Leadership reputation: perché è fondamentale e come migliorarla

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Perché un leader dovrebbe mantenere una buona reputazione?

Al di là di tutti i fattori economici e di strategia, il successo di un’azienda risiede nella capacità della leadership di mantenere una buona reputation sia interna, sia esterna all’organizzazione.

Con questo termine si intende il complesso delle abilità e delle caratteristiche che vengono riconosciute dalle persone in senso generale, positive o negative e opportune o inopportune che siano. La reputation di un leader comprende ciò che le altre persone si aspettano da lui/lei e sottostà ad ogni mossa compiuta all’interno, da e per l’azienda, ecco perché deve essere opportunamente pianificata come parte della strategia organizzativa.

Per quanto riguarda la reputation interna, ad esempio, se come leader ci si dimostra comprensivi, premurosi, sempre in prima linea, attenti e pronti a tendere la mano ai propri collaboratori, essi penseranno di poter sempre contare su di lui/lei come parte attiva dell’azienda e si creerà un livello tale di engagement che li porterà ad andare oltre i propri task giornalieri.

Se, invece, la reputation del leader è di essere egoista e di pensare sempre prima a se stesso/a, i collaboratori non sentiranno di vivere in un clima di fiducia e faranno fatica a portare l’azienda verso il raggiungimento dei propri obiettivi.

Da questi due esempi, se pur estremi, si evince l’importanza di conoscere la propria reputation come leader, in modo da poter eventualmente effettuare un cambio di rotta che comprenda l’assumere atteggiamenti più collaborativi e propositivi, il trattare i collaboratori nel modo giusto, valorizzandone i punti di forza, e l’instaurare una vision che sappia ispirare chiunque graviti all’interno e all’esterno della stessa organizzazione.

La reputation di un leader perché è fondamentale e come migliorarla

L’importanza della reputazione nei momenti di crisi

Se vivere in condizioni normali e di routine genera una certa stabilità nella reputation, eventuali momenti di crisi, sia sociali che organizzative, fanno emergere tutte le falle presenti in tal senso.

Questo sottolinea ulteriormente la necessità di indagare, approfondire e elaborare una strategia al riguardo, facendo leva sui propri punti di forza, in modo da poter gestire in un secondo momento eventi stressanti che potrebbero altrimenti intaccare la solidità dell’organizzazione stessa.

In circostanze di crisi, infatti, un buon leader è abile nel tenere le redini di quest’ultima, impedendole di andare alla deriva; sa gestire la comunicazione sia interna, sia esterna; è disponibile a chiarire dubbi, a informarsi, a fare da ponte fra il mondo esterno e quello interno; prende e comunica decisioni che sappiano tutelare sia l’azienda che i dipendenti, aprendosi ai cambiamenti, alle riorganizzazioni e all’informazione costante.

Questo è però possibile solamente qualora non esistano incrinature nel rapporto con i propri collaboratori e con il mondo al di fuori dell’organizzazione: ecco dove si colloca l’importanza di un’attenta analisi della propria reputation.

Come migliorare la propria reputazione

Il mio suggerimento è dunque di inserire nella propria agenda uno spazio riservato all’autoanalisi, alla riflessione e all’indagine quanto più critica possibile sul proprio operato, non solo in termini economici ma anche e soprattutto per quanto concerne la dimensione relazionale.

In conclusione, ritengo in ogni caso importante ricordare che non si possono obbligare le persone ad avere una certa idea di noi, ma si possono dare prove concrete – mi riferisco in particolare a vere e proprie azioni – che possano in qualche modo influenzare il loro pensiero e, in un secondo momento, il loro atteggiamento nei nostri confronti. Sarà forse vero che si è prima di tutto leader nella vita, e poi nel lavoro?

Greta Vesco