LEADERSHIP E VALORI NELL’HR – INTERVISTA A ELENA PANZERA

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Ricopre la carica di Presidente di AIDP Lombardia. Ci parli di questa importante associazione.

AIDP è l’Associazione Italiana Direzione del Personale ed è divisa su un ambito regionale. La Lombardia per tessuto produttivo e lavorativo è la regione più ampia di associati, in quanto siamo circa 1000, e un totale nazionale di 4000. È un’associazione di volontari al 100% costituita da aziende e persone fisiche che partecipano con il loro valore essendo professionisti, al di là dell’organizzazione di appartenenza. È anche considerata la casa dell’HR, in quanto si occupa di questa professione e di arricchirla di professionalità, network e valore. Un’altra missione è quella di far crescere i giovani professionisti e infatti c’è una fortissima attenzione per il futuro della nostra professione e per far crescere le competenze in modo che vi sia un continuo cambiamento. Poi c’è il tema del networking: quando diciamo che AIDP è una casa, lo facciamo perché vorremmo far sì che le relazioni amicali, di aiuto e di supporto siano una parte fondante dell’associazione, dove quando una persona chiede aiuto ne troverà un’altra con il braccio teso per aiutarla. Durante la pandemia abbiamo potuto vedere con i nostri occhi la generosità e la vicinanza, anche emotiva, tra tutti gli associati ed è stato davvero commovente.


Quali sono le parole chiave che hanno caratterizzato il suo mandato in AIDP?

Due parole importanti sono sicuramente generosità e altruismo, in quanto offriamo a tutti gli associati percorsi di mentorship e counseling gratuiti con senior HR che possono seguirli; inoltre, offriamo supporto quando le persone ne necessitano. Un’altra parola è networking: tutti sono consapevoli che ci sarà sempre qualcuno che è già passato in una determinata situazione e che, quindi, può darti un supporto emotivo; il junior potrà sempre chiamare il senior HR e trovare la porta aperta. L’ultima parola è competenza in quanto, a volte, ci troviamo a dire di no a partner che vogliono proporci un evento, un libro o un convegno, perché non vediamo la serietà del contenuto. Facciamo molta attenzione a veicolare dei messaggi importanti; quindi, vi è un senso di responsabilità rispetto ai temi che portiamo, in quanto non avendo fini di lucro non dobbiamo rispondere a determinate logiche.


Quali sono le principali sfide e opportunità del futuro nel campo HR?

Un’opportunità è quella di giocare un ruolo sempre più centrale all’interno delle organizzazioni, dove ogni funzione ha delle sue logiche e la figura dell’HR è l’unica che ha una visione di insieme di tutte le persone che ci lavorano. Questa però è anche una responsabilità, in quanto bisogna avere la capacità di tenere insieme non solo le funzioni, ma anche l’identità aziendale, i valori e il senso di appartenenza. Questo vuol dire essere multidisciplinari ed essere il file rouge che lega l’identità dell’azienda. La sfida è mettersi in discussione, anche in base alle proprie competenze ed essere capaci di portare avanti questi obiettivi. La sfida successiva consiste nel supportare le organizzazioni nel loro percorso di digitalizzazione. Tuttavia, è altrettanto importante evolversi digitalmente, adottando l’IA, comprenderne l’impiego, consapevoli del fatto che non dovremmo temere l’IA in sé, bensì coloro che sono in grado di utilizzarla in modo più efficace di noi.

Elena Panzera, Presidente AIDP Lombardia.


Che rapporto vede tra hard e soft skills nel mondo dell’AI e che valore ha la formazione continua?

L’intelligenza artificiale non può prescindere dall’intelligenza naturale e quest’ultima non può essere adeguatamente compresa senza un solido bagaglio di soft skill. Queste competenze fondamentali includono il pensiero critico, la capacità di mettere in discussione assunti predefiniti e l’abilità essenziale di formulare domande pertinenti, possibilità che emergono solo se si possiede un background arricchito da una solida capacità critica, analitica e di interpretazione del contesto. È importante notare che affidarsi esclusivamente alla macchina può risultare potenzialmente distruttivo; pertanto, senza competenze soft ben sviluppate, non si potranno acquisire adeguatamente quelle hard.

Che consiglio darebbe ad un giovane che sta per entrare nel mondo del lavoro?

Non smettete mai di farvi delle domande, di mettervi in ascolto e di imparare. Spesso i ragazzi non ne possono più di studiare e vogliono subito cominciare a lavorare, ma il lavoro è collegato all’analisi, all’approfondimento, allo studio e al saper porre le domande giuste. Inoltre, Iniziate da subito a crearvi una rete di relazioni, in quanto nessuno al giorno d’oggi è in grado, solo con le proprie competenze, di avere successo. Ognuno di noi avrà successo in relazione alle competenze degli altri e quanto sa utilizzare queste ultime nel momento e nel modo giusto, ma anche in base a quanto sa essere generoso mettendo le proprie competenze a disposizione degli altri.

Luca Brambilla