radicate in noi?

In gran parte derivano da esperienze passate, dal tipo di educazione che abbiamo ricevuto, dai valori che ci sono stati trasmessi, dal nostro carattere e dal luogo in cui siamo cresciuti.

Fermarci qui però vorrebbe dire essere “fregati”, nel senso che, se vediamo il bicchiere mezzo vuoto oggi, non potremo mai vederlo mezzo pieno domani o tra 10 anni, perché le nostre convinzioni sono ormai parte integrante del nostro modo di pensare.

Life Surfing secondo Emanuele Maria Sacchi

Fortunatamente non è così, e cambiare la nostra prospettiva e il nostro atteggiamento verso la vita può essere più semplice di quanto si pensi, la chiave è parlare con noi stessi. Esatto, il dialogo interiore può cambiare la nostra percezione se fatto con l’atteggiamento mentale che Sacchi definisce “aspettarsi di vincere”.

È un’attitudine che bisogna scegliere, significa alzarsi la mattina e confidare che sarà un’ottima giornata e avere così due opzioni davanti:

  • Se la giornata andrà bene ne sarò ancora più soddisfatto;
  • Se invece andrà male, beh può succedere, non sarà una tragedia.

Per fare un esempio di quanto banale ma efficace possa essere questo metodo, pensiamo alle volte in cui ci siamo alzati controvoglia e abbiamo pensato che sarebbe stata una brutta giornata, per effetto placebo (o in questo caso, essendo negativo, viene definito da Sacchi “nocebo”) alla prima seccatura che ci è capitata è venuto spontaneo pensare “ecco, lo sapevo che sarebbe stata una giornataccia!”. Questo perché per effetto dell’autoinganno il nostro cervello tenderà a trovare sempre e solo gli elementi che avvalorano le nostre convinzioni.

Con un atteggiamento inverso invece, iniziando la giornata convinti che sarà grandiosa, troveremo sempre, anche nel dettaglio più insignificante, gli elementi che renderanno buona tale giornata, fino a rendere buona la settimana, il mese e l’anno.

La Redazione