L’evoluzione dell’immagine nel cinema

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Una recente battuta di dialogo, tratta dal nuovo film del regista Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio, recita “Il cinema serve a distrarre dalla realtà, perché la realtà è scadente, per questo voglio un’altra vita, per questo voglio fare il cinema”. 

Cinema che ha origine alla fine dell’Ottocento con i fratelli Lumière e arriva a noi più evoluto, più raffinato e più complesso sia dal punto di vista creativo sia dal punto di vista tecnico, basti pensare alle operazioni di montaggio frammentato a cui siamo abituati oggigiorno, alla scrittura di personaggi sempre più antieroi e moralmente corrotti, o ai celebri autori che hanno firmato la storia del cinema con i loro capolavori, elaborando un cinema maggiormente spettacolare e abituando il pubblico a pensare in maniera puramente visiva. 

Nonostante le significative evoluzioni delle immagini in movimento dell’ultimo decennio, è bene porre l’attenzione sul cinema delle origini, ancora considerato di fondamentale importanza per comprendere i prodotti audiovisivi multimediali apprezzati oggigiorno. È infatti soltanto grazie alle introduzioni visive primarie che siamo in grado di parlare di grammatica filmica, con cui nasce un’eredità lasciata ai grandi nomi di registi acclamati oggi. 

La nascita della Settima Arte è attribuita ai fratelli Auguste e Louis Lumière, considerati i padri fondatori del cinema, nonostante altri prima di loro avessero sperimentato la novità delle immagini in movimento che si stava diffondendo in quel momento. Ne è esempio Thomas Edison che brevetta l’antenato del proiettore qualche anno prima, ma ciò non basta per isolare un nuovo modo di fare spettacolo, poiché l’apparecchio permetteva la visione a una persona alla volta. 

La Settima Arte ha origine alla fine dell’Ottocento con i fratelli Lumière e arriva a noi più evoluta e più complessa

Ai due fotografi francesi è riconosciuto il merito di aver dato inizio al cinema, inteso come linguaggio autonomo con identità e regole proprie, proprio perché hanno trasformato un passatempo individuale in uno spettacolo collettivo. Ciò accade per la prima volta nel dicembre 1895 nei pressi del Salon Indien del Grand Café di Parigi, attraverso una proiezione pubblica di una serie di filmati raffiguranti la vita quotidiana. 

Si tratta di un cinema ancora debuttante, che subirà una serie di evoluzioni e trasformazioni sulle quali sono stati scritti manuali storici e realizzate filmografie impresse nella mente di spettatori del ventunesimo secolo che conducono, nella società digitalmente avanzata a un cinema maggiormente spettacolare, dotato di effetti speciali, montaggi non lineari, puzzle movie come i famosi film di Christopher Nolan, fino ai contenuti seriali, con sequel, prequel e spin-off di prodotti cinematografici di successo, uno per tutti la saga di Star Wars

Nasce, quindi, una serialità diffusa negli ultimi anni da quella che è la cosiddetta “Galassia Netflix”, ovvero il mondo delle piattaforme streaming con cui muta completamente la fruizione di un film o una serie tv, che può essere fruibile quando, come e dove lo spettatore desidera.  

La situazione sperimentale e digitale dell’ultimo decennio mette in discussione la centralità della sala cinematografica: essa forse non sarà più il luogo privilegiato per la fruizione filmica, se lo spettatore medio dovesse preferire definitivamente la dimora domestica.Ecco perché ha avuto senso tornare alla nascita del cinema del 1895: i Lumière avevano ottenuto la paternità della settima arte trasformandola in visione collettiva, mentre oggi – per paradosso in una specie di salto indietro nel tempo – la visione collettiva nella sala cinematografica è per ora affiancata e forse in futuro sorpassata da una visione individuale nelle proprie case. 

Giada Accarrino